Tirrito (Co.G.I.): “L'allentamento del 41bis è inaccettabile”

“L'allentamento del 41bis voluto dall'attuale capo del Dap non rappresenta solo un'offesa alle centinaia di vittime della mafia, con o senza divisa, ma una miope gestione della sicurezza, che non impedendo l'isolamento dei detenuti ne favorisce la possibilità di interagire col mondo criminale”. A parlare è Maricetta Tirrito, portavoce del Co.G.I. (Comitato dei collaboratori di Giustizia), che fa propria la preoccupazione di tanti rappresentanti della polizia penitenziaria e moltissimi familiari di vittime di mafia. “Chi conosce i metodi mafiosi – prosegue Tirrito – sa che interrompere la catena di comando sia utile tanto quanto seguire il flusso economico delle attività criminose.
Certi boss dettano legge anche dal carcere, e solo una misura restrittiva come il 41bis riesce ad arginare il fenomeno. Ne abbiamo diverse prove nel corso del tempo, e appare strano che c'è chi non sia ancora convinto dell'utilità di tale misura. Sappiamo che il capo del Dap, già in diverse occasioni aveva sollevato perplessità sul 41bis, e sappiamo che ha dato ad alcune associazioni il permesso di entrare nelle carceri “dure”. Una concessione che non comprendiamo e stigmatizziamo, consapevoli non solo del rispetto che si deve “ab aeterno” alle vittime uccise barbaramente, ma dell'utilità sociale dell'interruzione del collegamento tra chi comanda e la filiera di esecutori. Ogni occasione può essere l'anello debole della catena, ogni apertura verso l'esterno diventa inevitabilmente un canale anche in senso contrario. Il 41 bis si è rivelato uno strumento efficacissimo nell'interrompere i contatti con l'esterno, al pari delle isole dove certi mafiosi venivano destinati e non avevano possibilità di avere contatti con i loro sodali, né di far entrare telefonini con i droni. Chi temeva un allentamento del regime 41 bis – conclude Tirrito - , oggi è seriamente preoccupato; si teme una deriva ideologica che in qualche modo coinvolga ministri e capi Dap, sulla spinta politica di alcune associazioni. Pressioni che riteniamo sbagliate, inappropriate e inaccettabili. E per questo a Roma il 9 settembre prossimo sarà organizzata una conferenza proprio per affrontare il problema del 41bis e dell'influenza/ingerenza delle associazioni nei confronti dell'apparato che gestisce il mondo carcerario”.

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