
CATANIA – La scomparsa del regista Damiano Damiani, morto ieri 7 marzo, ci riporta al suo capolavoro “Il giorno della civetta”, film tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, che Damiani diresse nel 1968, girandolo tra Partinico e Palermo, con un cast eccezionale, tra cui Franco Nero e Claudia Cardinale, premiati con il David di Donatello.
“Il Giorno della Civetta” non rappresenta solo un’opera letteraria ed un film di notevole levatura ma una transazione culturale destinata ad irrompere nella cultura del Paese, per farsi lotta universale contro la mafia e costume. L’omertà, ne ‘Il Giorno della Civetta’, è ancora l’espressione più ‘eloquente’ dell’agire mafioso: sono ancora da venire le stragi di Falcone e Borsellino, gli attentati terroristici della mafia e le trattative Stato-mafia.
Oggi la lotta alla mafia può dirsi acquisita nella coscienza collettiva, seppure mai bastevole, seppure mai tale da ammettere o consigliare cedimenti.
Eppure una ‘spiegazione’ vorremmo dare all’insuccesso della Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, del quale condividiamo l’intento di lottare la mafia senza discontinuità, ma pensiamo pure che questo Paese esprima prepotentemente la necessità di affiancare all’azione della magistratura e della giustizia antimafia un sistema giudiziario altrettanto efficiente nell’amministrazione quotidiana della giustizia, quella che ogni giorno ci affligge con la sua lentezza, con l’incertezza della pena e dell’azione.
MESSINA - La candidatura del mecenate Antonio Presti alla carica di sindaco di Messina è la proposta che il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia ha avanzato al fondatore della Fiumara d’Arte, considerandolo personaggio ideale per la rinascita di una città bellissima, la cui prima esigenza è di liberarsi delle pretese feudali delle deteriorate nomenclature dell’ultimo mezzo secolo.
“Presti, è il mecenate della bellezza ed è di valorizzare la sua bellezza che Messina ha oggi bisogno, unitamente ad una nuova ed autentica cultura dell’accoglienza, tanto del turista che del pendolare: entrambe cittadini di quella che noi intendiamo sin d’ora immaginare come ‘città da i larghi contorni’, metropoli e villaggio allo stesso tempo, casa del residente e del pendolare”.
È quanto scrive in una nota Mimmo Mòllica, coordinatore provinciale del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, sostenuto dal presidente nazionale Salvo Musumeci in tali scelte.
“Noi siamo per il ‘sacro’ valore del lavoro - afferma Mòllica - che difendiamo ad oltranza e ci impegniamo favorire e promuovere, ma condividiamo solo in parte quanto affermato dal segretario dell’Udc Gianpiero D’Alia in merito alla proposta di destinare ai Comuni e alla Regione il personale delle abolite Province. Il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia è - infatti - favorevole all’efficace e concreto taglio dei costi della politica anche attraverso l’abolizione dei consigli comunali nell’attuale forma, ferma restando la rappresentatività di un sindaco ‘eletto’ e le rappresentanze dei partiti, dei movimenti e delle componenti sociali (università, sanità, scuola, sindacati, istituzioni, etc.). Il problema dell’accorpamento o della fusione dei piccoli comuni, con obbligo di costituirsi in ‘unione di Comuni’ è il tentativo di chi non vuole ‘togliersi il vizio’, come ha fatto Mario Monti re-istituendo le Province con un illusionismo che ha decretato la perdita di fiducia nel suo Governo”.
“Messina potrebbe essere il primo Comune ‘leggero’ della Sicilia e d’Italia. Il primo, vale a dire, - aggiunge Mimmo Mòllica - con un sindaco ‘eletto’ che non risponde ai partiti politici e non ne costituisce l’avamposto. Allo stesso modo i partiti politici, partendo da Messina, dovrebbero inventarsi un altro modello per sostenere le loro strutture clientelari, che non sia quello della ‘congrua’ rispondenza tra i voti ‘pesati’ e il potere ricambiato con appalti, assunzioni e favori”.
“Se il sen. D’Alia non crede alle 'chiacchiere' di Beppe Grillo e al 'meraviglioso modello siciliano' saremo ben lieti di metterlo di fronte al futuro ‘modello Messina’ - aggiunge il presidente del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, Salvatore Musumeci -. Non si sa mai!”
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