Folla per la lunga notte dedicata alla "Santuzza". Lorefice ricorda Sara Campanella. "Messaggio di Rosalia è moderno per le donne che lottano per la libertà e la dignità"

di Ambra Drago
Tradizione, fede e il tema della bellezza legata al significato profondo e spirituale del termine. Sono questi gli ingredienti che accompagnano la 401esima edizione del Festino di Santa Rosalia. Un "carro classico" seppur con una mini realizzazione di Porta Nuova alle spalle della Santuzza, affiancato da un "carro teatro" dove si sono susseguiti gli artisti accompagnato dalla folla di fedeli ha attraversato il Cassaro ma quest'anno con la novità di una sosta davanti Palazzo Riso. La nuova tappa, infatti vuole essere un regalo e una sorpresa per i palermitani, dicono gli organizzatori. Un attore, Vincenzo Ferrera, una musicista, Giulia Tagliavia, e un pittore, Francesco de Grandi, hanno messo la loro arte al servizio del Genio di Palermo. I Quattro Canti, con la musica di Serena Ganci e Fabrizio Cammarata, hanno segnato il trionfo di Santa Rosalia, e con essa dell'arte barocca ed eternamente effimera del Festino.Nel cast del Festini anche Sabrina Petyx. Dal Comune fanno sapere che si sono toccate le 350mila presenze per una festa che è nel cuore dei palermitani, ma anche dei tanti pellegrini e turisti che in queste ore hanno affollato il capoluogo siciliano. Un'accoglienza tiepida è stata riservata al momento in cui il sindaco è salito a omaggiare la Santuzza. Sin dal pomeriggio i la "macchina della sicurezza" è stata messa in moto. Lungo il tragitto del Carro presenti uomini della Guardia di Finanza, Poliziotti, carabinieri e polizia municipale.Questo pomeriggio l'Arcivescovo ha celebrato i solenni vespri pontificali alla presenza del sindaco Lagalla, dell'assessore Ferrandelli e della neo assessora Mimma Calabrò.

Poi presentti il Questore, il Comandante provinciale dei carabinieri Magrini, il comandante della Polizia Municipale, Angelo Colucciello e il colonnello Danilo Persano del gruppo della Guardia di Finanza di Palermo. In quest'occasione l'arcivescovo ha invocato la benedizione di Santa Rosalia sulla comunità ma anche su coloro che sono chiamati a proteggerla.

E visto il momento sia di festa ma altrettanto delicato sotto il profilo storico dove c'è un'escalation di violenza anche nei confronti delle donne è stato chiaro e netto richiamando l'uccisione Sara Campanella, giovane studente universitaria Misilmerese, uccisa a Messina il 31 marzo scorso. L'arcivescovo ha richiamato una letetra inviatagli dai parenti della giovane. Ecco alcuni passaggi: "Nonostante siano passati ben 4 secoli, il messaggio d’amore e di speranza consegnatoci dalla nostra Santa, risulta essere attuale e moderno, dando testimonianza a tutte le donne che lottano ancora oggi per la loro dignità e la loro libertà. 
Santa Rosalia ci insegna che la libertà autentica nasce dal coraggio di seguire la propria coscienza, anche a costo di rompere all’ordine imposto.

La sua figura diventa modello per ogni credente, dunque, di ognuno che cerca di vivere i propri ideali di giustizia, amore e verità in modo consapevole e libero. Purtroppo al giorno d’oggi assistiamo ad un dilagare sempre più massiccio della prepotenza, al voler imporre molto spesso le proprie convinzioni senza considerare l’altro e le conseguenze di tali atteggiamenti, a volte, degenerano in violenze brutali. oggi vogliamo ricordare una giovane ragazza, amante della libertà, di quella libertà che non ferisce chi ci sta accanto, che non prevale sull’altro, ma di quella libertà che anzi nasce proprio dalla consapevolezza dei nostri valori, dei propri talenti, spesi al servizio degli altri. Sara Campanella,così scriveva “Mi amo troppo per stare con chiunque”, il suo motto che aveva scelto come biglietto da visita, un messaggio di indipendenza e autodeterminazione che ogni donna libera dovrebbe poter seguire. Sara è cresciuta in una famiglia profondamente cattolica, educata al rispetto e alla generosità, all’idea che il BENE esista ed è più forte del MALE. Purtroppo la sua vita è stata spezzata per un no, sopraffatta dal male, quello che moltospesso si cela dietro volti che vogliono affermare il proprio ego con la forza e la violenza.
Sara era una giovane donna che come Santa Rosalia credeva nella bontà della natura umana, piena di valori come il rispetto e la solidarietà verso il prossimo, sempre pronta a dare una mano a chiunque avesse bisogno. Ricordare Sara significa celebrare la bellezza della sua anima, la forza del suo esempio e la dolcezza della sua presenza che lasciava ovunque andasse.I suoi preziosi ideali di amore e rispetto verso sé stessi e verso gli altri sono un inno alla vita, dono prezioso che ci è stato donato e che deve essere apprezzato. Troppe donne che subiscono abusi e violenza vengono dimenticate col passare dei giorni, quando cala il silenzio su queste tragedie, ma noi non vogliamo che Sara venga dimenticata. Questa testimonianza, particolarmente voluta dai familiari di Sara, possa servire oggi per risvegliare coscienze, richiamare all’urgenza di educare all’amore vero, alla libertà di sé e degli altri, nel rispetto di ogni essere umano senza distinzione di sesso, di razza e di religione, al fine di trasmettere un forte messaggio a questa cittadinanza qui riunita.Ricordiamo Sara leggendo proprio le parole che lei stessa scriveva per incoraggiare un’amica a vivere la vita nella piena consapevolezza di sé e dei propri valori.Uniti nella luce del suo ricordo, certi che il suo amore e l’eredità che ha lasciato, continuerà ad accompagnarci
per sempre». La serata è terminata poco dopo le ore 24,15 quando sono stati sparati i consueti fuochi d'artificio.

Nessun commento:

Posta un commento