Dai giornalisti di allora di agenzie, televisione e carta stampata, viene descritto come un giovane allegro,sorridente, dalla battuta pronta, rispettoso anche del lavoro dei fotografi.Tutti professionisti che hanno vissuto gli anni in cui questa città era in guerra. La mafia ha ucciso giornalisti come ha ricordato ma anche preti, sindacalisti e al culmine della violenza raggiunta in quel tragico 23 maggio 1992' è stata colpita anche una donna come Francesca Laura Morvillo, magistrata del Tribunale dei Minori e moglie del giudice Falcone. Un viaggio nel dolore e negli inferi di questa città, il lavoro costante dei fotografi chiamati a cristallizzare le centinaia di morti come raccontano i quarantaquattro scatti della mostra "Macelleria Palermo" di Franco Lannino e Michele Naccari che rimarrà esposta nella sede dell'Associazione sino al 20 febbraio.La mostra è visitabile nei giorni lunedì e martedì dalle ore 8,00 alle 11,45 e il giovedì dalle ore 15 alle ore 19. Su richiesta è possibile aprire ai gruppi.
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Giornalisti e fotografi raccontano gli anni delle Stragi nella sede della Associazione QS15. Tina Montinaro: "Eravamo in guerra. I giovani devono sapere cosa ha fatto la mafia"
Il racconto nitido, trasparente, avvolto anche da un filo di malinconia quello che ha attraversato la due giorni del Convegno dal titolo " Il dolore e la rinascita di una città. Giornalisti e Fotografi raccontano il tragico periodo delle Stragi del 1992'" organizzato dall'Associazione Quarto Savona Quindici nella sua sede all'interno di un bene confiscato di via Stefano Turr, 38 a Palermo. "Mi impegno molto per portare avanti la memoria racconta Tina Montinaro, moglie di Antonio, caposcorta del giudice Falcone, ma la scelta di mio marito rende me e i miei figli orgogliosi e ci permette di camminare a testa alta in questa città. Credo che sia doveroso far conoscere ai giovani quello che è stato in grado di compiere la mafia in quegli anni. E quale migliore occasione se non sentirlo dai racconti dei giornalisti o riviverli attraverso le immagini dei fotografi.Loro c'erano, lavoravano e erano in prima linea sul territorio". Ecco che Antonio Montinaro, questo ragazzo di Calimera(in provincia di Lecce) che sceglie di scortare uno degli uomini più a rischio d'Italia viene descritto non come un eroe ma come un ragazzo che svolgeva coscientemente il proprio lavoro ma dotato di umanità e simpatia. Lui che non lasciava mai il suo giudice.
Dai giornalisti di allora di agenzie, televisione e carta stampata, viene descritto come un giovane allegro,sorridente, dalla battuta pronta, rispettoso anche del lavoro dei fotografi.Tutti professionisti che hanno vissuto gli anni in cui questa città era in guerra. La mafia ha ucciso giornalisti come ha ricordato ma anche preti, sindacalisti e al culmine della violenza raggiunta in quel tragico 23 maggio 1992' è stata colpita anche una donna come Francesca Laura Morvillo, magistrata del Tribunale dei Minori e moglie del giudice Falcone. Un viaggio nel dolore e negli inferi di questa città, il lavoro costante dei fotografi chiamati a cristallizzare le centinaia di morti come raccontano i quarantaquattro scatti della mostra "Macelleria Palermo" di Franco Lannino e Michele Naccari che rimarrà esposta nella sede dell'Associazione sino al 20 febbraio.La mostra è visitabile nei giorni lunedì e martedì dalle ore 8,00 alle 11,45 e il giovedì dalle ore 15 alle ore 19. Su richiesta è possibile aprire ai gruppi.Una due giorni di riflessione che ha registrato a presenza della professoressa Maria Falcone, accompagnata dal figlio Vincenzo e dal curatore del Museo del Presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, De Lisi. Una presenza, quella della signora Falcone che è stata salutata da un lungo applauso. Presenti i giornalisti che hanno manifestato apprezzamento per questa iniziativa che rientrava tra gli eventi per l'adempimento degli obblighi formativi ma anche avvocati, professionisti dei vari settori, società civile e anche giovani fotografi provenienti da altre città italiane, tutti con la voglia di ascoltare e conoscere. Alle due giornate hanno partecipato i giornalisti Attilio Bolzoni, Daniele billitteri, Giancarlo Drago, Franco Nuccio, Roberto Leone, Salvatore Cusimano e i fotografi Giuseppe Gerbasi, Igor Petyx e Franco Lannino. Momenti intensi e ricchi di emozioni e anche di spunti di analisi legati al fenomeno dell'evoluzione della mafia, è stata moderata dal giornalista Enrico Bellavia.
Dai giornalisti di allora di agenzie, televisione e carta stampata, viene descritto come un giovane allegro,sorridente, dalla battuta pronta, rispettoso anche del lavoro dei fotografi.Tutti professionisti che hanno vissuto gli anni in cui questa città era in guerra. La mafia ha ucciso giornalisti come ha ricordato ma anche preti, sindacalisti e al culmine della violenza raggiunta in quel tragico 23 maggio 1992' è stata colpita anche una donna come Francesca Laura Morvillo, magistrata del Tribunale dei Minori e moglie del giudice Falcone. Un viaggio nel dolore e negli inferi di questa città, il lavoro costante dei fotografi chiamati a cristallizzare le centinaia di morti come raccontano i quarantaquattro scatti della mostra "Macelleria Palermo" di Franco Lannino e Michele Naccari che rimarrà esposta nella sede dell'Associazione sino al 20 febbraio.La mostra è visitabile nei giorni lunedì e martedì dalle ore 8,00 alle 11,45 e il giovedì dalle ore 15 alle ore 19. Su richiesta è possibile aprire ai gruppi.
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