Assemblea Regionale Siciliana, Razza: Comunicazioni dell’Assessore per la salute in merito all’emergenza Coronavirus

Comunicazioni dell’Assessore per la salute in merito all’emergenza Coronavirus: 
RAZZA, assessore per la salute. Signor Presidente, onorevoli deputati, intanto, mi scuso per alcuni minuti di ritardo ma, potrete immaginare assai meglio di me, come queste giornate siano sempre improntate a tante attività che si svolgono dall’inizio della mattina fino a tarda sera. L’informativa che rendo oggi all’Assemblea regionale siciliana è in continuità con quella che abbiamo reso alcuni giorni fa. Per cui non recupererò alcuni degli argomenti utilizzati per descrivere il fenomeno dal punto di vista scientifico ed entrerò, semmai, in alcuni dei profili di iniziative che sono state adottate in queste settimane per valutare come la Sicilia si è preparata ad affrontare questa emergenza dal punto di vista virale e sanitario e quali ulteriori iniziative si stanno realizzando nei giorni in corso.

7 XVII LEGISLATURA 182a SEDUTA 18 marzo 2020 Assemblea Regionale Siciliana Innanzitutto i numeri di questa emergenza. Come ho avuto occasione di dire ieri, si assiste, ancora oggi in Sicilia, ad un contagio che non implementa in maniera significativa nel numero degli accertati. Mi è stato comunicato poco fa che, da ieri ad oggi, l’incremento dei positivi è di sole 30 unità in linea con quello che si è verificato nei giorni precedenti.
Allo stesso modo non vi è un incremento dei posti di impiego delle terapie intensive. Questo non ci deve fare immaginare un contagio che rallenta, né ci deve fare immaginare una situazione che non debba essere improntata all’assoluta organizzazione per la gestione di una vicenda che ha visto l’Assessorato alla salute, che ha visto il Governo della Regione, impegnato a calibrare le proprie iniziative, avendo come riferimento e come parametro le vicende che in queste settimane si stanno dispiegando in tutto il territorio nazionale e nel Nord del Paese, in modo particolare. Sarebbe un grande errore se, in questo momento, le Regioni del Mezzogiorno si accontentassero di dati che sembrano più contenuti rispetto alle Regioni del Nord Italia perché, probabilmente, avremmo l’unico effetto di non farci trovare pronti nella gestione dell’emergenza. Ed allora, se noi applichiamo, come stiamo cercando di applicare, i parametri che si sono registrati nelle altre Regioni italiane, la prima azione forte dal punto di vista della organizzazione del sistema sanitario, è stata quella di prevedere due azioni specifiche. La prima azione: l’individuazione di almeno mille posti letti dedicati per pazienti positivi al Coronavirus che non necessitano di cure in terapia intensiva. Questa azione di ricognizione è stata completata nella giornata di ieri; sono state individuate nominalmente tutte le Aziende che contribuiscono alla determinazione di questo fabbisogno di posti letto. 
Ed è stato scelto il criterio che questo fabbisogno venga esteso su tutte e nove province del territorio della nostra Regione in maniera tale che, rispetto al fabbisogno di pazienti coronavirus positivi, in ricovero ordinario ciascuna provincia possa essere nelle condizioni di partire dalla gestione del proprio segmento di pazienti eventualmente positivi. Stessa attenzione si è cercato di curare per quanto riguarda i posti letto in terapia intensiva. Sapete che la Regione siciliana aveva nella propria rete ospedaliera un numero significativo di posti letto di terapia intensiva, oggi noi abbiamo dedicato un numero che si aggira attorno alle 120 unità di posti letto singoli già tenuti liberi per pazienti Coronavirus-positivi che abbiano necessità di cure in terapia intensiva. Anche in questo caso vi è stata una pianificazione dedicata alla gestione ordinaria ma è stata valutata una tendenziale necessità in aumento di posti letto di terapia intensiva secondo le linee guida che sono state diffuse dal Ministero della salute che ha chiesto a tutte le Regioni italiane di poter prevedere un incremento dei posti letto in terapia intensiva fino al 50 per cento aggiuntivo rispetto alle previsioni da rete ospedaliera. Questo significa che, per la Regione siciliana, il numero complessivo dei posti letto in terapia intensiva da raggiungere si determina in oltre 650 unità. Alcune di quelle già attive sono integralmente dotate di respiratori e ventilatori e ciò è stato reso possibile attraverso due azioni di organizzazione di sistema: la prima azione ha riguardato la sospensione delle attività chirurgiche non urgenti e non indifferibili; questo vuol dire che in Sicilia si è deciso – prima ancora che lo facessero altre Regioni italiane – di limitare l’attività chirurgica alla sola attività oncologica, per l’apparato cardio-respiratorio e per tutte quelle attività di natura emergenziale che determinano la necessità di un intervento immediato. Questo ha consentito a ciascuna azienda ospedaliera, dotata di posti letto in terapia intensiva di poter riorganizzare la propria attività di sale operatorie e di poter destinare, nell’immediatezza, una quota dei respiratori e dei ventilatori a disposizione delle sale operatorie destinati all’aumento dei posti letto di terapia intensiva e questo ha determinato, rispetto alla dotazione ordinaria, una crescita di circa il 30 per cento in immediato dei posti letto in terapia intensiva disponibile. Anche qui vorrei dare un’informazione in punto di sicurezza del sistema che fino ad oggi è stato programmato. 8 XVII LEGISLATURA 182a SEDUTA 18 marzo 2020 Assemblea Regionale Siciliana Noi oggi impegniamo circa 28 posti di terapia intensiva ma il dato di oggi per fortuna vedrà un lieve miglioramento con una diminuzione dei posti letto di terapia intensiva che sono stati dedicati a pazienti con Coronavirus. Questo vuol dire che, applicando il peggiore moltiplicatore possibile, la dotazione di posti letto autonomamente già disponibile, oggi, con dotazione di respiratori e ventilatori consente alla Regione siciliana di non trovarsi nella condizione di asfissia nella quale versano altre regioni italiane. Contemporaneamente, l’11 marzo è partito, da parte della Regione siciliana, all’aggregatore centrale, nominato dal Governo attraverso la nomina a commissario del dottore Arcuri, la richiesta del fabbisogno aggiuntivo di ventilatori e respiratori per raggiungere quel livello di 650 posti letto di terapia intensiva che ci daranno la sicurezza della gestione verso l’aumento della possibile linea del contagio. Così come ci daranno anche la possibilità di poter raccogliere positivamente le tante richieste di istituzione di posti letto specifici di terapia intensiva laddove, oggi, non sono ancora stati attivati. Si registrano in Sicilia tantissime manifestazioni di disponibilità, anche di Amministratori locali. Ogni richiesta ed ogni possibile linea di intervento è valutata dall’Unità di crisi. Ovviamente, per aprire ex novo un reparto di terapia intensiva, insegnano a me tanti di voi che sono anche protagonisti della scienza medica, che non è necessaria soltanto la dotazione tecnologica ma è necessario immaginare la dotazione di personale, di anestesisti e di rianimatori. Per cui raccogliamo positivamente tutte le manifestazioni di disponibilità all’apertura di nuovi reparti di terapia intensiva, ma nel cronoprogramma dell’aumento dei posti letto è evidente che questi seguono quelli dove c’è già una struttura organizzata che può consentire un aumento di posti letto che tenga conto anche della possibilità di renderli immediatamente operativi all’arrivo dei ventilatori. Questo per quanto riguarda la dotazione dei posti letto in regime ordinario e la dotazione dei posti letto in regime di terapia intensiva. Applicando i parametri della Regione che oggi versa nella più difficile delle condizioni, che è la regione Lombardia, dà il tempo alla Regione siciliana ed al nostro Sistema Sanitario Regionale di potere organizzare l’eventuale fase successiva che si dovesse determinare nella fase finale di questo mese e poi in quello che si aprirà. Questo comporterà la individuazione di ulteriori aree di degenza e di ulteriori aree di terapia intensiva. Una parentesi all’interno di quello che ho appena rappresentato penso meritino la realizzazione di alcuni Covid-Hospital, come li abbiamo definiti nella delibera di Giunta. Noi abbiamo adottato dei modelli organizzativi, perché tutto si può fare tranne che evitare di utilizzare l’esperienza che altre regioni italiane che il fenomeno lo hanno vissuto prima di noi, hanno determinato immaginando dei modelli organizzativi. Questi modelli organizzativi hanno previsto e stanno prevedendo anche la riconversione di alcune strutture ospedaliere. Questa azione di riconversione è iniziata già in alcune provincie dell’Isola, nella seconda fase del piano, ovviamente, coinvolgerà tutte le provincie dell’isola. E la fase di riconversione è una scelta profondamente necessaria, perché noi dobbiamo mettere sul piatto della bilancia delle decisioni la necessità di assicurare il luogo di cura con la necessità, certamente rappresentativa, di fare continuare le attività ospedaliere nella ordinarietà del regime che esse sono abituate a vivere. Ma questa, come tutti voi sapete, non è una fase ordinaria e, quindi, non essendo una fase ordinaria, merita la necessità che la riconversione di alcune strutture ospedaliere sia il presupposto indispensabile per fare trovare il nostro sistema sanitario ancor pronto ad affrontare le già difficili situazioni che in questo momento sta vivendo e sta affrontando. C’è poi una grande questione che è la questione relativa al contenimento dei tanti cittadini siciliani che sono rientrati dalle altre regioni italiane, e non soltanto dalle altre regioni italiane, perché molti di essi sono rientrati anche da altri stati europei. La Regione Siciliana, lo dico con il tatto che si deve a scelte che sono state affrontate in sede diversa all’inizio di questa emergenza e al livello di governo centrale, ha voluto porre un freno e ha chiesto a tutti i cittadini siciliani, che rientravano in Sicilia, di registrarsi sulla piattaforma telematica messa a loro disposizione per poter determinare in maniera adeguata l’attività di rientro. 9 XVII LEGISLATURA 182a SEDUTA 18 marzo 2020 Assemblea Regionale Siciliana Quali erano le finalità, quali sono stati i numeri conseguiti e come ancora si può migliorare da questo punto di vista. Anzitutto la prima finalità era poter censire e rappresentare, anche a livello di Governo centrale, come il fenomeno del rientro nel Mezzogiorno e in Sicilia fosse un fenomeno assai cospicuo e provenendo in larga parte dalle aree che contenevano zone rosse, quando la zona rossa era confinata a 14 Comuni o zona gialla quando la zona gialla era confinata alle regioni all’interno delle quali erano presenti le zone rosse, beh…il flusso quando noi dicevamo che era cospicuo, la registrazione ha consentivo di dimostrare che era realmente tale. Se solo si considera che nella prima settimana di registrazione circa 8.000 cittadini si sono registrati in rientro dalla sola provincia di Milano. Allora noi avevamo la necessità di utilizzare lo strumento informatico sia per censire coloro che stavano rientrando sia per dare loro le informazioni necessarie affinché potessero seguire le regole di condotta indispensabili che poi sono state adottate perché la strutturazione telematica con la quale il portale è stato costruito prevede che prima si viene informati su quali sono i comportamenti che devono essere seguiti e poi si procede all’azione di registrazione. Oggi noi stiamo lavorando - ieri si è riunito il Comitato scientifico - per valutare la possibilità di allargare il campionamento a test con il tampone faringeo o con altri strumenti che dovessero essere nel frattempo certificati dall’Istituto Superiore di Sanità a questa popolazione di cittadini che è rientrata in Sicilia e che si trova al proprio domicilio. Non ha senso immaginare di farlo nella immediatezza perché i virologi ci indicano che il contagio ha una incubazione di alcuni giorni, ha senso semmai farlo a sette giorni e poi a quattordici giorni dal loro rientro in Sicilia, in maniera tale da poter isolare una platea possibilmente ampia di soggetti asintomatici che rientrando nell’Isola possono essere venuti in contatto con soggetti, trasmettendo loro la diffusione del virus. Questa azione di contrasto si potrà accompagnare nelle prossime giornate anche con la richiesta a questi soggetti di aderire ad un protocollo comportamentale che riguardi anche i propri familiari, e giusto ieri il Comitato Scientifico regionale istituito dal Presidente della Regione, ha dato mandato ai dipartimenti di elaborare un documento con linee guida per l’isolamento domiciliare perché è necessario che i soggetti che sono posti in isolamento domiciliare seguano un codice comportamentale, ma va detto, ovviamente, anche ai loro familiari quale è il codice comportamentale che devono tenere perché se immaginiamo 35 mila persone, tenuto conto che non tutti si sono registrati, ma che in 35 mila lo hanno fatto, se immaginiamo questa platea in rientro, dobbiamo immaginare anche un codice di comportamento che riguardi anche le famiglie di queste 35 mila persone che hanno avuto diretto contatto con loro nei giorni da quando sono rientrati sul territorio della regione. Residuano due grandi questioni, anch’esse affrontate e riguardano anzitutto il reperimento aggiuntivo di personale sanitario. La Regione ha approvato una delibera da parte della Giunta del Governo che ha dato mandato alle due aziende sanitarie, quella di Palermo per il reperimento degli infermieri e degli operatori socio-sanitari, quella del Policlinico di Messina per il reperimento del personale medico di avviare due grandi bandi di bacino per la selezione aggiuntiva del personale. Mi fa piacere potere dire che già più di quattrocento medici hanno risposto positivamente al bando presentato dall’Azienda Policlinico di Messina e sono stati già, in una prima parte, divisi sul territorio della Regione in relazione al fabbisogno e alle competenze e oltre 600 infermieri hanno partecipato al bando pubblicato dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo. Questi strumenti che sono in linea rispetto alle tipologie contrattuali con le disposizioni messe in campo dal Decreto legge, convertito nelle scorse giornate, ci danno la possibilità non soltanto di reperire forza lavoro indispensabile in questo momento, ma è mio dovere dire anche che questi soggetti potranno essere adeguatamente inseriti in un piano di reperimento di risorse umane in pianta stabile, e che parallelamente proceda, assieme al bando che è stato fino ad oggi esitato e cioè, se noi abbiamo chiesto in emergenza di rispondere ad un Avviso pubblico che tiene conto di una tipologia contrattuale particolare, abbiamo contemporaneamente il dovere di allargare tutte le procedure di selezione a tempo indeterminato affinché queste persone, che oggi hanno risposto nell’emergenza, possano poi essere poi stabilmente impiegate nel Sistema sanitario. 10 XVII LEGISLATURA 182a SEDUTA 18 marzo 2020 Assemblea Regionale Siciliana Non deve servire l’emergenza Coronavirus per formare un ulteriore sacca di precariato sanitario. Può servire l’emergenza Coronavirus per determinare quelle condizioni di celerità all’assunzione del personale affinché essi possano essere assunti a tempo indeterminato. Devo anche riferire che in attuazione alle norme stabilite dal Decreto “Milleproroghe” tutte le Aziende sanitarie stanno procedendo alle stabilizzazione aggiuntive per estensione del Decreto legge Madia, per come stabilito dalla normativa nazionale, tanto per il personale sanitario, quanto per il personale amministrativo dipendente del Sistema sanitario. Ultima questione che tra tutte, probabilmente, la più importante, e della quale ho il dovere di riferire al Parlamento perché condizione emergenziale in via di risoluzione - ma permane ancora oggi condizione emergenziale - riguarda i dispositivi di protezione individuale e su questo vorrei riferire in maniera analitica, perché la sicurezza dei lavoratori del Sistema Sanitario Regionale è un valore al quale ognuno di noi, sono certo, ritiene di dover dare il più ampio significato soprattutto in una condizione di emergenza. All’inizio di questa emergenza il Dipartimento nazionale della Protezione civile, prima ancora della nomina del dottore Arcuri come commissario per l’emergenza, aveva stabilito di accentrare i fabbisogni in un’unica centrale; ci era sembrata una scelta lungimirante perché all’inizio di questa fase emergenziale vi erano alcune regioni già in gravissima condizione di difficoltà e ve ne erano altre che stavano organizzando il proprio sistema territoriale a reggere all’impatto di una possibile crescita del contagio che poi si è manifestata e continuerà a manifestarsi. Alla Sicilia è stata anche requisita una commessa, in quella fase, perché si era stabilito il principio che l’accentramento della raccolta dei fabbisogni dei dispositivi di protezione individuale, dei ventilatori e dei caschi per la semi-intensiva, fosse raccolta in sede centrale ed erogata perifericamente. Purtroppo, e non certamente e non soltanto per responsabilità nazionali, ma perché il mercato ha visto bloccate alle frontiere un sacco di commesse, tanto da Paesi europei – e questo, se mi consentite, è gravissimo – quanto da Paesi extra Unione europea – non da ultimo la Turchia che alcuni giorni fa ha bloccato una commessa che stava raggiungendo la città di Palermo – questo ha determinato un rallentamento nella distribuzione dei dispositivi di protezione individuale e ha determinato un intervento nazionale ed anche regionale per la individuazione di riconversioni industriali che possano determinare un fabbisogno autonomo per la produzione del manifatturiero sanitario indispensabile soprattutto con riferimento alle produzioni. Si stanno muovendo in questa direzione tantissime imprese siciliane: nella notte è arrivato un importante carico di mascherine “FFP2” da parte della Protezione civile nazionale, ci viene assicurato un flusso continuo, ci stiamo muovendo autonomamente, abbiamo individuato una importante partita di dispositivi di protezione individuale per l’acquisto dei quali la Giunta di Governo, ieri, si è riunita in emergenza e ha, sotto la presidenza del Presidente Musumeci, autorizzato il Dipartimento della Protezione civile a contrattualizzare stamattina una grande commessa, però ciò che mi piace rilevare davvero in senso significativo è la capacità, la volontarietà del nostro sistema artigiano, del nostro sistema imprenditoriale, di mettersi immediatamente a disposizione e avviare delle linee di produzione: è capitato con il Distretto produttivo della provincia di Trapani, è capitato con il Distretto produttivo di Enna, dove mi sono recato anche personalmente ieri a vedere l’avvio della produzione in un’azienda del territorio ennese; si sta, sul piano industriale, organizzando anche il Distretto produttivo etneo; è un fatto importante, abbiamo un dovere, però, quello di dire a tutti questi produttori siciliani che stanno riconvertendo la loro produzione che lo sforzo che gli chiediamo non finisce con l’emergenza e quando finirà l’emergenza, ma è dovere anche nostro valutare che chi oggi sta riconvertendo il proprio asset produttivo, non venga, all’indomani della ripresa delle esportazioni cinesi, respinto fuori dal mercato, magari perché continua ad alimentarsi l’idea che il sistema sanitario debba essere misurato in efficienza dal costo della siringa, come troppe volte abbiamo sentito e come per troppo tempo ci è stato rappresentato, 11 XVII LEGISLATURA 182a SEDUTA 18 marzo 2020 Assemblea Regionale Siciliana senza dire però che magari quella siringa non si produceva né in Italia, né in Europa, ma doveva essere spostata da altri Paesi. Queste sono le linee guida essenziali che sentivo di volere riferire al Parlamento sulle attività avviate, su quelle in essere, sul tampone che è stato disposto per una platea più ampia e nella giornata di oggi mi sembra indispensabile fare in modo che si individuino delle linee separate di analisi per il personale sanitario che ha bisogno di sentire accanto, anche da questo punto di vista, l’attenzione della Regione. Mio dovere sarà proseguire nell’azione di confronto, l’ho fatto con l’Ufficio di Presidenza della Commissione ‘Sanità’ e il più possibile nei contatti diretti che ho avuto con ciascuno dei parlamentari, con ciascuna delle forze politiche, con tanti amministratori locali per i quali sento anche di rivolgere a tutti un sentimento di gratitudine profonda, perché quando più forte è stato il grido di emergenza da parte di tutti i territori, penso a quello che ha affrontato il 118, proprio in riferimento anche alla produzione ed alla distribuzione dei dispositivi di protezione individuale, c’è stata una corsa da ogni parte politica a fare avere un’informazione, a mettere a disposizione un contatto, a creare tutti assieme un clima di consapevolezza per il quale, da parte mia, c’è non soltanto il sentimento di gratitudine profonda per ognuno che ha avvertito il desiderio di potere partecipare a questa fase emergenziale, ma c’è anche l’impegno a raccogliere ogni indicazione che volesse, dovesse emergere dalle mozioni che oggi saranno presentate. Ognuno di noi si sta trovando a gestire una fase molto complicata, molto complessa, magari non oggi, fra qualche anno, si racconterà di che cosa è stata l’emergenza Coronavirus per l’Italia, per l’Europa, per il mondo, come avrà modificato gli stili di vita, come avrà modificato i comportamenti delle economie. Oggi, ognuno di noi vive una fase nuova per la quale non può permettersi di arrogarsi il diritto di dire di non avere bisogno degli altri e nella quale nessuno può permettersi, io per primo, di arrogarsi il diritto di non ascoltare ogni consiglio, ogni suggerimento, ogni grido di allarme che provenga da ogni territorio e da ogni parte. In questo la disponibilità non è soltanto all’ascolto, ma è una disponibilità alla più ampia condivisione di ogni scelta si dovesse determinare nell’immediatezza dei prossimi giorni e soprattutto nella gestione di un’emergenza che non si esaurisce in una settimana ma che sarà destinata, probabilmente, a durare ancora alcuni mesi. Grazie.

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