di Ambra Drago
Agitano un cartello con la scritta "Vedo buio" e al centro di piazza Castelnuovo hanno poggiato i loro "attrezzi di lavoro" ovvero macchine reflex e droni. E' iniziata così la protesta dei fotoreporter e fotografi, un centinaio si sono dati appuntamento a pochi metri dal teatro Massimo."Noi anche se abbiamo aperto le nostre attività commerciali -racconta Angela Scafidi-abbiamo difficoltà enormi perhè sono saltati matrimoni, eventi culturali, convegni dove poter fare foto e video.E tutto l'indotto che ci sta dietro come il montaggio, i laboratori fotografici, le fabbriche di album siamo completamente bloccati, arrivare al 2021 sarà impossibile e molte saracinesche rimarranno chiuse. Gli 800 euro al mese promessi, alcuni 600 li hanno ricevuti e altri no, comunque non possono risolvere i problemi".Ci sono fotografi che da generazioni svolgono questo mestiere e che uniscono il lavoro a una passione che non voglion far svanire a causa del Covid-19.
"Si io faccio la fotografa dal 2000 ma sono figlia e nipote di fotografo e mai si è verificato questo stato di crisi, nemmeno nel dopoguerra".
Una protesta che mira a sensibilizzare le Istituzioni.
"In realtà chiediamo sgravi fiscali, decurtazioni di affitti e delle bollette. Chiediamo di non pagare i contributi e che questi ci vengano riconosciuti perchè con i soldi promessi non riusciremmo a coprire nemmeno un terzo delle spese reali che mediamente un negozio affronta".In conclusione abbiamo chiesto come si lavorava prima di questa emergenza sanitaria .
"Guardi io avevo già in programma una settantina di matrimoni conclude Scafidi- e sono in gran parte saltati, ne sono rimasti due per luglio con un gran punto interrogativo e gli altri sono stati rinviati al 2021 e qualcuno mi ha chiesto i soldi indietro in vista di questo futuro incerto".
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