Fatture false per lavori nelle scuole e favoreggiamento immigrazione clandestina: in manette 7 persone


di Ambra Drago
Lavoratori extracomunitari, ben centocinquanta, in nero o addirittura presenti solo sulla carta in cambio di un permesso di soggiorno e fatture false dal valore di un milione per ottenere notevoli vantaggi fiscali, il tutto all'appannaggio dei super appalti nelle scuole affidati dalla Consip a una società bolognese.Questa, in due anni, avrebbe ricevuto fatture per quasi 2 milioni di euro.
Nel raggiro ne avrebbe fatto parte un ex ragioniere palermitano, coinvolto in inchieste giudiziarie nel settore fiscale e radiato dall'albo.
Un meccanismo scoperto dagli uomini Nucleo di polizia economico finanziaria diretto dal colonnello Cosmo Virgilio e che ha avuto inizio dal fermo di indiziato di delitto eseguito all'indirizzo di tre persone accusati di documentazione attestante il falso tale da consentire la permanenza sul territorio nazionale di soggetti extracomunitari. Da qui sarebbero partiti gli ulteriori arresti di quattro persone che dovranno rispondere anche di riciclaggio, di commissione di delitti contro la Pubblica Amministrazione quali reati di falso e la tentata truffa ai danni dell’Inps, nonché al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.


"Tale sodalizio criminale, operativo affermano gliinvestigatori, fino a febbraio 2019, è risultato composto da cittadini italiani, tra cui il ragioniere, nonché da extracomunitari che – ciascuno per la propria etnia di riferimento – hanno operato quali referenti e procacciatori di connazionali interessati all’ottenimento della falsa documentazione per richiedere il rilascio e il rinnovo dei titoli di soggiorno, in modo da legittimarne la permanenza sul territorio nazionale.Eloquente- affermano gli investigatori- in tal senso è il contenuto di una conversazione telefonica intercettata, in cui uno straniero, dopo avere ottenuto, dietro pagamento, il fittizio contratto di lavoro dal ragioniere, chiede al professionista: “… vedi se ci sono lavori capito. Anche poco soldi non c’è problema”.
Inoltre sarebbe emersa una tentata truffa ai danni dell’INPS (che ha rigettato le domande) in quanto è emerso che il professionista aveva falsamente attestato fittizi rapporti di lavoro nei confronti di cittadini italiani per far loro accedere ai benefici dell’indennità di disoccupazione.

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