L'ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Palermo è seriamente preoccupato dell'applicazione dei bandi relativi agli interventi SRE01 insediamento giovane agricoltore, SRE02 nuovo agricoltore e SRD03 investimenti nelle aziende agricole per la diversificazione in attività non agricole. "Oggi, abbiamo la sensazione che stiamo tornando indietro, con la probabilità di perdere risorse necessarie allo sviluppo della nostra provincia, interventi che evitino lo spopolamento che è in costante crescita". Lo dichiara il presidente dell'Odaf Palermo, Salvatore Fiore.
"Lo scorso 15 settembre, presso la nostra sede, si è svolto un incontro tra colleghi dove si è acclarato che i bandi pubblicati il 31 agosto, relativi agli interventi SRE01, SRE02 del PSP 2023-2027, presentano tanti dubbi applicativi e interpretativi: indivisibilità delle aziende fino al 2° grado di parentela e al 1° grado di affinità; forte soggettività dei criteri di selezione; impossibilità di raggiungere il punteggio minimo indicato dalle disposizioni da parte di giovani e/o nuovi agricoltori che, pur dedicando la loro capacità professionale alle attività agricole, non hanno conseguito laurea, master e dottorato di ricerca (impossibile insediarsi con il diploma di II grado e/o la sola qualifica di capo azienda); impossibilità a partecipare ai bandi ad investimento; mancanza dei riferimenti per il calcolo della redditività aziendale, che è uno dei requisiti di accesso. Inoltre - prosegue Salvatore Fiore -, i due bandi sulla diversificazione SRD03, pur allineandosi alle programmazioni passate, vedono rivisitata la norma che applica l'attività dell'agriturismo con un DDG che abroga decreti assessoriali e la legge regionale di riferimento, presenta innumerevoli incongruenze applicative e la mancanza di tutte le tabelle applicative per la verifica della prevalenza dell'attività agricola sull'accoglienza e diversificazione". "Riteniamo sia necessaria una fattiva collaborazione e concertazione con i vertici dell’Assessorato dell'agricoltura per trovare una risoluzione. Qualora ciò non dovesse avvenire, tutti i colleghi presenti all'incontro dello scorso 15 settembre ritengono sia necessario, appellarsi al Presidente della Regione e alle Commissioni parlamentari affinché vengano messe in atto tutte le procedure, affinché non si intervenga troppo tardi, memori anche dell'esperienza della programmazione 2014/2020, oggi in chiusura, che ha avuto anch'essa un avvio tortuoso", conclude Fiore.
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