Uno studio del Policlinico e dell’Università di Palermo propone un approccio rivoluzionario contro il virus dell’HIV-1
Un’importante scoperta scientifica condotta a Palermo, presso l’Unità Operativa di Malattie Infettive del Policlinico Universitario Paolo Giaccone e il Dipartimento STEBICEF dell’Università degli Studi di Palermo, potrebbe segnare una svolta decisiva nella lotta all’HIV.
Lo studio, dal titolo “The Complex Interactions Between HIV-1 and Human Host Cell Genome: From Molecular Mechanisms to Clinical Practice”, è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista International Journal of Molecular Sciences.
Il lavoro porta la firma del Dr. Manlio Tolomeo e del Prof. Antonio Cascio, infettivologi del Policlinico, in collaborazione con il Dr. Francesco Tolomeo, biologo molecolare dell’Ateneo palermitano. Al centro della ricerca, una nuova classe di farmaci: gli inibitori del capside virale, capaci – secondo i dati emersi – di silenziare in modo permanente il virus HIV-1, responsabile dell’AIDS.
Questi nuovi composti, che potrebbero arrivare in Italia nei prossimi anni, agiscono in modo radicalmente diverso rispetto alle terapie antiretrovirali attualmente disponibili, le quali pur riuscendo a tenere sotto controllo la replicazione virale, non eliminano del tutto il virus. Il motivo è noto: l’HIV integra il proprio genoma nel DNA delle cellule ospiti, rifugiandosi in uno stato di latenza che sfugge all’azione dei farmaci.
Gli inibitori del capside, invece, orientano l’integrazione del materiale genetico virale in zone del DNA cellulare chiamate Lamina-Associated Domains (LADs) – aree geneticamente inattive dalle quali il virus non riesce più a riattivarsi. “È come confinare il virus in una prigione genetica dalla quale non può più uscire”, spiega il Dr. Manlio Tolomeo.
Per ottenere un risultato clinico stabile, sarà però necessario un trattamento prolungato con questi farmaci, in modo da favorire la selezione naturale di cellule infettate in cui il virus è ormai “intrappolato” nei LADs.
Lo studio, frutto di una collaborazione tutta palermitana, ha attirato l’attenzione di numerosi istituti di ricerca internazionali, soprattutto in Cina, e dimostra come anche dal Sud Italia possano arrivare contributi di altissimo valore nel panorama scientifico globale.
Dichiarazione del Prof. Antonio Cascio:
“Questo studio dimostra che anche a Palermo possiamo contribuire in modo concreto e innovativo alla lotta globale contro l’HIV. È il frutto di anni di lavoro multidisciplinare e della sinergia tra ricerca clinica e di base. La nostra speranza è che questa strada possa aprire nuove possibilità terapeutiche a beneficio dei pazienti di tutto il mondo.”
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