Presentato il libro "Caccia ai nazisti" del Procuratore militare De Paolis: "Una storia di aule giudiziarie, una discesa negli inferi e nel dolore dei sopravvissuti. Il messaggio è fare sempre il proprio dovere"

di Ambra Drago
Tra il 2003 e il 2008 la Procura militare di La Spezia si occupò di una seconda stagione giudiziaria relativa ai processi contro i nazisti. Nonostante le difficoltà investigative, i risultati furono  sorprendenti. Un'attività processuale ricostruita  nel libro del magistrato militare Marco De Paolis edito Rizzoli. In quasi sei anni la Procura della città ligure istruì ben quattordici processi, un numero pari a quelli che furono celebrati in tutta Italia dal 1946 al 1994. La Procura militare ligure produsse un volume d'indagine sorprendente sui crimini commessi nell'area di competenza (Toscana, Emilia Romagna e anche ad Ancona e Pesaro).Tra i processi furono celebrati anche quelli contro i colpevoli dei crimini di guerra perpetrati a Marzabotto, era l'autunno del 1944 e che causò oltre 800 vittime (tra cui 200 bambini). La vicenda processuale si concluse con ben dieci condanne in primo grado. Nel 2008 l'ufficio inquirente  venne chiuso e i fascicoli pendenti vennero trasferiti in parte a Verona e in parte a Roma dove vennero ultimati i processi. E tra gli ultimi vennero discussi i procedimenti riguardanti (Borgo Ticino, Verghereto e Chiusa Pesio) e questa fase si concluse con la strage di Cefalonia avvenuta nel 1943. Un lungo iter processuale che dev'essere da tutti ricordato, come ha sottolineato il Generale Maurizio Angelo Scardino padrone di casa della presentazione che è avvenuta a Palazzo Sclafani sede del Comando regionale dell'Esercito Sicilia. "Siamo orgogliosi di essere qui. Palazzo Sclafani è diventata una sede anche per ospitare mostre. E per la prima volta un' ala è stata destinata e attrezzata per la mostra organizzata dal dottor. De Paolis procuratore militare presso la Corte d'appello che ha voluto che Palermo che fosse sede della mostra relativa ai processi nazisti, intitolata "Nonostante il lungo tempo trascorso". Una mostra che prende spunto da quello che il Procuratore militare trovò scritto su un decreto di archiviazione e che invece lo ha spronato a andare avanti. Mille vittime italiane, 650.000 vittime delle deportazioni internati militari italiani, 24.409 vittime civili in Italia. Oggi con grande piacere ho voluto ospitare il Procuratore con questo testo che vuole essere la narrazione di ben 16 anni in cui mette in piedi una cinquantina di processi contro questi criminali. Sono contento che in questa Sala ci siano i giovani che sono il nostro testimone in futuro.
Un merito al Procuratore per quello che ha fatto e noi gli saremo sempre vicini in questo tipo di manifestazioni". L' incontro è stato moderato dal giornalista de La Repubblica Palermo, Salvo Palazzolo che sin da subito si è rivolto ai ragazzi invitandoli a osservare un video che ripercorre le tappe storiche e giudiziarie e invitandoli a tenere alta la memoria. Noi di Siciliaunonews abbiamo rivolto qualche domanda al Procuratore De Paolis che ha evidenziato il messaggio che accompagna questa sua ultima pubblicazione.
""Caccia ai nazisti" è la storia di sedici anni di indagini e processi sui crimini nazifascisti . Un lungo percorso iniziato nel 2002 e si è concluso nel 2018 con oltre 500 procedimenti di indagini, 17 processi, 57 condanne all'ergastolo in primo grado. Insomma una storia di aule giudiziarie ma soprattutto una storia umana sotto diversi profili dato che ho avuto contatti sia con le vittime che con i carnefici". Abbiamo chiesto l'emozioni, il lato emotivo di questi lunghi anni spesi alla ricerca di una verità. "Emotivamente molto forte. E' stata quasi una discesa negli inferi, nel dolore, nel baratro della violenza. Molto umilmente penso che il messaggio sia quello di cercare di fare anche nel proprio piccolo il proprio dovere con coscienza e senza aver paura delle conseguenze". Alla tavola dei relatori anche il già professore di Procedura Penale dell'università degli Studi di Palermo, Antonio Scaglione che è stato altresì Vice Presidente del Consiglio della Magistratura militare. "Sotto il profilo internazionale continuano a regnare episodi di nazifascismo e soprattutto continuano le Guerre nonostante l'invito del Papa a cessare il fuoco. L'altro ieri il Pontefice ha detto: " riviviamo con animo commosso le stragi nazifasciste e l’impegno giudiziario, di Marco De Polis, tra pericoli, insidie, indifferenza, isolamento e solitudine, in una drammatica e estenuante corsa contro l’ineluttabile decorso del tempo per assicurare alla giustizia i responsabili e riconoscere il dritto alla giustizia di migliaia di persone e di intere comunità.Il presente saggio autobiografico, così come i precedenti lavori scritti o
comunque curati dall’Autore (La difficile giustizia, Monte Sole
Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Cefalonia, L’uomo che dava la caccia ai nazisti), meritano un giudizio ampiamente positivo per l’impegno civile, per l’accurata ricerca delle fonti storiche e giudiziarie, per le analitiche schede sui singoli processi, e per il difficile compito di dare una risposta sulle motivazioni, di politica interna e internazionale, per
le quali si verificò un colpevole e ingiustificato ritardo nel perseguire efferati delitti".
Questo libro non è solo il racconto di una materia tecnica ma ci racconta anche il coraggio di un magistrato che non ha timore.
Al dibattito è intervenuto anche Tommaso Baris, professore associato di Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali. " Parto dal concetto della responsabilità penale per i crimini di guerra non solo da chi comanda ma anche da tutti coloro che hanno eseguito gli ordini. Non è un dato di partenza.
Ricordiamo che negli anni 90' non era così. Ricordo ancora il processo a Priebke dove il Tribunale di Militare di Roma era ancora lontano da questo principio. Dal Tribunale Militare della Capitale il reato venne in prima battuta prescritto. Questo libro apre in realtà anche una speranza che questi processi hanno invece segnato un cambiamento della cultura giuridica e hanno portato un'evoluzione della società. In questo libro vengono fuori i racconti che riguardano non solo il punto di vista del Procuratore ma sono anche interessanti i racconti degli accusati e in molti casi ripropongono alcune letture del passato.
Dicevano eravamo dentro un catena gerarchica, giustificazioni che oggi non accettiamo più". Un pomeriggio di memoria, ricerca della verità e speranza. Presenti a Palazzo Sclafani, Il Procuratore Capo del Tribunale di Palermo, Maurizio de Lucia, il Comandante regionale dei Carabinieri Legione Sicilia, Spina, il Comandante provinciale dei carabinieri Magrini, il vicario del prefetto la dottoressa Anna Colosimo, il vicario del Questore Vattani, il Comandante del 4° reparto Volo della Polizia di Stato, il Primo Dirigente Molinaro, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Napolitano, l'assessore comunale alla Cultura Cannella. In sala anche il Presidente I.P.A. sezione di Palermo, Castrense Ganci e il dirigente I.P.A. Fabio Melchiore.

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