A seguito di indagini svolte dal Commissariato di P.S. di Leonforte, dirette dalla D.D.A. di Caltanissetta, Personale della Questura di Enna, con il supporto delle Squadre mobili di Enna e dell’Isola, dei Reparti Prevenzione Crimine e di unità cinofile di Palermo e Catania ha eseguito la notte scorsa l’operazione "Nickname", che ha portato all’arresto di 38 persone, tra i quali 5 minorenni. I fatti contestati sono associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e traffico di stupefacenti, oltre ad un episodio di estorsione con il metodo cosiddetto del “cavallo di ritorno”.
L’ordinanza cautelare, emessa su richiesta della DDA nissena dal GIP di Caltanissetta, è di custodia in carcere per 26 degli indagati arrestati e di arresti domiciliari per altri 7; per i 5 minori, il GIP presso il Tribunale dei minorenni, su richiesta della competente Procura, ha emesso 4 ordinanze di custodia in carcere ed una di arresti domiciliari.
Alcuni indagati risultano attualmente latitanti all’estero.
L’indagine, denominata “Nickname” per i soprannomi con i quali gli indagati erano soliti chiamarsi tra loro (a titolo esemplificativo “zio Giulio”, “Orzowey”, “u baruni”, “u suopu”, “u mazza”, “u topu”), ha permesso di acclarare come, nella zona nord della Provincia ennese (Agira, Leonforte, Nissoria, Assoro e Gagliano), il traffico di stupefacenti è attualmente il settore criminale più remunerativo grazie anche ad una forte e crescente “domanda” e come le locali associazioni criminali si siano collegate, per la gestione del settore, a personaggi della criminalità, anche organizzata, catanese. Nel corso dell’indagini sono stati operati numerosissimi sequestri di marijuana e di cocaina ed alcuni arresti in flagranza; è stata, altresì, sequestrata l’autovettura BMW X6 di Massimiliano SCAMINACI, utilizzata per il trasporto di cocaina da Catania ad Agira anche per le sue peculiari caratteristiche tecniche di velocità e volumetria .
La Polizia di Stato ha anche segnalato, quali assuntori di stupefacenti, alla locale Prefettura, circa cinquanta soggetti.
Nel corso delle indagini è emersa l’operatività di due diverse organizzazioni, una delle quali capeggiata da Massimiliano SCAMINACI, l’altra da Pietro CUCCIA, collaborato dal fratello Giuseppe CUCCIA.
Lo SCAMINACI Massimiliano -cugino di Antonio SCAMINACI, tratto in arresto quali esponente di Cosa Nostra in Agira e responsabile di estorsioni nell’operazione “Green Line” di Antonio SCAMINACI, tratto in arresto per estorsione nella medesima operazione- si occupava principalmente di reperire cocaina, e, tramite una comprovata rete di collaboratori, tra i quali DI BUA Francesco e i fratelli GAZZO Paolo e Filippo, di spacciare la stessa nel comprensorio agirino e nei paesi limitrofi.
Tra i fornitori dello SCAMINACI, quasi esclusivamente “catanesi” il pregiudicato catanese MUSUMECI Michele, per sua stessa ammissione appartenente alla famiglia “Santapaola”, collaborato dalla moglie RAPISARDA Santa e dal figlio Francesco.
Peraltro il MUSUMECI esercitava la sua influenza sulle organizzazioni criminali operanti in Agira intervenendo in caso di tensioni: in particolare, nel periodo del capodanno 2011, il GAZZO Filippo, reo di non aver rispettato degli accordi con il CUCCIA Pietro, veniva gravemente minacciato da quest’ultimo che esternava l’intenzione di aggredirlo fisicamente; in sua difesa interveniva, appunto, il catanese MUSUMECI Michele, che invitava SCAMINACI Massimiliano a far sapere al CUCCIA che non voleva che si “toccasse” il GAZZO Filippo, e che sarebbe “salito” lui stesso ad Agira per risolvere la problematica.
Altri fornitori della consorteria capeggiata dallo SCAMINACI erano NACETO Sebastiano, catanese, (con precedenti di polizia anche per associazione mafiosa), collaborato dalla moglie SIGNORELLI Rosanna e dal figlio Mario, Francesco BALSAMO “cicaledda”(con precedenti di polizia per associazione mafiosa e associazione finalizzata la traffico di stupefacenti) e SAMBATARO Biagio, di Belpasso (CT) , anch’egli con precedenti di polizia per associazione a delinquere.
La predetta SIGNORELLI Rosanna e SCAMINACI Massimiliano rispondono anche di estorsione per aver fatto da intermediari per la restituzione ad un cinquantenne agirino di una utilitaria sottrattagli a Catania, dietro il pagamento della somma di 700 euro.
Tra i collaboratori dello SCAMINACI nella distribuzione al dettaglio dello stupefacente GAZZO Paolo, alias “il barone”; costui è stato anche tratto in arresto nel corso delle indagini per essere stato, nell’Agosto del 2011, l’autore della cessione mortale di stupefacente avvenuta a Nissoria, che, causò la morte, per overdose, del giovane leonfortese BANNO’ Maurizio (reato di cui all’art. 586 del C.P., morte come conseguenza di altro delitto).
L’altra consorteria criminale, che prevalentemente, ma non in via esclusiva, “trattava” marijuana e hashish, era capeggiata da Pietro CUCCIA, coadiuvato dal fratello Giuseppe, figli di Rosario, attualmente detenuto presso il carcere palermitano “Pagliarelli” per traffico internazionale di sostanze stupefacenti (operazione “Strike”). I fratelli CUCCIA avevano una fitta rete di collaboratori e pusher che si occupavano di spacciare, al dettaglio, lo stupefacente in Agira, Assoro, Nissoria e Leonforte.
Tra gli affiliati del CUCCIA, spiccavano MINNI’ Mario alias “Mario u mazza”, che faceva da depositario per le sostanze stupefacenti, la moglie PALMISANO Venerina, che teneva i conti e la figlia MINNI’ Maria Antonella.
L’intensità del legame con i fratelli CUCCIA si evidenziava in occasione dell’arresto di MINNI’ Mario, in flagranza di reato, il 23.06.11, da parte del personale del Commissariato di Leonforte, quando erano proprio i fratelli CUCCIA ad assumersi gli oneri della difesa legale dell’imputato.
Gli indagati spesso usavano termini convenzionali per indicare la sostanza stupefacente e le loro contropartite in denaro; parlavano così telefonicamente talora di “carne di cavallo”, talaltra di “felpe” o “magliette”, olio, vino; a volte usavano anche espressioni fantasiose, come “un treno di gomme con la scritta verde”, intendendosi per verde la marijuana, da distinguere dal “bianco” della cocaina.
Il linguaggio convenzionale non impediva la decodificazione dei discorsi. Infatti, il riferimento, a volte, a prodotti, quali la “carne di cavallo”, o alla “munnizza” per alludere allo stupefacente, risultava del tutto incoerente con il contesto o l’attività lavorativa svolta dagli interlocutori; inoltre, la natura allusiva e criptica delle conversazioni intercettate risultava a volte dal fatto che le stesse erano evidentemente incongrue ed illogiche se considerate nel contesto complessivo della situazione invece che nelle singole frasi (per esempio quando un indagato chiedeva ad un altro di fare arrivare “due birre” al bar).
Allusivi erano anche i riferimenti alla presenza di forze di Polizia (“i cani senza…”, ossia i poliziotti senza divisa, in borghese).
Alcuni telefoni, utilizzati esclusivamente per l’attività di spaccio e non per questioni personali, erano chiamati “i telefoni della ditta”.
Sono stati condotti presso istituti di detenzione i seguenti soggetti:
1) CUCCIA Pietro, alias “Zio Giulio”, detto anche “Piero”, nato ad Enna il 13.12.1972;
2) SCAMINACI Massimiliano, alias “Viddanu” e “Picuraru”, nato ad Enna il 30.03.1977;
3) AMATO Pietro, nato Adrano il 14.05.1990;
4) BALSAMO Francesco, detto “Nino”, alias “cicaledda”, nato a
Catania il 18.04.1970;
5) BONANNO Giuseppe Salvatore, nato a Leonforte il 20.08.1986,;
6) BUSCEMI Sebastiano, alias “u suopu”, nato a Leonforte il
12.10.1986;
7) CUCCIA Giuseppe, alias “Orzowei”, nato ad Enna il 15.12.1975;
8) DI BUA Francesco, nato ad Enna il 24.12.1979;
9) FISCELLA Michele Angelo, nato a Catania il 07.08.1974;
10) G. S., nato a Leonforte ne11994, minorenne all’epoca dei fatti;
11) GAZZO Paolo, alias “Barone”, nato ad Enna il 4.12.1973;
12) GAZZO Filippo, nato ad Enna il 21.09.1988;
13) LICCARDI Salvatore, alias “Mandorlo” e “Tulipanu”, nato ad
Agira il 28.07.1971;
14) MINNI' Enzo, alias “Enzo topo”, nato ad Enna il 30.07.1983;
15) MINNI’ Giuseppe, alias “peppe u topo” nato ad Enna l’8.03.1976;
16) MINNÌ Maria Antonella, nata Leonforte il 30.07.1986;
17) MINNI' Mario, alias “Mario u Mazza”, nato ad Enna il 13.7.1962, ;
18) MUSUMECI Michele, nato a Catania il 24.07.1966 ivi residente
in piazza Mercato n.15, p.2;
19) NACETO Mario, di Sebastiano, nato a Catania il 17.4.1992;
20) NACETO Sebastiano, detto “Nello”, nato a Catania il 07.07.1966 ;
21) NASELLI Angelino, nato ad Enna il 26.03.1976;
22) PAGANO Francesco, alias “Cicciu u mattu” nato ad Agira il 30.05.1976;
23) PALMISANO Venerina, nata ad Agira il 26.06.1967, ivi residente
in via Dandolo n.84;
24) R. F., nato nel 1993, minorenne all’epoca dei fatti;
25) SAMBATARO Biagio, detto “Gino”, nato Belpasso 23.05.1956;
26) SIGNORELLI Rosanna, nata a Catania il 7/1/1972;
27) T. S., nato nel 1993, all’epoca dei fatti minorenne;
28) C. C., nato a Leonforte nel 1993, minorenne all’epoca dei fatti;
29) ARCIDIACONO Giovanni, nato a Catania il 29.09.1972;
Sono stati posti al regime degli “arresti domiciliari”:
1. B. M., nata a Enna nel 1994, minorenne all’epoca dei fatti;
2. MESSINA Daniela, nata in Germania l’1.10.1975;
3. MURATORE Filippo, alias “Moro”, nato a Catania il 19.3.1988;
4. MUSUMECI Francesco, nato a Catania il 15.07.1988;
5. PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Nicolò, detto “Nicola” o “Cola”, alias “u capizzuotu” nato a Nicosia il 23.8.1986;
6. RACCUGLIA Filippo, nato a Leonforte il 14.04.1989;
7. RAPISARDA Santa, nata a Catania il 28.02.1970;
8. RUBULOTTA Ignazio, nato a Leonforte il 29.11.1970;
9. RUSSO PAPO Domenico, nato a Nicosia il 16.11.1984.
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