OGGI ASSEMBLEA ALL'ASP. PRESENTAZIONE DELLA CARTA DEI DIRITTI TRA GLI OPERATORI DELLA SANITA'. “CI CHIEDONO CONDIZIONI DECENTI DI LAVORO. E' UN MONDO CHE VA ASCOLTATO”
Palermo 29 febbraio 2016 - “Abbiamo l'angoscia dei cambi d'appalto, ogni volta sappiamo che si guarda solo ai saldi e non ai lavoratori. A ogni corsa al ribasso, si calpesta tutto quello che noi come lavoratori rappresentiamo”, dice Giuseppe Spinnato, che si occupa della vigilanza dentro l'azienda sanitaria di Palermo. E ha aggiunto Simon Pietro Cortimiglia, ausiliario della sanità, Rsa Filcams Cgil, che si svolge le pulizie di sale e reparti, da 3 anni in contratto di solidarietà, con 5 mesi di cassa dell'amicizia alle spalle: “Lavoriamo solo 4 ore al giorno, dal lunedì al venerdì. Facciamo appena il 50 per cento di quello che stabiliva il nostro contratto. Il paradosso è che una lira non l'abbiamo vista, da mesi non siamo pagati”.
Un mondo, quello della Sanità, dove coesistono diverse tipologie di contratti e dove in questi anni di crisi i lavoratori – come denunciano - sono andati incontro a una lunga stagione di diritti calpestati, di disgregazione, di arretramento. Ed è in mezzo a questa gente, una platea di medici, infermieri e personale dei servizi, che oggi la Cgil, assieme alla Filcams e alla Funzione Pubblica, ha portato la proposta della nuova Carta dei diritti universali del lavoro e ha presentato il disegno di legge di iniziativa popolare. “Il nostro obiettivo è aprire una stagione nuova, in cui i diritti valgano per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla tipologia contrattuale. Vogliamo recuperare la dignità e l'orgoglio del lavoro, per cambiare le condizioni dei lavoratori - ha detto la segretaria nazionale Cgil Gianna Fracassi – In questi anni abbiamo assistito alla proliferazione dei voucher e di una pletora di contratti precari e flessibili. L'introduzione del contratto a tutele crescenti non ha cancellato le forme di flessibilità ma ha indebolito il contratto a tempo determinato e indeterminato. Oggi abbiamo la necessità di portare avanti un'iniziativa straordinaria per determinare una ripartenza. Lo stiamo facendo con migliaia di assemblea in tutta Italia, e vogliamo cancellare la rassegnazione, che è profonda”. E di inclusione e solidarietà ha parlato il segretario Cgil Palermo Enzo Campo: “Le norme universali che la Cgil presenta parlano di inclusione e solidarietà tra i lavoratori, che sono i principi attraverso i quali vogliamo portare avanti la nostra sfida. Un atteggiamo culturale nuovo che serve per diffondere l'idea che i diritti sono di tutti i lavoratori, e non dipendono più dalla tipologia del rapporto di lavoro. Oggi abbiamo una parte consistente del mondo del lavoro in cui la condizione lavorativa è fatta di povertà. Ci sono persone che lavorano da mezz'ora a tre ore al giorno. Abbiamo sostenuto tempo fa i lavoratori di una cooperativa del pulimento che lavorava in queste condizioni per una società partecipata del Comune. E li abbiamo appoggiati con la solidarietà manifestata dagli altri lavoratori, che hanno partecipato alla protesta. Perché nessuno deve sentirsi solo. Il diritto a un lavoro dignitoso e decente è di tutti”.
Alla consultazione erano presenti circa trecento operatori, che hanno condiviso per acclamazione gli obiettivi prefissati dalla Cgil con la Carta dei diritti universali e con il disegno di legge di iniziativa popolare. “Chiediamo che le nostre condizioni di lavoro vengano migliorate, che si rispettino le mansioni, che le forme di incentivazione consentano a ciascuno di noi di investire sulla formazione e sulla produttività – ha detto Maddalena Marino, psicologa dell'Asp – I tagli continui nella pianta organica hanno reso più complicato il nostro lavoro. Quello che avevamo creato fino al 2000, grazie anche alle tante battaglie del sindacato, è stato sistematicamente distrutto. Oggi dovremmo fare un lavoro e svolgiamo 3-4 ruoli diversi per portare avanti la baracca. Lo stress aumenta. Il lavoro che facevamo in quattro ora lo facciamo in due”. E ha aggiunto Patrizia Urso, amministrativa: “Dobbiamo lasciare da parte gli schemi che hanno diviso i lavoratori da un settore all'altro e marciare uniti. Per rimettere al centro delle politiche del lavoro la felicità e l'umanità di ogni singolo lavoratore. L'obiettivo è unico e dobbiamo restare compatti”.
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