Il decreto del 21 maggio affida agli Ordini dei medici siciliani, per il tramite delle Aziende sanitarie provinciali, un ruolo attivo nella diffusione del Fse, con l’obiettivo di rafforzare il coinvolgimento dei professionisti nella trasformazione digitale del sistema sanitario.
“E’ un’intesa che valorizza il ruolo centrale delle istituzioni ordinistiche e dei sanitari nella transizione digitale della sanità, in particolare i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta - ha detto il presidente dell’ordine dei medici di Palermo Toti Amato, -. Il Fascicolo sanitario elettronico è uno strumento fondamentale, ma perché diventi davvero efficace è necessario che i professionisti siano messi nelle condizioni di operare al meglio, con una formazione adeguata e un’interfaccia tecnologica funzionale. Questa collaborazione segna un passaggio importante nella strategia regionale di digitalizzazione del sistema sanitario perché pone le basi per una governance partecipata, fondata sul confronto tra istituzioni e sanitari”.
Gli ordini dei medici territoriali si occuperanno di far conoscere ai propri iscritti le indicazioni tecniche e normative sul Fse, promuovendo percorsi di formazione e di accompagnamento all’uso degli strumenti digitali. In raccordo con l’assessorato della Salute, raccoglieranno anche le eventuali criticità emerse nella fase applicativa, in modo da migliorare il sistema e trasmetterle all’amministrazione regionale affinché le soluzioni adottate rispecchino la realtà clinica.
Il Fse raccoglie e aggiorna in tempo reale i dati clinici e sociosanitari del cittadino, per garantire continuità assistenziale, personalizzazione delle cure e condivisione sicura delle informazioni. Contiene referti, prescrizioni, lettere di dimissione, verbali di pronto soccorso, vaccinazioni, esenzioni, il dossier farmaceutico e il profilo sanitario sintetico. Ogni cittadino può decidere quali dati rendere visibili, mantenendo così il pieno controllo sulle proprie informazioni.
“Non si tratta dunque di un semplice contenitore di dati – ha sottolineato il vicepresidente dell’Omceo Luigi Spicola, presente al convegno in rappresentanza dell’Ordine - ma di una leva strategica per trasformare il modo in cui si cura e ci si prende cura. Permette al paziente di avere sotto controllo le proprie informazioni cliniche e al medico di accedervi in modo sicuro, facilitando diagnosi, terapie e continuità assistenziale. Si tratta di un cambiamento culturale che coinvolge tutti: medici, istituzioni e cittadini. In Sicilia, gli Ordini dei medici sono già pronti a fare la loro parte”. Nella foto, da sinistra, il presidente dell'Omceo Palermo Toti Amato e il vicepresidente Luigi Spicola
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