Inaugurazione anno giudiziario, presidente di Corte d'appello Frasca:”Riforme epocali rimaste pie intenzioni”

di Ambra Drago
“E' assai difficile dire se l’anno giudiziario che ci apprestiamo a inaugurare sarà un Annus Horribilis o un Annus Mirabilis.
L'incertezza del quadro politico e la sua elevata conflittualità rendono azzardato fare previsioni che rischiano di essere smentite immediatamente dopo. Abbiamo assistito diverse volte all'annuncio di riforme epocali, creando l'aspettativa di soluzioni salvifiche e palingenetiche che però si sono rivelati meri progetti disancorati dalla realtà e destinati a rimanere soltanto pie intenzioni.Tutti gli operatori del diritto, e prima di tutto Magistrati e Avvocati, devono impegnarsi, insieme, e devono farlo all'insegna del principio di responsabilità che deriva dal ruolo che rivestono.Non si tratta di dettare l'agenda politica al Governo o al Parlamento; si tratta invece di offrire quel contributo di conoscenza e di qualità che deriva dal ruolo nevralgico che Magistrati e Avvocati rivestono nella giurisdizione. Nel mondo che cambia cresce l'attenzione alla norma non nella sua genesi ma nella sua applicazione e ciò aumenta in modo considerevole lo spazio di intervento del potere giudiziario, quel potere che Montesquieu definì terribile e Condorcet definì odioso in quanto potere dell’uomo sull’uomo, che decide della libertà ed è perciò in grado di rovinare anche la vita delle persone sulle quali è esercitato”.
Un pensiero che il presidente di Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca ha ribadito nell’aula Magna di Palermo nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Trenta minuti, troppi pochi, ha sottolineato Frasca per racchiudere un intero anno giudiziario impegnativo ma lo farò ha continuato soffermandomi sui temi principali.
 E così presidente è partito dal numero dei procedimenti nel settore civile, dove si conferma il trend osservato lo scorso anno, quando, dopo un biennio caratterizzato da un costante incremento (nel  2015-16  il 3,2%, poi si è passati nel 2016-17 al  3,1%) si è registrata un’inversione di tendenza, ovvero si è avuto una ulteriore flessione  dei ricorsi dello 0,3 per cento.
Nel settore penale, in particolare modo in quello minorile, dopo un biennio quello 2015-2017 dove si è registrato un incremento,  già dall’anno scorso si è avuta una pendenza finale si è ridotta del 6%.

E non è mancato il riferimento alle riforme del codice di procedura penale, come quella in materia di prescrizione entrata in vigore il 1 gennaio 2020.
E' bene ricordare che adesso l’istituto penale rimane altresì sospeso dalla pronuncia della sentenza di primo grado o del decreto di condanna fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio o dell’irrevocabilità del decreto di condanna. 
E su questo il presidente di Corte d’Appello ha sottolineato:
"Occorre riconoscere che la prescrizione allo stato appare l'unica medicina sintomatica per trattare la patologia cronica da cui è affetto il nostro processo: la sua lentezza.
Ed è proprio questa, quindi, la patologia da affrontare, perché incide in modo determinante sulla efficienza del processo,  senza distinzioni di sorta, perché è un bene posto a garanzia dei diritti dei cittadini.  L'irragionevole durata del processo viola un diritto fondamentale dell'imputato. L'obiettivo, quindi, deve essere quello di assicurare tutela al diritto alla ragionevole durata del processo ed evitare però gli effetti devastanti della prescrizione. bisogna dire che effettivamente si potranno vedere i risultati a lungo termine, 4 anni”.

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