Ma prima o poi tornerà savio. Perché è inutile, se non pro tempore, votare per il non voto o non votare, eleggere uno che farà il contrario di quel che vorresti e via dicendo
In Inghilterra esiste un club che sostiene da sempre che la terra sia quadrata, un altro ciò che è “evidente, cioè che sia piatta. Nessuna prova contraria è valsa a convincerne i soci. In Sicilia, se quei club avessero una sede in loco, i relativi presidenti potrebbero essere eletti sindaci. Avrebbero ottime possibilità.
Stufi di andare al voto, stanchi della politica tradizionale, votano personaggi senza partito. A Messina vince una sorta di sindaco barbone con la maglietta no ponte: il contrario di quello che sarebbe l’interesse della città. Forse i messinese preferiscono che montagne crescenti di traffico gommato transiti attraverso la città – com’è adesso – o in ogni caso molto vicino? Forse non vogliono che si crei un’area metropolitana unica che possa prevedere servizi eccezionali per Messina e Reggio? Forse non vogliono che la zona diventi un hub dei trasporti internazionali e nazionali? Altri luoghi del mondo, altre città si battono perché ciò avvenga. Ma forse vogliono che comandanti ed equipaggi continuino a rischiare la pelle attraversando il mare fra Scilla e Cariddi in mezzo alle petroliere e alle navi crociera alla vigilia delle feste comandate etc.
Meno folle la scelta degli elettori a Ragusa: la città ha una crisi di rigetto per il sindaco Di Pasquale, una volta eletto coram populo, e per le sue malefatte, per la sua rozzezza personale e politica. Così vota per uno che non è il suo “raccomandato” e boccia questo, nonostante avrebbe il sostegno teorico sia della destra che della sinistra, leggi Pd e Pdl…
Ma neppure i grillini escono vittoriosi. Cantano vittoria per aver avuto un sindaco almeno lungo tutta la Penisola e quest’ Isola, la Sicilia, cui l’amato Stivale dà un calcio da sempre non solo sulla, carta geografica.
A Siracusa, infine, che importa se la bella Prestigiacomo, che poteva fare concorrenza alla Cucinotta nella qualità della più bella del reame siculo, ma è stata chiamata a ruoli ben differenti, come quelli di ministro, di portavoce in carica del Berlusca, sua vana patrocinatrice nel Ruby gate, consiglia il candidato Pdl. Che importa se la città è intimamente destrorsa? Sull’Ortigia e dintorni si vota un sinistrorso dal quale ti aspetterersi atteggiamenti oltranzisti a favore dell’ecologia, del paesaggio, di potenziali risorse (mai sfruttate neppure al 50%) di carattere archeologico nella terra dove esse più sovrabbondano già: la conservazione innanzi tutto, emblema e bandiera di chi in Italia si auto referenzia come “progressista”... Ed invece che cosa ti fa il neo sindaco, se non proclamare subito: “sbloccherò subito i lavori per il porto turistico”? Speriamo che sia femmina, come la vogliamo noi, cioè che tutto sia vero. Oggi, del resto, chi dice più “auguri e figli maschi”? Sia, dunque, un sindaco “progressista” a spingere il progresso vero, quello che i progressisti come lui, innamorati della “non crescita” hanno maggiormente odiato da sempre, neanche fosse il fumo negli occhi.
E’ dunque soltanto “folle folle folle” l’elettorato d’oggi. Ma prima o poi tornerà savio. Perché è inutile, se non pro tempore, cioè per guastare la monotonia, votare per il non voto o non votare, eleggere uno che farà il contrario di quel che vorresti e via dicendo.
Germano Scargiali
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