Covid, assessorato alla Salute: «Pienamente efficienti i tamponi antigenici in uso in Sicilia»

«I tamponi acquistati dall’Asp di Ragusa per conto della Regione Siciliana sono gli stessi in uso in tantissime Regioni italiane e hanno livelli di sensibilità e specificità notevolmente superiori ai parametri minimi fissati dalla circolare ministeriale n.0000705 dell'8 gennaio 2021, che ha previsto che i test rapidi siano utilizzabili in alternativa ai molecolari, purché in possesso di requisiti minimi di performance superiori all’80% per quanto riguarda la “sensibilità” e al 97% per quanto riguarda la “specificità”. Accuse infondate, avanzate da chicchessia, rischiano di creare un clima allarmistico che può disorientare l'opinione pubblica e non aiuta a gestire al meglio la pandemia». Lo dichiara il dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica dell'assessorato regionale della Salute, Mario La Rocca, in relazione al comunicato diffuso dalla Cgil di Ragusa, con cui si mette in dubbio la qualità dei tamponi antigenici acquistati dall'Asp iblea.
«I test in questione, che rientrano nella lista dei dispositivi utilizzabili ai fini del rilascio del green pass base - prosegue La Rocca - hanno una sensibilità del 93% e una specificità del 100%. Valori che sono abbondantemente superiori alla soglia minima fissata dal ministero della Salute. D’altra parte, proprio con questi test alla Fiera del Mediterraneo di Palermo sono state trovate percentuali di positività superiori al 30% su una media di 5 mila test giornalieri per oltre una settimana continuativamente, nel momento in cui più alta era la circolazione del virus, a riprova dell'efficacia di questi test antigenici nell'individuazione dei soggetti positivi al Covid. In ogni caso, questo assessorato aveva già effettuato delle prime verifiche la settimana scorsa, non appena sono stati sollevati i dubbi da alcune Usca periferiche, oggi ripresi dalla Cgil. Tali preliminari controlli smentiscono le insinuazioni e fanno pensare che, in qualche caso, possano essersi verificati degli errori di refertazione dovuti a un’errata esecuzione del prelievo o a una non corretta conservazione dello specifico lotto. In parallelo è stata avviata una più ampia attività di verifica in maniera scientificamente rigorosa in grado di fugare ogni eventuale dubbio».

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