Oratorio di San Lorenzo, tornano a splendere gli stucchi di Serpotta e i tessuti Domani alle 10 conferenza stampa e visita in anteprima per i giornalisti Domenica 9, l’Oratorio sarà aperto gratuitamente ai cittadini dalle 10 alle 18

PALERMO. A distanza di dieci anni dai grandi lavori di restauro effettuati dalla Sovrintendenza e a otto dalla consegna dell’Oratorio di San Lorenzo in gestione all’Associazione Amici dei Musei Siciliani che quotidianamente lo apre ai visitatori, i magnifici stucchi di Giacomo Serpotta sono stati ripuliti ed è stato ricollocato il tessuto damascato posto sopra le panche dei confrati che impreziosivano le pareti. L’accumulo di polvere, la presenza di sali e l’infiltrazione dai tetti di acqua piovana avevano causato gravi macchie di umidità.
Domani, sabato 8 agosto alle 10 saranno presentati i lavori alla stampa (Oratorio di San Lorenzo, via Immacolatella n.5)
Sarà presente il presidente degli Amici dei Musei siciliani, Bernardo Tortorici di Raffadali e l’architetto Gaetano Renda, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Curia di Palermo, che illustreranno l’intervento. I lavori, durati due mesi ed effettuati sotto l’alta sorveglianza della Sovrintendenza, sono stati interamente finanziati dall’Associazione attraverso il ricavato dei contributi degli ingressi turistici e con l’organizzazione di eventi finalizzati a tale scopo, che hanno visto la collaborazione di istituzioni ed artisti locali. In occasione del restauro, l’Oratorio domenica 9 sarà visitabile gratuitamente dai cittadini per tutta la giornata. 

ORATORIO DI SAN LORENZO
L‘oratorio sorse intorno al 1570 ad opera della compagnia di San Francesco sulle spoglie di un’antica chiesetta dedicata a San Lorenzo.Per questo motivo la dedicazione attuale ricorda entrambi i santi.
Giacomo Serpotta vi intervenne a partire dal 1699 e fino al 1707 circa, con la collaborazione dell’architetto Giacomo Amato, innanzitutto per rinnovare la decorazione del presbiterio che conteneva la famosa Natività con adorazione dei pastori dipinta da Michelangelo Merisi da Caravaggio intorno al 1600.
Terminato l’intervento intorno alla preziosa tela, con uno schema di derivazione prettamente romana e con la realizzazione di due tra i più straordinari angeli che avesse mai realizzato, il Serpotta si dedicò all’aula.
Essa nell’insieme è considerata forse il capolavoro assoluto del maestro palermitano, per la giusta proporzione tra la freschezza inventiva dei primi anni e la sapiente maturità della tecnica esecutiva. 
E’ un’opera densa di immagini tra cui i “teatrini” con gli episodi della vita dei Santi Lorenzo (a sinistra) e Francesco (a destra), a cui sono accostate le statue allegoriche, tra le quali spiccano ai lati del presbiterio, la matronale Ospitalità e la materna Carità. Tutto l’apparato è ornato da putti che più che in ogni altro oratorio sono scatenati in svariate attività.

L’oratorio è salito alla ribalta internazionale non per il suo indiscusso valore artistico, ma per il clamoroso furto della “Natività” di Caravaggio, mai più ritrovato; ancora oggi figura tra le opere più ricercate al mondo sul sito del FBI. Non fu l’unico furto subito poiché negli anni 70 vennero trafugate alcune delle statuette che adornavano i “teatrini” del Serpotta e negli anni 80 venne addirittura rubata la monumentale fontana del cortile, successivamente ritrovata.


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