“A Renzi, davanti alle vertenze Almaviva e Sis esplose in a Palermo, poniamo una domanda: sono queste le aziende con le quali si vuole fare crescere l'Italia e rilanciare il Mezzogiorno? Il governo si affida a questa imprenditoria per fare uscire Palermo dalla crisi, dopo che in città sono stati già persi 40 mila posti posti di lavoro in questi anni? Se con questo sistema di appoggi e di incentivi alle aziende, si taglia solo e sempre sul costo del lavoro e si bloccano opere come il passante ferroviario, tenendo prigionieri gli operai in contenziosi tra imprese di cui i lavoratori non hanno responsabilità, questa non è crescita”. Ad affermarlo è il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo, che giudica “poco soddisfacente” l'ultimo incontro al Mise in cui ai lavoratori Almaviva ancora una volta è stata prospettata la possibilità di perdere il 30 per cento dello stipendio col trasferimento a Rende. “Approfitteremo di questi giorni di sospensione comunicata dall'azienda per andare avanti con le assemblee e per parlare con i lavoratori. Ancora una volta si scarica tutto sull'anello più deboli, vessando i lavoratori con salari bassissimi e con condizioni di lavoro pesanti. Non è più possibile accettare ricatti senza dignità per un salario qualunque esso sia – aggiunge Enzo Campo – I lavoratori Almaviva non sono gli unici. La vertenza della Sis ci impone di chiedere a Renzi come sia possibile avere fiducia in questa imprenditoria. Chiediamo un intervento forte della città, del sindaco, del presidente della Regione, perché facciano sentire forte la loro voce sui problemi e sulle difficoltà di Palermo. Noi, davanti allo sconforto di 500 nuovi edili licenziati e dei lavoratori dei call center lasciati soli a combattere contro le delocalizzazioni, poniamo queste domande. Sono questi gli imprenditori che servono per lo sviluppo della nostra città? Questa per noi non è crescita”.
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