I numeri della tragedia – sottolinea Leone Zingales – sono sotto gli occhi di tutti : oltre 6 milioni di ebrei trucidati nei lager o negli omicidi di massa compiuti dai nazisti, dai loro alleati e dai cosiddetti "collaborazionisti". Tra le vittime si contano oltre 300 mila nomadi (in larga maggioranza di etnia Rom e Sinti) uccisi nei campi di concentramento, ma la cifra potrebbe essere superiore, tanto che alcune fonti qualificate parlano di quasi 700 mila vittime. Più di 300 mila uomini e donne, anziani e bambini sofferenti di varie malattie, uccisi nel quadro della cosiddetta operazione Euthanasie-Aktion T4. E ancora: oltre 100 mila oppositori politici, 25 mila omosessuali e 5000 testimoni di Geova, assassinati durante il periodo 1933-1945. E stiamo parlando ancora di numeri approssimativi. Una tragedia enorme che non va dimenticata. Il percorso fotografico - conclude il giornalista Zingales - illustra un barbaro capitolo della storia dell’uomo. Dachau, Auschwitz, Mauthausen, Buchenwald, quattro luoghi di morte dove oggi si coltiva l’esercizio della memoria. Per non dimenticare>.
"Inoltre, la direttrice della Galleria d'Arte Moderna di Palermo, Maria Francesca Martinez Tagliavia, ha voluto aggiungere: "In occasione della Giornata della Memoria, la mostra fotografica di Leone Zingales rappresenta un importante strumento di testimonianza e di riflessione. Attraverso le immagini scattate nei campi di concentramento, ci viene restituita la crudeltà e l'orrore di quel periodo buio della storia. È un dovere per tutti noi preservare la memoria di ciò che è accaduto, affinché tali atrocità non si ripetano mai più. La Galleria d'Arte Moderna è orgogliosa di ospitare questa mostra e di contribuire alla diffusione della conoscenza e della consapevolezza su questo tragico capitolo dell'umanità."
" Le fotografie di Leone Zingales, in mostra alla Galleria d’Arte Moderna, costituiscono un patrimonio di inestimabile valore non soltanto storico, ma anche culturale e religioso.
Immagini evocative di una delle pagine più tristi della storia, che attraverso gli sguardi restano impresse nella memoria per arrivare a scuotere le coscienze, suscitando si dolore e sgomento, ma anche la determinazione a che ciò che è stato non dovrà essere mai più.
Per questa ragione è importante ricordare e far conoscere alle nuove generazioni questa dolorosa eredità che ci è stata tramandata, perché solo con l’educazione e la responsabilizzazione si può far spazio alla cultura della legalità, al rispetto dei diritti e delle diversità, in una parola al rispetto dell’umanità". L’Assessore alla Cultura On. Pietro Cannella
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