Expo 2015, la Sicilia capofila del Biomediterraneo

di Maria Laura Crescimanno
La regione Sicilia ha già da maggio aderito all’ Expo 2005 come capofila del cluster biomediterraneo, ma può spiegarci meglio cosa sono i cluster e come sono stati concepiti?

“Nella logica generale, nei cluster si concretizzano aggregazioni tematiche tra diversi paesi. sei dedicati espressamente a prodotti e suoi derivati – frutta e verdura, sale, cacao, spezie, cioccolato, cereali e tuberi, riso – e tre dedicati a specifiche aree produttive – isole, mari e cibo, biomediterraneo, zone aride). Sono padiglioni veri e propri con una logistica strutturale già abbastanza definita, la creatività è stata affidata a docenti e studenti del politecnico di Milano. In questa fase, con una prima scadenza progettuale al 30 di ottobre, il comitato scientifico sta lavorando alla definizione dei contenuti. L’ idea è quella di riprodurre la ricostruzione dei paesaggi e delle atmosfere che danno vita alle singole culture, utilizzando all’ interno degli spazi fisici, tecnologie avanzate sul versante dell’ interattività, capaci di raccontare la storia del prodotto, ma anche l’ incidenza economica, la sostenibilità o le criticità energetiche ed ambientali. Vorremmo creare una vera interazione esperienziale, visiva e sensoriale da parte del visitatore”.

Nel Cluster biomediterraneo con la Sicilia ci saranno Algeria, Egitto, Marocco e Bosnia. Quali sono i prossimi adempimenti e compiti istituzionali dei singoli paesi?

“ Vorrei sottolineare la lungimiranza della Sicilia ad intestarsi il tema del biomediterraneo come regione capofila, pur mantenendo spazio nel padiglione Italia, dove sarà presente con il meglio dell’ offerta agroalimentare, lo stesso avverrà nel padiglione dedicato al vino. I paesi che stanno dentro al cluster tematico contribuiscono economicamente, ma hanno un ruolo propositore determinante nella definizione dei contenuti, che vanno dalla pesca, alla sostenibilità ambientale. Entro il 30 ottobre si chiudono i primi lavori per i report sui contenuti dei cluster. Dal 2 al 4 di ottobre è già in agenda l’ International Partner Meeting, che sarà una precisa occasione di confronto con il BIE e con tutti i paesi interessati ad Expo tra cui, immagino, anche i paesi mediterranei che hanno già aderito al Cluster biomediterraneo”.

Ma come apparirà al visitatore il cluster biomediterraneo?

“Uno spazio di circa settemila metri quadrati, non a caso attiguo a quello tematico delle Isole, Mare e Cibo. Sarà una città ideale contornata da mura bianche con un mercato al centro: la declinazione del tema del cibo di strada sarà organizzata con isole gastronomiche dedicate strettamente al pesce, per esaltare la food experience bio mediterranea. Accanto, come detto, ci sarà il cluster dedicato al mare ed alla pesca, temi forti che toccano certamente anche la Sicilia. Saranno due cluster in continuo contatto, dove il mare sarà al centro con le tematiche dell’ acquacoltura, Nel cluster Isole Mare e Cibo, forte sarà il tema della vulnerabilità della natura, legato al tema scottante del cambiamento climatico, dell’innalzamento delle acque e del rapporto con i nostri stili di vita quotidiani. Al cluster Isole per il momento aderiscono alcune grandi isole dell’ Africa, ma presto si aggiungeranno le Isole Stato dei Caraibi e del Pacifico. La nostra idea è di fare immergere il visitatore nell’esperienza viva offerta dalla natura che caratterizza queste isole, comprenderne il loro rapporto con l’alimentazione, i loro usi e costumi, ma avere anche una più chiara idea della vulnerabilità di questi paradisi e di tutte le realtà marine comprendendone i problemi legati alle risorse ed al loro depauperamento. L’ uso di tecnologie sarà fondamentale, l’ interattività con smartphone intelligenti, ma anche dei binocoli narrativi saranno istallati in più luoghi strategici con l’ obiettivo di sensibilizzare i visitatori sui temi della sostenibilità, sviluppando un dibattito ed una riflessione sui consumi e sulle soluzioni”.

Ma che vantaggio economico, a parte i 20 milioni di visitatori attesi nei mesi dell’ evento, ne avranno i singoli territori fuori dall’ asse Lombardia,Piemonte, Nord Est?

“Il senso dell’ Expo è di consentire una più diretta conoscenza dei temi dell’ esposizione universale ad imprenditori e buyers internazionali consentendo loro di andare “di rimbalzo” nei territori di produzione. Tutti i progetti di attrattività sui territori saranno fondamentali perché consentiranno accoglienza e trasporto rapido da Milano nel resto della penisola; un’offerta che dovrà viaggiare anche on line tramite i canali istituzionali delle Regioni. La regione Sicilia dovrebbe da subito implementare un circuito informativo e di sensibilizzazione in grado di stimolare gli enti locali e gli imprenditori nel creare validi progetti di attrazione riprendendo i temi dell’Expo e garantendo accoglienza e fruizione diretta del territorio e delle proprie aziende. In questo processo l’università si potrebbe fare carico di strategie di progettazione e di comunicazione da avviare sul campo. Il nostro comitato scientifico Expo è in questa fase a disposizione per condividere idee e modelli di intervento nonché creare strategie e progetti a supporto del territorio”.
Maria Laura Crescimanno Economia Sicilia

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