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Leoluca Orlando alla "Missione Speranza e Carità" |
A un anno dalla morte di Fratel Biagio Conte che con la sua forza e la sua fede scelse di dedicare la sua vita agli ultimi, lui che nella sua vita portava avanti "battaglie" per l'affermazione dei diritti di chi la società emarginava, abbiamo chiesto al già sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, un ricordo del missionario laico. Orlando lo conobbe sin dal suo primo mandato di primo cittadino e ci racconta: "Ricordo bene quando iniziò ad assistere i bisognosi alla Stazione Centrale. E quando a tutti sembrava un visionario e un "pazzo di Dio" ho pensato di incontralo in rappresentanza della città e di mettere a disposizione gli immobili di via Archirafi. Erano locali abbandonati. Lo consegnammo a lui con un provvedimento che credo sia in aperta violazione di ogni legge vigente ma lo dissi anche in conferenza stampa. E essendo uno studioso di diritto dissi che quel provvedimento non era stato supportato dall'iter burocratico previsto. Insomma mi sono feci contagiare dalla "pazzia di Dio" di Biagio Conte. E da li la sua presenza fu costante e un punto di riferimento per questa città. Nacquero via Garibaldi, via dei Decollati, Tagliavia". Ma Biagio Conte era un palermitano, peregrino anche per il mondo.
Indimenticabile il suo viaggio a piedi con la croce in spalla sino al Parlamento Europeo ( era il 2019) per portare all'attenzione i bisogni dei migranti, di coloro che cercavano di fuggire dalle loro terre in cerca di un futuro migliore e che spesso approdavano proprio nell'Isola e che fratel Biagio era sempre pronto a ospitare nella sua "Missione speranza e Carità". "Per me, continua il professore Leoluca Orlando, era una sorta di monito ai palermitani. Della serie "Adesso me ne vado e vediamo come vi comportate. Poi torno e vi rimprovero". Lui in nome dei poveri rimproverava, scuoteva le coscienze". Palermo un anno fa si si strinse intorno al missionario laico che con il suoi saio e quegli indimenticabili occhi azzurri era stato capaci di lasciare un segno ed era stato altresì capaci di smuovere le coscienze di chi era chiamato a amministrare il bene pubblico e di unire una comunità. "Ebbene si Palermo si sente più sola , sottolinea Leoluca Orlando. E questa città, come tante altre del mondo contemporaneo di perdere la dimensione della spiritualità. Io non potrò mai dimenticare quando andando a trovare Biagio (che sapeva di essere vicino alla sua fine, combatteva contro il tumore al colon) ogni volta mi iniziava a salutare con quegli occhi che voleva dirmi "non dimenticarti dei poveri". Ecco se non ci dimentichiamo di loro forse torniamo a casa più quieti. Lui essendo oltre aveva attenzione verso coloro a cui la vita emargina socialmente e economicamente. E noi che ci ritroviamo a ricordare Biagio Conte non dobbiamo disperdere il suo messaggio".
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