Un gioiello a portata di mano: il Santuario di Romitello

di Giuseppe La Manna 
Pomeriggio afoso del mese di luglio 2020. Scendendo da Monreale mi avvio verso il paese di Borgetto. La strada è stretta e tortuosa, la cosa che più mi colpisce, a parte lo stupendo panorama, cumuli di spazzatura disseminati lungo il percorso. Certo un cattivo biglietto da visita per un turista che viene a visitare la nostra bella Sicilia. Il nome Borgetto deriva secondo alcuni dal greco “burgos” che significa: torre-castello. Entrato nel paese in cerca di un posteggio, mi accorgo subito del busto di Salvatore Salomone Marino. Illustre personaggio nato a Borgetto nel 1847. Marino è il cognome che ha acquisito dalla madre per sua scelta, forse per l’ammirazione che nutriva per la madre e la famiglia materna. Infatti i Marino erano di condizione socioculturale elevata.
Lo zio materno, Stefano Marino, fu avvocato e storico che aveva preso parte ai moti del 1848. Salomone Marino si laureò in medicina e chirurgia nel 1873 a Palermo e fu docente universitario.
Però la notorietà di Salomone Marino è legata soprattutto alla pubblicazione del poema “La Baronessa di Carini” (1870). Il poema narra la storia d’amore tra Caterina, figlia del barone Pietro III La Grua Talamanca, e il cugino Ludovico Vernagallo, e della tragica conclusione avvenuta con l’uccisione della giovane baronessa per mano del padre nel 1563. Pubblicò nel 1870 “La storia nei canti popolari siciliani”, nella quale opera dichiarò il suo amore per i canti a carattere storico. Il paese è piuttosto movimentato.
Anziani seduti al bar a gustare caffè e gelati, gruppi di giovani tra le stradine del paese. “Non c’è niente in questo paese” mi dice sorridente uno di loro probabilmente annoiato dalla monotonia quotidiana. Cumuli di sacchetti di spazzatura, fuori dai contenitori, continuano ad accompagnarmi lungo il percorso nella Via principale. Per essere più preciso agli angoli con le vie laterali. Non so se è un fatto occasionale o una cattiva gestione del servizio di raccolta dei rifiuti. Proseguendo ancora a piedi mi accorgo che la strada porta verso Partinico. Preferisco tornare indietro e vedere la Scuola Elementare Giovanni Verga, ex ospedale. Dei murales ricordano le vittime della mafia, tra i vicoli antichi portali e edifici distrutti dal tempo che conservano ancora il fascino di un tempo che fu.  Vedo un cartello con l’indicazione “Santuario di Romitello” e mi decido di andarlo a visitare visto che dista solo pochi chilometri. Il santuario si trova a circa 5 km di distanza dal comune di Borgetto, circa 800 m sul livello del mare, una vista panoramica stupenda. Si può ammirare il paese di Partinico , una costa molto estesa e un mare stupendo.
Per un bel tramonto ancora è presto, avrei dovuto aspettare qualche ora. Ho preferito entrare subito in chiesa dove alcuni frati stavano pregando. La chiesa fu costruita nel 1460 per opera del Benedettino Giuliano Majali. Inizialmente l’edificio era un semplice oratorio. Qui il benedettino si ritirò come eremita per dedicarsi alla meditazione e alla preghiera. Il beato ebbe la visione della Vergine Santissima nella forma della “pietà” e così immortalò l’immagine, avuta nella sua estasi, facendo dipingere un quadro. L’opera più importante presente all’interno del santuario è il quadro che raffigura la deposizione di Cristo dalla croce sulle ginocchia della Madonna. Nell’agosto del 1896, dopo che avvennero alcuni miracoli, l’immagine fu dichiarata sacra. Un frate dell’ordine Passionista mi invita a vedere il museo che conserva gli ex voto e mi accenna brevemente la storia del Santuario. “L’Oratorio è stato ristrutturato stravolgendo la struttura originaria”. Morto il Beato Majali, la cura del Santuario passò sotto la guida dei monaci benedettini di S. Martino delle Scale, poi affidato a sacerdoti diocesani, poi ai PP. Agostiniani, dal 1920 il Santuario fu affidato ai PP. Passionisti, che tutt’ora si occupano della gestione. Dopo alcuni fatti straordinari accaduti nel tempo, la Curia di Monreale dichiarò miracolosa l’Immagine della Madonna del Romitello. Nel 1971, il Santuario di Maria Santissima Addolorata del Romitello divenne Parrocchia. Un gioiello, come tanti altri in Sicilia, da valorizzare e fare conoscere al mondo.

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