Il Ponte la Tav il Brennero e altre storie

Perché le moderne vie di comunicazione e i lunghi “assi viari” sono indispensabili
La grandi opere pubbliche con gli “assi” viari, base dei trasporti intermodali, giocano un ruolo di primo piano e di valore insostituibile nell’imminente futuro. Ciò senza considerare che il “domani”, dato il veloce evolversi della realtà moderna, assieme all’accelerato svolgersi della storia, è da considerare …tutto imminente. Ciò nel senso che chi più rapidamente e meglio prevede, sarà vincitore di una battaglia dissimile da quelle di Austerlitz, Waterloo o El Alamein, ma non meno conseguente nelle vicende successive. I trasporti sono una componente base di ogni progresso e della prosperità dal tempo dei Fenici, dei Greci e dei Romani. Tutti brillarono per mare (navi) e per terra (strade). la rete stradale romana diffuse il Cristianesimo in tutto il mondo allora conosciuto. Valori materiali e morali viaggiano attraverso i trasporti sui mezzi di comunicazione. Tutt'oggi i trasporti sono "lo scoglio" principale del commercio fra luoghi non vicini fra loro.

E’ difficile, però, non sospettare che – dietro le grandi e generali spinte verso il progresso, volute dalla maggior parte dei governi nel Mondo – esistano altri “poteri”, a volte governativi, a volte men noti e men riconoscibili, altri puramente e semplicemente al di fuori della volontà democratica – cui le nazioni aspirano da tempi ormai remoti (Atene, Roma, Francia, Risorgimento…) – oppure, ancora, visibilmente nemiche di un progresso “diffuso” fatto di liberi centri decisionali di tipo pluralistico.
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Alessandro Magno inventore degli opinion leader

Occorre ricordare che il primo ad utilizzare una forma di “propaganda” negativa contro il proprio avversario e nemico, fu Alessandro il Grande. Poiché l’ancor giovane, illuminato ma certamente bellicoso, figlio di Filippo Il Macedone – che aveva già sottomesso l’Egitto, dove nasceva la “sua” Alessandria, le Isole dell’Egeo, dove si sviluppava la mastodontica (per valore ed estensione) civiltà ellenistica, che corse da tutta la Grecia fino alle maestose Antiochia e Pergamo. Fu allora che Alessandro sfidò Criro, re di Persia (odierno Iran), il paese che per la sua grandezza, la sua intima evoluzione e le sue risorse rappresenta un costante nemico della civiltà come noi la intendiamo. Non che sconfiggere i numerosi persiani, con le loro centinaia di migliaia di uomini in arme e una sfilza di generali “di corpo d’armata” fosse una novità: c’erano riusciti i Greci contro Serse alle Termopili e contro Dario a Maratona.


Ma Alessandro li affrontò sulla loro terra e in campo aperto con una esercito che aveva poco più di un quatto degli uomini di Ciro. Per questo pensò per la prima volta di svolgere un “assalto psicologico”, sfruttando un sistema di persuasione strisciante tramite opinion leader. Questo ruolo fu giocato in parte in un modo relativamente elementare: pagando i commercianti ambulanti che seguivano l’esercito persiano, vendendo ai soldati svariati generi di consumo: Occorre sapere che questa è una costante. La guerra non sempre si svolge combattendo, anzi… Nel corso di marce ed attesa, uno stuolo, venditori di cibarie, persino bibite ed altro ancora, ma anche prostitute, allibratori, ma anche di improvvisati giudici di pace che si arrogavano il ruolo di dirimere controversie fra la truppa…


Alessandro fece corrompere, ove poteva un numero di persone in questo secondo esercito, al servizio di quello vero, numeroso quanto la popolazione di un’odierna città di media grandezza.


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La verità questa sconosciuta


Se ad Alessandro il Grande si deve l’invenzione, l’applicazione nei recenti eventi bellici e nelle rivoluzioni è stata notevole. Sia dall’una che dall’altra parte si effettua volantinaggio, si manipola l’informazione, si trasmette con radio “pirata”, si comprano i media, si assoldano opinion leaders che ne catechizzano altri, ricorrendo ad uno strano “volontariato”. Che cosa di meglio che affermare al Bar o in quelli che un tempo si chiamavano salotti: “ve la do io la verità…” E sparare quella falsa – o a volte vera o quasi –informazione “segreta”…


L’azione coordinata “in grande stile” di propaganda politica si dice sia stata ricodificata ed applicata da Robespierre in Francia al tempo della Rivoluzione. Al famoso personaggio pubblico parigino si ispirò fortemente nientemeno che Benito Mussolini ed anche Hitler, il Satana della storia, che, come è noto, copiò nella forma dal tanto discusso capo del governo italiano. Così il maggior negatore delle libertà fu in realtà eponimo di uno fra quelli che, almeno all’inizio, più le avevano asserite nel passato.


Si pensi che anche all’arrivo dei Mille. Nel “fare l’Italia”, il territorio fu preparato dai Carbonari, che altro non erano che una filiazione della Massoneria. Frattanto le cannoniere inglesi protessero l’arrivo del Piemonte e del Lombardo a Marsala perché l’Inghilterra è il cuore storico della Massoneria, superato forse oggi nei fatti da Washington e Manhattan. I Borboni incarceravano i massoni e a volte li giustiziavano senza far troppo rumore, non fosse stato per i fucili (a Napoli era in voga la fucilazione). Né erano valsi i “voti” delle loro mogli, inviate con precisi compiti dall’Austria, per …convertirli.


Le organizzazioni di stampo massonico – nessuna esclusa – sono svariate e rappresentano un efficiente veicolo di persuasione “meno visibile e meno nota”. Dall’alto giungono “versioni” della storia e dell’imminente futuro, nonché scelte che vengono comunicate alla massa degli associati come …opinioni da sostenere. Mussolini, come i Borboni, era antimassonico e, con una specifica legge, ne vietò l’attività in Italia.


Quando Garibaldi giunse sulle alture di Gibilrossa e si apprestava a scendere su Palermo, fingendo sconfitte fra Corleone ed Altofonte (Il Parco), la città fu troppo lealmente (un po’ puerilmente) tappezzata dai Borboni da semplici manifesti che dicevano, pare: “i filibustieri, sconfitti al parco fuggono cercando imbarco”. Ciò non impedì al comandante della guarnigione borbonica che avrebbe dovuto difendere Palermo di ordinare ai suoi di “difendere il Palazzo”, dove non c’era niente e nessuno, consentendo ai Mille d’impadronirsi del Capoluogo senza troppo sforzo: soldi e lingotti del Banco di Sicilia fuggirono in Piemonte. Il generale Lai fu beffato secondo la migliore tradizione dei suoi corruttori. Così assistiamo, ancor oggi in Italia e altrove, alla fine di chi cede a “certe lusinghe”…


Raccontiamo queste storie perchè, se spionaggio, opinion leader, sistemi di persuasione e raggiro occulti e meno occulti esistono da tanto tempo, figuriamoci ai giorni nostri. Più aggiornati sono i mezzi, più perfezionate le tecniche. Ed anche il web fa la propria parte.


La conclusione è che difficilmente trarremo la verità da una, ma neppure da un coacervo di fonti informative, se prima non le sottoponiamo al vaglio della nostra intelligenza, della nostra cultura, a ragionamenti induttivi, deduttivi e di sintesi mentale.


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Trasporti intermodalità e vie di comunicazione


Torniamo, quindi, al nostro discorso sulle grandi vie di comunicazione e sul problema dei trasporti. Questi rappresentano il punto nevralgico, addirittura dolens, di ogni moderna evoluzione, della collaborazione commerciale, della globalizzazione “buona” e delle vendite di nicchia dei prodotti di qualità a noi italiani tanto “care”. Rappresentano secondariamente un’agevolazione al turismo. Primariamente moltiplicano ed accelerano i contatti fra gli uomini. E, se una località geografica è tanto più importante quanto più serva a far incontrare gli uomini, si capisce l’importanza del discorso. La erronee “dicerie” superano forse quelle che “girano” in fatto di ecologia ed energia. Su tutto prevale l’interesse di qualcuno. Tale interesse genera nei tre casi una sorta di cordata. Lo stesso avviene per l’acqua.


Che il trasporto aereo possa surrogare quello per strada e per mare è la prima menzogna da sfatare. Le quantità da trasportare sono tali che è impossibile pensare di inviare per via aerea le merci: neppure tutto il “pescato” siciliano, che pure non raggiunge il 2% del Pil dell’Isola. Figuriamoci i prodotti dell’agricoltura, dell’artigianato, il vino e i manufatti. Ma ciò che più conta – per restare in Sicilia – è la necessità dell’approvvigionamento. L’Isola, in fatto di beni trasportabili importerà sempre molto più di quanto produce. Almeno fino a data indeterminata.


Che il trasporto su strada ferrata ed i treni in generale siano in via di obsolescenza è un’altra grande menzogna. In tutto il mondo – Cina, Giappone, Canada, Australia, Stati Uniti si studiano nuovi treni ad alta velocità (Tav) per sopperire alla necessità di trasporto merci e passeggeri. Gli Usa si rammaricano di essere indietro con elettrificazione e la tecnologia: Abbiamo già pubblicato che l’elettrotreno è quasi un’invenzione itali tedesca degli anni 30. Italia e Germania si dividevano i primati mondiali di velocità. Gli elettro treni non possono essere traghettati (ponti), perché i “vagoni”, o meglio i vari segmenti non possono essere sperati se non in cantiere. Il trasporto su binario è preferito perché molto più ecologico. Fra l’altro si noti che, quando si parla d’energia, si guarda solitamente all’uso domestico. Non si pensa a quello industriale ed a quello urbani ed extraurbani, laddove è da comprendere l’illuminazione 24 ore su 24. Le pale eoliche e i pannelli solari sono solo …un gioco.


Navi e Traghetti hanno un ruolo fondamentale nei trasporti a vasto raggio, meno a medio e piccolo raggio. Non operano nelle grandi pianure, tranne quei pochi per acqua dolce. Anche qui le ferrovie hanno la meglio, assieme alle strade (gommato). Tuttavia, il Mediterraneo, che resta (torna anch’ad essere di più) il mare più importante del mondo, rappresenta una percentuale minima delle superfici acquee mondiali. Il traffico lo satura, esso – non la pesca – è il vero spauracchio ecologico da combattere, assieme agli scarichi industriali. Qualcosa, però, si è fatto.


Il gommato, parola con cui si allude al trasporto su strada è troppo adoperato in Italia. Esso diffonde polveri sottili, ingorga strade panoramiche, intasa le città. Tuttavia, in una misura non esigua, è indispensabile, sia per i vantaggi che offre (partenze improvvise fuori orario), sia perché capillarizza le consegne finali.


Intermodalità è la parola che più ricorre in fatto di trasporti moderni. E’ la tecnica, in uso soprattutto dopo la creazione dei containers e dalla “pallettizzazione”, tramite telai standardizzati di legno, raccolti e sollevati da “muletti” meccanici o a mano e collocati tutti uguali per svariatissime merci sui due tipi di container universalmente più in uso. Il Container può cambiare “modalità di trasporto” con rapidità negli interporti e negli autoporti: mare, cielo, binario, gommato ed anche …cielo. Ma, per capire il problema occorre guardare attentamente alle cifre: quante sono oggi le miglia di tonnellate da trasportate rispetto ad ieri, quanti saranno domani: non affidarsi ad impressioni del tipo …”oggi ci sono gli aerei”. Fermo restando che questi inquinano l’atmosfera, l’ambiente e il territorio di fumi, rumori e consumano diretti derivati dal petrolio.


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Europa Ten-t ed assi viari


Tutto quanto descritto fa capire che gli assi viari, che si riferiscono sia al binario che al gommato – spesso affiancati – sono il futuro dei trasporti. Essi si servono fondamentalmente di Tav, il treno del futuro. L’Europa ha varato il proprio piano Ten-t (Rete dei trasporti attraverso l’Europa) il cui “corridoio uno” resta – almeno nel nome- quello Berlino Palermo. All’Italia spetterebbe il compito di rendere agibili ai moderni treni il Brennero (in costruzione, è la meno contestata della tav) e lo Stretto di Messina tramite il Ponte (bersaglio di continua contestazioni). La stessa Sicilia non sa e non vuole, cogliere la chance. Ma il ridicolo si tocca anche con le contestazioni alla Tv Torino Lione. Lì si fa prevalere (come Messina) la volontà dei contestatori locali all’interesse dell’Europa e del Mondo. Molti qualificati critici parlano di “non necessità” di una nuova Torino Lione. Dicono che i francesi non ci credono e sono fermi, invece sono quasi pronti. Ma, soprattutto, il treno non serve per …andare a Lione. Fa parte della direttrice intercontinentale Lisbona echino. Se la tav venisse bloccata in Piemonte, ad avvantaggiarsene sarebbe la Baviera, che ha in tasca un altro vecchio progetto da rilanciare.


Quando si adiste alle contestazioni stradali, si pensi a quanto costa il pranzo o il panino con la bibita (black bloks), più lo spostamento dalle sedi di origine ed eventuale pernottamento, più armi e cartucce. Ma questa vengono più in luce e in essere in occasione di rivolte come la cd Primavera araba, che ha provocato al Mediterraneo meridionale – in pratica a noi – più danni di una diretta sconfitta bellica.


Rimane solo da chiarire chi può avere interesse ad ostacolare la crescita dell’Europa, dell’Italia e del Mediterraneo meridionale, dove nel 2010 era programmata la nascita dell’area di libero scambio e di una banca comune. Ma anche la crescita dell’economia occidentale o mondiale. Rimandiamo ad altre pagine ed altri servizi effettuati o da effettuare da parte di Palermoparla.






Rinviamo anche al concetto su esposto di “catena (solidale) di chi vi ha un interesse” materiale o ideologico, ma precisiamo che c’è chi ritarda la crescita anche nel resto del mondo, fino ad ispirare un anello della catena che si chiama “Associazione per la decrescita felice”. Tutti i gusti sono gusti, ma c’è chi afferma – non certo in basso loco – che la decrescita, otre ad essere assurda e inattuabile, perché indietro non si torna se non per cataclismi impensabili, è proprio l’ultima cosa per la qual ci si dovrebbe oggi adoperare. (Germano Scargiali)

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