Il grido Shantih! Shantih! Shantih!, che conclude il poema invocando la pace e che risuona oggi più inascoltato che mai, forse supera ancora tutta l’umana comprensione. «Sembra che l’incapacità di rigenerarsi della vecchia società occidentale del 1922 riguardi anche l’attuale – dichiara Claudio Collovà – e che il segno profetico delle torri che crollano nelle metropoli, sia ormai solido immaginario delle nostre coscienze. La religiosità affoga tra superstizioni e convenienze ancora oggi, e Tiresia sarebbe testimone di una vera e profonda mancanza di spiritualità diffusa».Ticket su coopculture.it > https://shorturl.at/CGQ12
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