Sacerdoti e ufficiali porcelloni, e qualche giudice ci mette anche la sua


“… e se vuoi l’assoluzione, prendi in mano sto cordone”. Naturalmente – secondo questa litania molto in voga fra i giovani sempliciotti e giocherelloni di tanti anni fa - il cordone che spuntava da sotto la tonaca era ben altra cosa, ma le timorate di Dio facevano finta di non capire e soddisfavano le insane voglie del confessore.
Passano i secoli ma ci sono ancora vecchi sporcaccioni che sfruttano debolezze e ingenuità per soddisfare le solite voglie, ma ogni tanto finisce loro male. Come è successo a uno dei sacerdoti noti a Palermo anche come “esorcista “ e a un insospettabile colonnello dell’esercito.
Il sacerdote è padre Salvatore Anello, sessantenne, arrestato con l’accusa di violenza sessuale all’interno del convento dei Cappuccini, ma svolgeva anche le funzioni di cappellano all'ospedale Civico.
E’ accusato di aver palpeggiato due donne e tre minorenni che si erano rivolte a lui per essere aiutate. Fra riti e benedizioni avrebbe commesso violenze. La denuncia di una delle vittime ha infranto il muro di paura e silenzio che si ergeva intorno al suo operato.
Lui affermava di essere riconosciuto come esorcista, ma viene smentito dalla diocesi di Palermo.
L’ altra squallida vicenda ha portato contemporaneamente in carcere anche un ufficiale dell’esercito, il colonnello Salvatore Muratore, sessantenne, in servizio al Genio Trasmissioni della caserma Turba.L’uomo è uno degli animatori più attivi della comunità del Rinnovamento dello Spirito Santo di Palermo.
Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Giorgia Righi e del procuratore aggiunto Salvatore De Luca, l’ufficiale avrebbe approfittato di quattro donne e di una minorenne che si trovavano ammalate o in stato di fragilità psicologica, compiendo gli atti nelle loro abitazioni.
Si è giustificato dicendo di recitare preghiere di guarigione nell’assistere spiritualmente queste consorelle.
Una volta le fiigure di riferimento per la sicurezza dei cittadini e la morale pubblica erano tre: sacerdoti, militari e giudici.
Vista questa squallida vicenda, che ha coinvolto tonache e divise, e le incriminazioni dei giorni scorsi ai magistrati del clan Saguto e affini, per i loro miserabili comportamenti, c’è davvero di che scoraggiarsi.
Insomma, come si diceva una volta, non c’è più mondo-

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