Medioevo siciliano, anche in Lis "Per antichi mestieri". "Domenica al Museo" tornano i Paladini di Francia con la lettura di Mainetto e cunto di Mancuso

Nuovo appuntamento con la Società Dante Alighieri. Giovedì 16 marzo, alle 18 al Museo delle marionette, Guido Corso e Francesca Luzzio presenteranno la raccolta di poesie Le pendici dell’altro di Lucia Triolo (Macabor).
Essere una fornaia nell’Ottocento. Oppure un artigiano nella Sicilia Medievale, o ancora un tonnaroto nel Quattrocento. Si chiama Per antichi mestieri, il laboratorio di lettura inclusiva a cura di Alessia Franco, in collaborazione con Francesca Sforza e Alessia Anzà.Per antichi mestieri è un percorso di lettura ad alta voce, inclusiva e partecipata, che verrà anche interpretato in Lis (Lingua dei segni italiana). Un viaggio lungo tre incontri che, passando per la fiaba e ma anche attraverso documenti a studi tematici, esplorerà i mestieri di terra e quelli di mare.
Il secondo appuntamento sarà sabato 18 marzo al Museo delle Marionette, ancora alle 11, con I mestieri di terra: viaggio nella Sicilia medievale tra contadini, ferrai, artisti.
Nella Sicilia medievale erano tanti gli impieghi, da quelli che regolavano l’importantissimo ciclo del grano a quelli legati alla lavorazione di un materiale molto usato: il ferro (alla figura del ferraio, tra l’altro, è legato un racconto popolare).
Senza dimenticare chi lavorava il cuoio o i pellami, il legno, i tessuti, passando per orafi e artisti. Un tuffo nella Sicilia del medioevo, attraverso vecchi mercati, apprendisti e ritmi di lavoro che spesso comprendevano anche la notte.

Ad Alcamo le avventure di Malaguerra


Nuovo appuntamento con il ciclo di spettacoli ad Alcamo, nel suggestivo Castello dei Conti di Modica. Sabato 18 marzo, alle 17, la Compagnia Opera dei pupi siciliani Gaspare Canino metterà in scena lo spettacolo Malaguerra.

Parigi è in festa. Rinaldo porta con sé Malaguerra: il giovane vorrebbe partecipare alla giostra, ma Rinaldo oppone un rifiuto. Il mago Malagigi, però, dà a Malaguerra un'armatura e il giovane vince la giostra, poi ruba in destriero Baiardo e fugge da Parigi. Rinaldo e Orlando lo inseguono. Scesa la sera, quest’ultimo si addormenta sotto un albero e Malaguerra si impossessa della sua spada, Durlindana. Non contento, distrugge l'incantesimo della maga Uriella, consegna Baiardo al padre e Durlindana allo zio.
L’ingresso è gratuito

Compagnia Opera dei pupi siciliani Gaspare Canino. Nasce nel 1997, fondata da Salvatore Oliveri, nipote di parte di madre di Gaspare Canino, ultimo puparo e oprante attivo ad Alcamo e in tutta la provincia di Trapani. Capostipite della famiglia fu Liberto Canino, considerato tra gli iniziatori dell'Opera dei pupi a Palermo. Intorno al 1830 Canino aprì il suo primo teatro in via dei Fornai, nell'antico quartiere dell'Albergheria a Palermo. Uno dei suoi figli, Luigi, appresa l'arte del padre alla fine dell'Ottocento, si trasferì ad Alcamo. Dei cinque figli di Luigi soltanto due faranno i pupari: Guglielmo, che si trasferisce a Sciacca, e Gaspare, il quale resta ad Alcamo e aiuta il vecchio padre. Dopo la scomparsa di Gaspare, nel 1977, l'Opera dei pupi non viene più rappresentata ad Alcamo e in tutta la provincia di Trapani, finché nel 1990 il nipote Salvatore Oliveri torna a dedicarsi a quest’arte, aprendo un teatro.

Tutti gli spettacoli sono realizzati con il contributo del Ministero della cultura - Servizio II Ufficio UNESCO -Legge 20 febbraio 2006, n. 77 - Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella "lista del patrimonio mondiale", posti sotto la tutela dell'UNESCO. Progetto: “L'opera dei pupi siciliani: pianificazione strategica, trasmissione, valorizzazione”.


Domenica al museo, tornano i paladini con la lettura ad alta voce di Mainetto e l’emozionante cunto di Enzo Mancuso

La domenica è il giorno che, ormai per tradizione, il Museo Pasqualino dedica ai piccoli visitatori e alle loro famiglie. A cominciare dal mattino, con la rassegna, nuova di zecca, Domenica al Museo. Fino al 28 maggio, tutte le domeniche, al Museo prenderà il via un ricco programma in cui si alterneranno laboratori, spettacoli, letture ad alta voce di fiabe, racconti e avventure.


Domenica 19 marzo, ancora alle 11, tornano al Museo le letture ad alta voce con con il secondo episodio della Storia dei Paladini: Mainetto, a cura di Guglielmo Pasqualino e Cristina Stassi.

È la storia di Carlo Magno bambino, il futuro il grande imperatore di Francia. Chiamato così non tanto perché destinato a grandi imprese ma perché i suoi genitori lo concepirono su un carro in un bosco chiamato "Magno". Nome che segnò il suo futuro perché divenne veramente un grande sovrano.
Un racconto avvincente come lo è il manoscritto che Antonio Pasqualino, il papà del Museo delle Marionette, destinò ai suoi nipoti e che, ritrovato, è stato pubblicato il un volume illustrato dalle Edizioni Museo Pasqualino.

La lettura ad alta voce verrà impreziosita da un altro appuntamento imperdibile: il cunto di Enzo Mancuso puparo e cuntista palermitano, ultimo discendente della omonima famiglia che diede inizio alla propria attività a Palermo nel 1928. Sulla scia di una tradizione narrativa che si è mantenuta viva nel tempo, il Museo Pasqualino propone un cunto tradizionale che riprende il classico repertorio epico-cavalleresco tramandato oralmente di generazione in generazione.

Tutti gli spettacoli sono realizzati con il contributo del Ministero della cultura - Servizio II Ufficio UNESCO -Legge 20 febbraio 2006, n. 77 - Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella "lista del patrimonio mondiale", posti sotto la tutela dell'UNESCO. Progetto: “L'opera dei pupi siciliani: pianificazione strategica, trasmissione, valorizzazione”.

Costo del biglietto: 5 euro


Torna al programma completo: https://bit.ly/3XkSBMF




A Sortino nuovo appuntamento con i pupi della famiglia Puglisi

Ancora un nuovo spettacolo della Famiglia Puglisi al teatro comunale di Sortino (Siracusa), domenica 19 marzo alle 18, con Ginevra di Scozia (adattamento scenico e regia di Ignazio Puglisi; musiche curate da Marco Cannata Spinta).

La cameriera Dalinda fa di tutto per rendere Ginevra amica del duca di Albania, Polinesso, riuscendo però a ottenere solo l’effetto contrario. La donna è infatti già innamorata di un altro uomo, Ariodante, cavaliere valoroso e nelle grazie del re. L’insuccesso fa sì che l’amore di Polinesso si trasformi in odio verso Ginevra: per diffamarla, si fa accogliere dalla cameriera nelle vesti della figlia del re. All’arrivo di Polinesso, Dalinda si mostra sul balcone, gli lancia la corda e lo fa salire. Ariodante, afflitto da ciò che vede, decide di togliersi la vita, ma il fratello lo ferma appena in tempo e gli consiglia di muovere la sua ira contro Ginevra. Dopo alcuni giorni arriva un viandante, annuncia la morte di Ariodante, gettatosi in mare da uno dirupo. Lurcanio, spinto dall’ira e dal dolore, accusa apertamente Ginevra di essere stata la causa di quella morte. In Scozia la legge condanna al rogo una donna accusata di essersi unita con un uomo che non è suo marito, se entro un mese nessun cavaliere prende le sue difese contro l’accusatore. Ginevra è quindi in pericolo di vita. Il re, confidando nell’innocenza della figlia, ha promesso di dare in moglie Ginevra a chiunque vorrà e riuscirà a prendere le sue difese. Rinaldo giunge sul campo di battaglia, convince il re a fermare l’aspro combattimento e rende quindi evidente a tutti ciò che era realmente accaduto. Per sostenere la propria accusa, sfida a duello Polinesso e lo sconfigge. Il duca d’Albania, in punto di morte, confessa il proprio inganno. Il re chiede infine al cavaliere misterioso di mostrare la sua identità, per essere premiato per il proprio valore mostrato e per le proprie buone intenzioni.

L'Antica compagnia Opera dei pupi Famiglia Puglisi, attiva da cinque generazioni, rappresenta una di quelle realtà che ha contribuito all'espansione dell'Opra in Sicilia. Il personaggio più famoso della famiglia è sicuramente Don Ignazio Puglisi, che riusciva a prestare la voce a tutti i personaggi in scena senza che il pubblico potesse capire che provenisse da una sola persona. Dopo qualche anno dalla morte di Don Ignazio, il nipote, Ignazio Manlio, riprende l'attività ereditata dal nonno. Oggi la Compagnia ripropone l'antica gloria del teatro utilizzando fedelissime copie di pupi del tempo alti fino a 130 cm e pesanti oltre 30 kg.




Tutti gli spettacoli sono realizzati con il contributo del Ministero della cultura - Servizio II Ufficio UNESCO -Legge 20 febbraio 2006, n. 77 - Misure speciali di tutela e fruizione dei siti

italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella "lista del patrimonio mondiale", posti sotto la tutela dell'UNESCO. Progetto: “L'opera dei pupi siciliani:

pianificazione strategica, trasmissione, valorizzazione”.





Dalla penna di Giusto Lo Dico alla scena: ogni giorno i pupi al Museo

Sono ormai di casa perché ogni giorno si esibiscono, raccontando storie di guerre, amori e incanti. Sono i pupi del Museo Pasqualino, ogni lunedì alle 11, e da martedì a sabato alle 17 in Sala teatro.



Dalla penna di Giusto Lo Dico, autore di Storia dei paladini di Francia, prendono vita come per incanto battaglie, amori, sortilegi, personaggi fantastici e prodigi senza tempo.

Biglietto: 10 euro (intero) – 8 euro (ridotto)

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