LUMIA: Approvare pacchetto antimafia e inasprire 41-bis

Il 41-bis insieme all’aggressione ai patrimoni rappresentano il tallone d’Achille di Cosa nostra. La migliore risposta al tentativo dei corleonesi di colpire il Ministro Alfano deve essere esemplare e unitaria: varare il pacchetto antimafia approvato dalla Camera e adesso alla valutazione del Senato.

 Anche sul 41-bis non bisogna mollare la presa. Anzi è necessario inasprirlo ancora di più. Sia chiaro: il carcere duro non lede i diritti umani, ma impedisce ai boss in cella di stabilire quali estorsioni fare, come riorganizzare la rete di Cosa nostra, quali collegamenti avere con la parte collusa delle istituzioni e della politica, quali appalti truccare, chi deve salire e scendere nella gerarchia mafiosa e addirittura, come è avvenuto in un colloquio in carcere tra Riina padre e Riina figlio, buttare lo sguardo su un nipotino ritenuto ‘sveglio’ nel senso mafioso del termine.

Oggi un’importante operazione della Procura di Palermo ha portato all’arresto di 6 persone a Corleone.

Ma ci sarebbe un’altra scelta che il Parlamento, il Governo, con in testa il Presidente del Consiglio ed il Ministro dell’Interno, dovrebbero valutare: riaprire le carceri di Pianosa e l’Asinara. La legge che abbiamo modificato in Parlamento nel 2009 lo consente. Bisogna avere il coraggio di farlo. Così si risponde a chi vuole rialzare la testa all’interno di Cosa nostra.

I corleonesi non hanno mai smesso di avere un ruolo importante dentro Cosa nostra. I Lo Bue, come è risaputo, hanno avuto una funzione decisiva nella lunga latitanza di Provenzano e hanno svolto in modo abile il compito, non semplice, di tenere le fila tra le famiglie corleonesi. È un errore considerarli come degli ottusi allevatori. Sono violenti, allo stesso tempo capaci nel ricucire antichi rapporti e nel tenere Corleone in una condizione di pax mafiosa.

Giuseppe Lumia

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