Blitz dei carabinieri fermato un "boss" di Balestrate e un complice. In progetto l'omicidio di un giovane di Mazara

di Ambra Drago
Dalle estorsioni allo spaccio di stupefacenti fino al progetto di gambizzare un ragazzo per un debito non saldato e legato all'acquisto da parte di quest'ultima della cocaina. Tutto questo è stato ricostruito dai carabinieri di Partinico che hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, nei confronti di due indagati Alfonso Scalici di Balestrate accusato di associazione mafiosa, acquisto per lo spaccio di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed estorsione e Maurizio Conigliaro di Palermo, che dovrà rispondere solo per l’acquisto dell’ingente quantitativo di sostanza stupefacente in "concorso "con il primo.
La ricostruzione investigativa effettuata dalla Direzione Distrettuale palermitana ha messo in evidenza come Scalici appartenesse alla famiglia mafiosa di Balestrate (inquadrata all’interno del mandamento di Partinico) il tutto sarebbe stato avvalorato dalle dichiarazioni rese da Filippo Bisconti, diventato collaboratore di giustizia dopo l'operazione "Cuopola 2.0" di dicembre 2018.
In particolare, sarebbero emersi indizi anche in relazione ad una richiesta estorsiva nei confronti di un cittadino balestratese; alla programmazione del furto di un automezzo in danno di un imprenditore del settore vitivinicolo di Borgetto in provincia di Palermo attivo nel settore vinicolo. Per far ciò, secondo gli investigatori Scalici intendeva compiere avvalendosi della collaborazione di pregiudicati contigui al mandamento di Palermo Porta Nuova, ma non solo gestione di furti sul territorio anche un'influenza sul prossimo bando bando di gara che il comune di Balestrate per la gestione della locale villa comunale.
E poi il tentativo di risolvere i conti ovvero un debito con la programmazione di un'azione di fuococontro un ragazzo mazarese debitore nei confronti di Scalici e di suoi fornitori palermitani – tra i quali anche il Conigliaro – della somma di 45.000,00 euro a seguito della cessione di 1 kg di cocaina avvenuta due anni prima.
Per la soluzione della questione Scalici programmava di avvalersi, oltreché di Conigliaro, anche di un altro pregiudicato palermitano, informando dell'intenzione persone vicine al mandamento di Mazara del Vallo, come se, sottolineano gli investigatori volessero chiedere " l'autorizzazione a procedere". Raccogliendo tutti questi elementi probatori hanno sottolineato gli investigatori la Direzione distrettuale antimafia ha dato il via al decreto di fermo.







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