Il messaggio dell'arcivescovo Lorefice alla città nel giorno dell'Immacolata: "Palermo ha bisogno di "buoni credenti" contro egoismi, violenza, odio e morte"

di Ambra Drago
L'Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha rivolto il tradizionale discorso alla Città nel corso della Solenne Processione del simulacro argenteo dell’Immacolata. La pioggia non ha fermato i fedeli. La processione è partita dalla Cattedrale per raggiungere la statua della Vergine Maria posta in piazza San Domenico.
Poi Lorefice salito sul palchetto allestito dinanzi quello che è soprannominato il pantheon di Palermo ha affermato: 
"Prendo la parola, anche alla presenza dei servitori delle Istituzioni civili e militari che saluto e ringrazio per la loro presenza. Prendo la parola non per spirito di conquista o per mero protagonismo populista. Solo per amore della Città che abito e che mi sforzo di servire anche attraverso il mio ministero episcopale.
Incontrando le comunità parrocchiali, o lungo le strade dei quartieri della città, entrando nelle case, spesso mi sento dire: “Padre, ma cosa sta succedendo in questo nostro mondo? Non c’è più cuore, non c’è più amore!”. La percezione diffusa tra la gente è che non c’è più il senso comunitario della vita, tutti urlano la loro indifferenza, strepitano il loro esclusivo interesse, sguaiati e sospettosi, sono tutti uno contro l’altro. E cresce un incontenibile senso di paura e di incertezza che semina depressione e disperazione. Un senso di deriva che risucchia e spegne la speranza.
"Papa Francesco, continua l'Arcivescovo, nella sua ultima enciclica "Dilexit nos" ha voluto soffermarsi sull'amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo e, riferendosi a Maria, dice che <<guardava con il cuore>>. Ella sapeva dialogare con le esperienze custodite meditandole nel suo cuore .
Ma cuore, amore, speranza, vita, pace, ormai sono termini in disuso, con il sopraggiungere della “cultura dell'uomo senza vocazione” dove invece sono diventati ordinari e razionali termini come profitto, conquista, potere illimitato. Così ci stiamo abituando agli eventi estremi: alla violenza di strada, al piacere sfrenato che ostenta, svende, ‘cosifica’ e preda i corpi, alle invasioni degli stati, ai massacri, ai disastri ambientali, alle guerre, e anche alla guerra totale ed atomica. Sopravanza la prosa dell’odio e della morte e si spegne la poesia della vita e dell’amore.
Accumuliamo rovine se facciamo poggiare la piattaforma sociale sull’algoritmo dell’autoreferenzialità, del narcisismo, dell’individualismo, dell’indifferenza, del profitto sfrenato e dell'imperialismo scientista. Ciò che Papa Francesco indica come compito urgente: «Abbiamo bisogno che tutte le azioni siano poste sotto il “dominio politico” del cuore, che l’aggressività e i desideri ossessivi trovino pace nel bene maggiore che il cuore offre loro e nella forza che ha contro i mali; che anche l’intelligenza e la volontà si mettano al suo servizio.
Anche Palermo ha bisogno di cuori credenti che rimangono puri, veri, scrigno di discernimento e di verità, sacrario dell’incontro con sé stessi e con Dio, sorgente dell’amore per Dio e per i fratelli".
Stasera, con la processione dell’Immacolata, con cuore umile, puro e vero, ci vogliamo unire al sì di Maria, Madre della speranza. È un chiaro segno di speranza per la nostra Palermo. Infine dopo il momento di sosta a piazza San Domenico la processione si è conclusa nella Basilica di San Francesco d’Assisi.

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