RUMORE. Non silenzio ma RUMORE Installazione urbana temporanea di Domenico Pellegrino dedicata a Giulia Cecchettin. Piazza Pretoria, 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne.

RUMORE. Non silenzio ma RUMORE - Installazione urbana temporanea di Domenico Pellegrino dedicata a Giulia Cecchettin. Piazza Pretoria, 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne.
RUMORE. Non silenzio ma RUMORE
L’artista Domenico Pellegrino interviene, con il suo iconico linguaggio, nella “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne”, con un’opera luminosa dedicata a Giulia Cecchettin, realizzata con gli alunni dell’IC Wojtyla di Palermo.
“Mi ha colpito l’azione, il desiderio di non rimanere in silenzio, il desiderio di far ascoltare la propria voce, il desiderio di fare rumore.” Dichiara l’artista “Nella mia parola luminosa ho colorato di rosso le lettere “more”, "di più" in inglese, per amplificare il rumore: facciamo più rumore.”
Sabato 25 novembre nel centro della città di Palermo, a Piazza Pretoria, si accende RUMORE.
L’opera è stata realizzata insieme agli alunni e alle alunne dell’IC Wojtyla di Palermo, dove l’artista insegna. Un laboratorio che ha coinvolto alcuni dei suoi studenti che si sono impegnati nella realizzazione dell’opera guidati dal loro professore.
“Ancora una volta l'artista Domenico Pellegrino "regala" la sua arte e il suo talento alla scuola, mettendo a servizio degli studenti la propria creatività. Sulla scia di un progetto già cominciato due anni fa e dal titolo "le parole giuste", con il quale Pellegrino ha inteso dare forma, appunto attraverso delle parole - luminarie che si illuminano - a quei sentimenti che veicolano valori come l'amicizia la lealtà e l'amore, oggi nasce una nuova parola: rumore. “ racconta la dirigente dell’istituto Ivana Corvaia. “Pellegrino ha deciso di creare visivamente ciò che nella prassi di una scuola accade quotidianamente: l'educazione al rispetto della donna, alla non violenza per dire no al femminicidio. La scuola è il luogo delle relazioni per antonomasia, ogni giorno i docenti si spendono per trasmettere valori come il rispetto, la parità di genere, la non violenza e l'amore. “
Il progetto “Le parole giuste” nasce per dare valore alle “parole giuste” che incarnano sentimenti ed emozioni, due dimensioni da curare, ma anche da saper distinguere. Il lavoro si esprime su due livelli digitale e fisico, in entrambi le parole vengono collocate in luoghi simbolici. Le parole, cancellando ogni forma di incomunicabilità, divengono strumenti di creatività. Con le parole rappresentiamo la realtà e con le parole possiamo accarezzare e ferire, convincere e respingere. In tutti i casi è la parola che ci rende umani. E anzi, se “si comunica in e non attraverso una lingua” (W. Benjamin), la nostra umanità sta tutta nei confini delle parole, nel modo in cui usiamo le parole ma anche nel modo in cui noi stessi siamo parlati dalle parole che ci consentono di pensare, agire, sperare. Il problema, allora, non è se le parole corrispondono alle cose, ma se le cose corrispondono alle parole.

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