IMMIGRAZIONE: DAL MODELLO FARO LE BUONE PRATICHE DI ASSISTENZA PER I MINORI MIGRANTI


Oltre 25 mila sono i minori stranieri, non accompagnati (Msna) dai loro familiari, sbarcati sulle coste italiane nel 2016. Secondo il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, al 31 dicembre 2016, ne sono arrivati 17.373 (il 45,7 per cento in più del 2015), ma di oltre 6.000 si sono perse le tracce perché fuggiti dai centri di prima accoglienza, esponendosi a rischi di incolumità fisica e psichica.
“I piccoli migranti non accompagnati rappresentano perciò una popolazione vulnerabile, che richiede risposte qualificate capaci di offrire protezione e sostegno adeguati”, ha detto Toti Amato, presidente dell'Ordine dei medici di Palermo, che ha ospitato stamattina a Villa Magnisi, sede dell'Omceo, la Ong Terre des Hommes. L'occasione è stata la conferenza di presentazione della nuova “Guida al Modello Faro: Salute Mentale e Supporto Psicosociale a minori migranti non accompagnati e a famiglie con bambini in prima accoglienza”, elaborata dalla Ong. La Guida si propone di “sistematizzare il peculiare modello d’intervento di assistenza ai minori migranti seguito da Terre des Hommes nel suo progetto Faro”, ha spiegato Federica Giannotta, responsabile dei progetti Italia e Advocacy della Fondazione. “Si tratta di un modello unico nel suo genere in Italia, dedicato ai minori migranti, che rispecchia in tutto le Linee Guida dell’Inter-Agency Standing Committee (IASC) dell’OMS per la salute mentale e il supporto psicosociale nelle situazioni di emergenza1”.
Secondo Terre des Hommes, la legge Zampa approvata di recente "dovrebbe correggere le disfunzioni del sistema di accoglienza attuale, che costringe soprattutto i minori a lunghe permanenze in strutture non adeguate, perché nate per essere solo un luogo di transito e dunque non attrezzate a fornire una reale presa in carico della persona, per l’assenza di servizi qualificati quali supporto sociale, educativo, sanitario, psicologico".  Per rispondere a questi bisogni, la Guida delinea un modello di intervento multilivello, capace di rispondere in modo flessibile alle diverse necessità dei piccoli migranti a seconda del luogo in cui avviene la prima accoglienza (banchina del porto, hotspot e Cpa), dove le équipe di Terre des Hommes sono presenti con le attività di supporto psicosociale e psicologico previste dal progetto Faro, implementate secondo il sistema piramidale delle linee guida Iasc. Nei primi due livelli della piramide ci sono le attività di orientamento ai servizi disponibili nello specifico contesto di accoglienza e quelle di raccordo con gli utenti, oltre che interventi di supporto psicosociale. Nel terzo livello si inseriscono invece interventi psicosociali, che aiutano il minore a riacquistare quel senso di sicurezza necessario a riattivare la sua capacità di ridisegnare il suo progetto di vita nel nuovo contesto. Al vertice si collocano le attività di aiuto degli esperti psicologi, che garantiscono la presa in carico dei bambini nel medio e lungo termine. Il progetto Faro è già attivo nella provincia di Ragusa, Siracusa e Catania, ovvero: alla banchina del porto all'Hotspot di Pozzallo, al Cpa delle suore salesiane di Pozzallo, al centro Casa delle Culture di Scicli, al centro Il Nodo di Catania, San Francesco a Caltagirone (CT) e Capocorso (SR). Nel 2016 sono stati 5.494 i bambini e i ragazzi che hanno beneficiato di assistenza psicosociale e 233 i minori seguiti con un supporto psicologico individuale dal team del progetto.  La Guida del nuovo modello operativo di assistenza è scaricabile alla pagina http://www.terredeshommes.it/dnload/GuidaFARO-2017.pdf










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