Confiscati beni per 500mila euro a Tommaso Lo Presti ritenuto il capo del mandamento di Porta Nuova

Nel luglio del 2017 era scattato il provvedimento di sequestro del valore di 500mila euro per i beni di Tommaso Lo Presi 48 anni. Ora la confisca (emessa nel 2020) diventa irrevocabile. La decisione della Corte di Cassazione ha fatto si che i beni riconducibili a Lo Presti passino definitivamente allo Stato. Lo Presti conosciuto con l'appellativo "u pacchiuni", era stato arrestato nell’aprile del 2014, nell’ambito dell’operazione denominata “IAGO”, con l’accusa di aver rivestito il ruolo di vertice del mandamento mafioso di Palermo Porta Nuova. Secondo gli inquirenti avrebbe diretto dinamiche estorsive, il traffico di sostanze stupefacenti, la gestione illegale di giochi e scommesse, riportando una condanna in primo grado ad anni 12 di reclusione, confermata con Sentenza della Corte D’Appello di Palermo, ed in atto è detenuto presso la Casa Circondariale di Voghera. L eprove raccolte dagli investigatori hanno permesso di scoprire dei beni riconducibili a Lo Presti ma intestati a terze persone. Il provvedimento di confisca definitiva ha riguardato i seguenti beni: un complesso dei beni aziendali riconducibile all’impresa individuale “D’ALIA FABIO”, con attività di autoriparatore, con sede Palermo; un magazzino e un' abitazione intestata a Loredana Miragliotta.

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