SICILIA: CONTRO LE VESSAZIONI DEL “SISTEMA ITALIA”

Stanchi di subire soprusi festeggiamo, il 9 Dicembre 2013, il settantesimo dalla fondazione del MIS, aderendo allo
sciopero indetto come forma di rivolta contro la mala politica, contro la crisi che attanaglia i diversi settori della vita quotidiana, in particolar modo, delle regioni del Sud e della Sicilia, da sempre oppresse ed abbandonate.
Convintissimi che i motivi della contestazione accomunano tutti i cittadini da Nord a Sud, manifestiamo, trasversalmente uniti a prescindere dalle proprie idealità e/o appartenenze, la forte protesta che vede protagoniste tutte le componenti della società civile.

Un modo per "dimostrare a chi governa che il popolo intero è stufo dei politici che non fanno niente, una protesta rivolta all’Italia ma anche all’Europa, affinché si prenda carico del disastro in cui versano i popoli che indietreggiano invece di andare avanti".

Condividiamo pienamente il pensiero di Mariano Ferro: “Lo Stato non ci fa scegliere chi ci governa, ci sovrasta di tasse, le grandi imprese finiscono all’asta, hanno tolto l’ assistenza dei disabili mentre le pensioni d’ oro e i costi della politica restano uguali, bisogna passare ai fatti. L'Italia che produce, di qualsiasi settore, l'Italia dei disoccupati, dei precari, dei giovani, degli studenti, dei padri, delle madri, dei figli e di chiunque voglia dire basta. Questa Italia si ribella e scende nelle strade e nelle piazze. Ribellarsi è un dovere. Può darsi che creeremo qualche disagio alla popolazione, ma l’unica arma che abbiamo è il popolo che, come accaduto in Sicilia, è sceso con noi per le strade e ci ha sostenuto. Adesso faremo di più, molto di più. Stiamo organizzando in dettaglio l’azione che porteremo a termine. Ci diranno che non è legale? Beh, quello che sta facendo lo Stato italiano a tutti noi è legale? Qui c’è gente che si uccide, non ce la fa ad andare avanti, gli viene pignorata la casa dopo 50 anni di lavoro, viene massacrata di tasse”.

Aveva ragione il Presidente Sandro Pertini: “Quando un governo non fa ciò che dice il popolo, va cacciato anche con mazze e pietre”. Ed è ora di fare ciascuno la nostra parte. Scendiamo in piazza ed esprimiamo PACIFICAMENTE LA NOSTRA “INCAZZATURA” assieme ai disoccupati, ai precari, agli studenti e a tutti coloro che vogliono dire basta allo “Stato Padrone”!



Riappropriamoci della SOVRANITÀ POPOLARE!

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