STUDENTI LANCIANO APPELLO PER LE AMMINISTRATIVE

MAI PIÙ INVISIBILI. Siamo le studentesse e gli studenti che ogni giorno vivono città e strade, frequentano scuole e università ed ogni giorno si scontrano con realtà sempre più escludenti e distanti. Ci appelliamo a tutte e tutti i candidati, che in questi mesi sono stati e sono in campagna elettorale, alle elezioni amministrative di Giugno 2017 affinché si impegnino ad aprire una discussione e a prendere posizione rispetto alle tematiche che le studentesse e gli studenti siciliani ritengono prioritari. L’appello parte proprio dai luoghi della formazione, da chi, più di tutti ha pagato la crisi economica
di questi anni e i tagli del governo e che ha visto scuole, università e città sempre più povere e trascurate. Viviamo in un modello sociale che ha creato solo disuguaglianze ed annulla ogni tipo di possibilità di autodeterminazione personale; non possiamo restare in silenzio, ma abbiamo il dovere, oltre che di rilanciare la nostra macro-vertenza regionale, di costruire opportunità e sperimentazioni territoriali che diano strumenti reali per affrontare la crisi e immaginare un futuro differente per sé stessi e per il proprio territorio. Le nostre rivendicazioni sono chiare: 1) diritto alla partecipazione; Vogliamo partecipare ed incidere nelle scelte per costruire città e quartieri a nostra misura, sperimentando nuovi modelli di democrazia partecipata che possano vedere nella formazione il volano dello sviluppo cittadino. Vogliamo sperimentare esperienze di pubblico-partecipato e progettazione partecipata per un modello diverso di gestione dei nostri
territori. Per questo riteniamo fondamentale l’istituzione di un forum cittadino, formato da studentesse e studenti, in grado di formulare ordini del giorno all’amministrazione e che abbiano
un vero peso politico nelle città 2) diritto alla socialità; Nelle nostre città è esplosa un’ondata repressiva che applica delle restrizioni anche per la permanenza nei parchi e nelle piazze (gli unici luoghi realmente vissuti) per cercare di camuffare esteticamente la frammentazione del tessuto sociale. Mancano aule, spazi e locali per le studentesse e gli studenti che desiderano riunirsi e per le
associazioni stesse per svolgere attività anche utili per la comunità in cui si trovano. Il diritto alla città, alla socialità ed alla partecipazione di tutte e tutti non può essere negato, ma va costruita una idea diversa di città, che metta al centro la socialità e l’aggregazione. 3) diritto allo studio e reddito di formazione; Bisognerebbe non solo fornire borse di studio e sussidi, ma che queste si adoperino realmente per garantire un vero reddito di formazione e la reale gratuità dell’istruzione, tramite l’erogazione di un rimborso per quanto speso nell’acquisto del corredo scolastico. Consentire indipendenza alle studentesse e agli studenti siciliani significa infatti creare uno strumento di autonomia e di liberazione dalla famiglia e dalla propria condizione sociale così da
limitare la diaspora degli studenti e abbattere una delle maggiori cause della dispersione scolastica e universitaria. I veri strumenti per garantire il diritto allo studio e indipendenza possono essere:
 Reddito di formazione
 Comodato d’uso gratuito
 Accesso libero a canali extrascolastici ( cinema, ibri, musica)
 Mobilità gratuita
4) libero accesso ai saperi; È fondamentale ripensare il rapporto tra cultura e conoscenza ritenendo la loro produzione e diffusione come accessibili universalmente. La lotta a questo modello di gestione dei saperi e della cultura è imprescindibile per restituire
dignità ai luoghi della formazione e ai soggetti che li abitano. Oggi, nell’era di Internet, è impensabile che il territorio comunale e molti luoghi della formazione siano ancora sprovvisti di una connessione libera e gratuita. Quello del caro libri è un altro degli aspetti che pesano tantissimo sul costo della formazione. Riteniamo indispensabile il libero accesso a tutti i luoghi della formazione e della cultura, formali e non. È necessario rendere le nostre città “città educative”, capaci di moltiplicare le opportunità formative attraverso le esperienze quotidiane. E’ necessario rivitalizzare biblioteche o luoghi di diffusione culturale, stimolare ed incentivare iniziative di giornalismo locale o qualsiasi tipo di attività intrapresa da chi vive strade e città.
5) diritto alla mobilità; Una mobilità economicamente escludente alimenta notevolmente le differenze tra chi sta nei “centri” (in prossimità dei luoghi di formazione) e chi sta nelle periferie
(lontano da essi). Spesso i mezzi di trasporto sono organizzati male, ci sono poche corse, molto spesso affollate, c'è un bassissimo collegamento tra le aree cittadine e quelle periferiche e rurali, i
mezzi servono poco le aree di interesse culturale e sociale, e in moltissimi casi terminano le proprie corse presto la sera. Inoltre in questi anni i costi dei mezzi pubblici sono fortemente aumentati, rendendo oneroso il loro utilizzo.
6) diritto alla salute; Quando parliamo di diritto alla salute ci riferiamo anche al, troppo spesso dimenticato, diritto ad una informazione laica sulla sessualità e quindi ad una maggiore presenza di consultori e distributori di anticoncezionali, oltre che al completo disgregamento del tabù ‘sessualità’ all’interno delle università ma soprattutto delle scuole, come proposto nella nostra
proposta di legge regionale sul diritto allo studio ”I diritti non si isolano”.
7) diritto alla libertà di movimento; Chiediamo che i candidati prendano una posizione netta non solo rispetto all’accoglienza e all’immigrazione ma anche rispetto alla partecipazione a bandi e
progetti per poter aprire non solo dei non “CAS” ma “SPRAR” in grado di diventare parte del cuore pulsante della città oltre che luogo di accoglienza.
Ci riconoscete? Siamo i fantasmi che vivono attorno a voi, i fantasmi che magari non hanno ancora diritto al voto che respirano la vostra stessa aria e che patiscono tante ingiustizie e tante soprusi.
Paghiamo troppi soldi per il corredo scolastico, ci spostiamo in bus malfunzionanti pur pagando cifre esorbitanti; viviamo in città spente senza luoghi di aggregazione, destinati a noi giovani; ci
affanniamo a realizzare attività senza nessun tipo di sussidio; ci siamo presto abituati al fatto che il sesso è un tabù, troppo difficile da sciogliere, e che nessuno ci spiegherà mai tutte le questioni,
ancore irrisolte nella nostra mente. Ci troviamo a dover abbandonare le nostre città perché bisogna trovare lavoro o perché non esiste un reddito di formazione che possa permettere di vivere in maniera dignitosa, ci troviamo a studiare e vivere in strutture fatiscenti e ci sentiamo completamente esclusi dalla vita attiva della
città. Siamo noi, i fantasmi, gli invisibili, coloro che adesso invece hanno deciso di riprendere in mano vite e futuro ed aprire una discussione su tutte le questioni che noi riteniamo prioritarie perché
adesso #decidiamoNOI, mai più città fantasma, mai più città invisibili. L’appello è aperto a tutte e tutti i candidati di tutti i comuni della Regione affinché si apra seriamente una discussione su tutti i temi da noi esposti.

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