A villa Pajno il volume Carlo Alberto Dalla Chiesa Soldato, Carabiniere, Prefetto. La figlia Simona: "Sono riuscita a ritornare qui dove adesso c'è amore e ricordo"


di Ambra Drago
I
n occasione del 41° anniversario dell'uccisione del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell' agente Domenico Russo è stato presentato il volume storico - documentale che ripercorre le tappe della vita del Generale sin da quando era partigiano. Il libro s'intitola Carlo Alberto Dalla Chiesa Soldato, Carabiniere, Prefetto. di Alfonso Manzo generale dell'Arma e di Alessia Glielmi dell'esercito, storico esperto di del periodo riconducibile al nazi-fascismo. il curatore editoriale è il Capitano Francesco D'Ottavio che visibilmente emozionato ha raccontato alla platea il lavoro di ricostruzione storica e di ricerca ma soprattutto i sentimenti che hanno accompagnato questo lavoro editoriale.

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Mettere mano in questo archivio- sottolinea il Capitano D'Ottavio mi ha dato un'opportunità straordinaria e tutto ciò è nato a Palermo. E il mio mentore il generale Manzo un anno fa mi portò in via Carini e in quel posto è iniziata l'avventura narrativa . Un'avventura straordinaria e tra qualche giorno dirigerò una Compagnia e si chiude un percorso e lo devo anche al Generale Dalla Chiesa".
Poi il Capitano si è soffermata sulla copertina del Volume. " Voleva essere un'idea riassuntiva. Voleva dare l'idea al lettore di mettere ordine in tanti documenti sparsi ed è quello che abbiamo fatto. Poi c'è un altro piccolo segreto ed è la firma del Generale che abbiamo voluto mettere in rilievo sulla quarta di copertina. Un' esperienza personale che abbiamo vissuto al Raggruppamento operativo speciale che ci ha dato l'opportunità di mettere mano a documenti importanti e tra questi c'è uno del Generale. Era scritto a penna blu, come sovente lui scriveva e il solco eradi tutta evidenza e io passando la mano ho sentito una sensazione stupenda. Ho chiuso gli occhi ed ho sentito lo spirito del Generale che era con me. L'augurio che posso fare a voi è di passare anche la vostra mano e sentire la stessa sensazione". Subito dopo ha avuto modo di raccontare il lavoro compiuto Alessia Glielmi, Responsabile degli archivi del Consiglio nazionale delle Ricerche ma anche Responsabile degli Archivi del Museo della Liberazione. In questo volume esordisce la moderatrice, la giornalista e Capo servizio di AdnKronos, Elvira Terranova, è come se aveste compiuto delle vere e proprie "indagini" .
"All'inizio è stato un privilegio raccolta la Glielmi, poi è diventata un'emozione, è stato un vero viaggio. Io ho pensato come posso contribuire? La prima cosa che mi è venuto in mente è cercare nella mia zona di confort ovvero cercare il Generale Dalla Chiesa nella sua vita da partigiano. All'epoca non c'era menzione da nessuna parte e nella casa in cui avremmo dovuto trovare la documentazione in realtà questa non c'era. a quel punto è stato il dovere, il piglio e quindi abbiamo approfondito negli archivi in diversi settori. E abbiamo scovato che il tenete Dalla Chiesa non aveva voluto rendere noto la sua attività avvenuta nelle Marche nel 1943 per dovere istituzionale e che l'unica notizia era stata segnalata all'interno del dossier che potevamo trovare solo noi. Abbiamo scoperto che l'attività di lotta al nazifascismo iniziata a settembre del 1943 e ha avuto il suo culmine la notte del 5 ottobre e l'impresa è passata alla storia con la denominazione "operazione Nebbia". Il generale Nebbia collaborò con il tenente Dalla Chiesa al salvataggio del peschereccio e di tutta la popolazione di San Benedetto del Tronto. Dalla Chiesa insieme a altri sul territorio organizzò la fuga e fece allontanare e disperdere questi pescherecci". Vicende che molti non conoscono e raccolte in questo Volume. Uno sfoglio archivistico di almeno 25 istituzioni diverse tra cui il Senato della Repubblica. Un lavoro editoriale complesso ha sottolineato il generale Manzo. "I miei compagni d viaggio non sono stati scelti casualmente. Ringrazio tutti coloro che ci hanno dato una mano. abbiamo effettuato lo stesso percorso fatto dal Generale e siamo stati a Genova, Milano, Torino, Firenze, San Benedetto del Tronto, Palermo. Una mole di documentazione straordinaria quella che abbiamo consultato. Il generale un grande uomo delle Istituzioni colui che fondò un metodo eccezionale. Per il generale quello che non era vietato si poteva fare. Il generale un uomo che ha sempre rispettato la legge e un esempio per la nostra Repubblica". 
Una figura carismatica, un uomo di Stato, il Generale e prefetto Dalla Chiesa a lui è stato dedicato il pomeriggio ha sottolineato il prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta dinanzi alle alte cariche civili e militari.

Un momento toccante quello raccontato da Fernando Asaro, Procuratore di Marsala che incontrò Dalla Chiesa al Gonzaga." Ringrazio i giovani studenti che mi hanno fatto tornare indietro nel tempo. Il 1982 per quella generazione era una realtà particolarmente difficile da interpretare. Vi era un silenzio assordante della parola mafia si iniziava a parlare nei palazzi di giustizia grazie anche all' impegno del giudice Chinnici. Noi come giovani avevamo la percezione di non conoscere questa mafia ma faceva male leggere i titoli dei giornali. Nelle scuole non c'era un intervento dello Stato. Quel giorno il prefetto Dalla Chiesa si presentò in taxi. e lui che accolse noi con un sorriso che non ci aspettavamo . A noi colpì quando disse sappiate che qui fuori c'è il pericolo. Oggi si chiama confort zone la ricerca per ogni diritto al favore ma giá in quei tempi il Generale ci disse chiaramente ".
Non cercatela". Parole che ci colpirono, era una rivoluzione. Lui ci indicò quella strada. Noi quel 3 settembre 1982 ci siamo sentiti sconfortati. i ragazzi del Regina Margherita che sono stati protagonisti alternando momenti musicali, la lettura di stralci dei discorsi del Generale e infine hanno anche letto alcune composizioni poetiche.
In chiusura un ricordo di una delle figlie del prefetto Dalla Chiesa, Simona." È stata una bellissima serata, ho sentito soltanto il desiderio di sentire viva la memoria di mio padre. Ringrazio questi ragazzi di essere qui che con il loro garbo e la loro intensità hanno dato voce alle parole del Generale e hanno addirittura proposto poesie. È stato prefetto ma la sua anima e il suo cuore. Sono rimasti quelli di un carabiniere Io riuscii a entrare qui solo il giorno dopo l'uccisione di mio padre Qui c'è stata la terribile storia della cassaforte e qui è entrato qualcuno per prendere delle lenzuola per coprire quei corpi devastati Era chiaro che le motivazioni erano diverse che portarono uomini non identificati a entrare. Oggi invece stiamo riportando in luce tanti aspetti di vita di mio padre, qui oggi c'è un altro cuore .Per me è un ciclo che si chiude Io negli anni ho continuato a venire, mi legano affetti, amici. Ma poi è prevalso l'amore per la città ed è prevalso quel messaggio di amore che papà portò qui. E noi negli anni ci siamo uniti ai ragazzi, abbiamo fatto fiaccolate, gemellaggio e capimmo che Palermo non era mafia. E oggi sono qui emozionata, e devo dire grazie al nostro Prefetto di essere qui. Adesso villa Pajno ha un altro amore e ricordo". 
A concludere la serata la musica della Fanfara del XII Reggimento dei Carabinieri diretto dal luogotenente Paolo Maria Sena.

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