CANTIERE NAVALE: “DISORGANIZZAZIONE ED ERRORI NELLE OFFICINE”. PER LA FIOM “LA PRODUTTIVITÀ SOTTO ZERO DIPENDE DALL'AZIENDA”

“Cantiere Navale: produttività sotto zero nelle officine, errori sistematici, perdita di efficienza. Tutti problemi causati da una gestione inadeguata”. L'allarme arriva dalla Fiom Cgil di Palermo, che rileva come per una lavorazione in officina oggi vengano impiegate il più del doppio delle ore di lavorazione rispetto a quelle previste.
La Fiom parla di disfunzioni dovute a una “disorganizzazione generale del lavoro”: saldature e montature di pannelli da ripetere più volte per errori nella progettazione dei blocchi, saldature da rifare, montaggi di materiali sbagliati. “Spesso un'operazione va ripetuta, i blocchi escono dall'officina in ritardo, mancano le attrezzature adeguate alla saldatura automatica in grado di dimezzare i tempi di lavorazione perché non vengono riparati gli attrezzi guasti e non ne vengono acquistati di nuovi. Le insufficienti attrezzature di sollevamento fanno sì che i blocchi rimangano fermi in attesa di essere spostati per giorni. Centinaia di ore di lavoro vanno così perse. La colpa –dichiarano il segretario Fiom Cgil Palermo Angela Biondi e Francesco Foti, Rsu Fiom Cgil Palermo - non è dei lavoratori, ma delle scelte della dirigenza locale, che non riesce ad organizzare il lavoro, perdendo così la produttività. Le officine stanno andando a fondo, c'è ormai una disorganizzazione totale che è la causa del fatto che ci vogliono 800 ore per svolgere una lavorazione che ne prevede 300”. 

Una situazione complessa, che va avanti da mesi, sin da quando la Fiom aveva anche segnalato l'utilizzo improprio di un gruppo di una quindicina di lavoratori, con limitazioni fisiche, riportati in produzione a svolgere lavori pesanti di saldocarpenteria. "Questo problema- continuano i sindacalisti- riguarda i lavoratori non in condizioni fisiche di svolgere determinati lavori, presi e riportati a svolgere mansioni di saldatura che non possono espletare pienamente, come si legge dai referti della stessa Asp che riconosce loro un'idoneità limitata. Questi lavoratori erano prima adibiti a svolgere mansioni consone in altri reparti, in cui potevano rendere una prestazione al cento per cento. Tutto questo con l'obiettivo di dare il lavoro che svolgevano in precedenza i lavoratori del Cantiere in appalto. E il risultato è che anche questi reparti stanno andando a picco per mancanza di esperienza”. 
Aggiungono i due sindacalisti: “La direzione, agli occhi della dirigenza nazionale, maschera la propria disorganizzazione e inefficienza inviando lettere di contestazione, cercando di attribuire in questo modo le colpe agli operai."

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