Commemorazione Cassarà e Antiochia. Questore:"Siano monito per tutti.Senza il consenso sociale potremmo sconfiggere la mafia"

di Ambra Drago
A Palermo è stato ricordato il vice questore e capo della Mobile, Ninni Cassarà ucciso insieme all'agente Roberto Antiochia in via Croce rossa all'interno di un residence dove la moglie (con all'epoca la sola figlia Elvira) attendevano il suo ritorno a casa. Cassarà venne raggiunto da colpi di kalashnikof sparati dal palazzo di fronte, in quell'imboscata l'unico a salvarsi fu uno dei suoi uomini fidati, Natale Mondo, che pagherà ugualmente il conto con Cosa nostra il 14 gennaio 1988.  Ninni Cassarà era colui che aveva redatto insieme ai carabinieri il famoso rapporto Michele Greco+161 che divenne la base del Maxi processo, aveva lavorato fianco a fianco con il giudice Falcone e aveva perso nella lotta contro Cosa nostra suoi collaboratori come Lillo Zucchetto e il capo della Catturandi, Beppe Montana ucciso a Porticello il 28 luglio 1985 . E fu in quella occasione che Cassarà disse al giudice Falcone: "Convinciamoci che siamo cadaveri che camminiamo". Erano anni diversi, erano anni in cui le cronache raccontavano e contavano i morti.
"E' innegabile che la consapevolezza della violenza della mafia è sotto l'occhio di tutti e allo stesso tempo c'è però la consapevolezza di quello che è avvenuto in quegli anni. Oggi possiamo ricordare questi uomini dello Stato con un monito- sottolinea Renato Cortese- questore di Palermo- ovvero il ricordo non dev'essere sterile ma dev'essere il monito da questo momento in poi a ricordarci che solo ognuno facendo la propria parte, assolvendo al dovere di cittadino e quindi prendere le distanze dalle violenze, dall'illegalità, dal crimine diffuso e dalla tracotanza mafiosa, credo sia il modo migliore per ricordarli. 

"Sono uomini che hanno lottato da soli contro la mafia- continua il questore di Palermo- di allora e non hanno avuto la possibilità di vivere una vieta serena, di vedere crescere i propri figli,e di avere una possibilità come tutti di agre una vita normale. Questo alla mafia non glielo possiamo perdonare, non l'abbiamo perdonato e oggi noi che rappresentiamo lo Stato dobbiamo tenere alta la guardia".

Ninni Cassarà anche  con propri mezzi ( spesso usava una Vespa per perlustrare le zone come Ciaculli insieme a Zucchetto) o convinse suoi amici a sottoscrivere   una nota carta di credito per partecipare a un concorso e vincere un computer utile agli uffici delle sezione investigativa. Ecco Cassarà in quegli anni continuava a combattere, era in trincea.
"Oggi paradossalmente per tutti noi è più facile fare antimafia- continua il questore di Palermo- perchè lo facciamo con un metodologia investigativa raffinata e avanzata ma soprattutto lo facciamo in un contesto di cittadini che vogliono l'antimafia, che apprezzano il lavoro di chi fa antimafia. provare a calarsi in quegli anni in cui erano pochissimi investigatori che facevano tantissimo e che soprattutto facevano anche per coloro che avrebbero dovuto fare e non lo facevano, io credo che questa sia differenza, la cifra di questi uomini che hanno combattuto un male all'epoca assoluto. Oggi Palermo e la Sicilia è cambiata però conoscendo la mafia e la sua storia lunga 160 anni e lungo questo percorso ha dimostrato di aver alti e bassi e allora il momento di oggi in cui sembra che tenga un basso profilo non ci deve fare illudere che sia stata confitta. E' in forte difficoltà e con la forza di quei cittadini che prendono le distanze dalla mafia oggi possiamo essere fiduciosi che continuando così forse la parola fine auspicta da falcone potremmo metterla".
La lunga giornata ha avuto diversi momenti di ricordo, i familiari del vice questore aggiunto Cassarà si sono ritrovati dinanzi la stele apposta dal 2019 in piazza Giovanni Paolo La pioggia battente non ha fermato il ricordo, la corona è stata apposta dal questore di Palermo, Renato Cortese presenti anche il sindaco Leoluca Orlando e il prefetto Giuseppe Forlani.
Subito dopo le autorità civili e militari si sono spostate nella chiesa di San Salvatore in centro storico per la celebrazione della messa da parte di padre Massimiliano Purpura, cappellano della Polizia di Stato. 

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