Gentile Presidente,
al di là degli annunci pre-elettorali in occasione delle amministrative scorse, gli uffici regionali mi comunicano che in materia di Reddito per i Disoccupati/Cantieri di Lavoro, allo stato ancora non hanno ancora ricevuto direttive al riguardo.
Eppure, in relazione alle pubbliche comunicazioni di oltre un mese fa, trasparivano da parte del Governo regionale imminenti alcune misure occupazionali al riguardo. Nello specifico - e con non poco timore in merito, e di seguito chiarirò il perché - le intenzioni propalate rimandavano, in maniera esemplificativa, all'estensione in tutta la Sicilia di un intervento che già si attua nei comuni delle province di Enna e Caltanissetta. Intervento che Ella, Presidente, essendo di Gela dovrebbe ben conoscere, atteso che in quel Comune da anni si finanziano cantieri di servizi e si erogano benefici economici ad una platea ormai consolidata per lo svolgimento di programmi di lavoro che sostanzialmente non sono altro che lavori socialmente utili. Se non erro trattasi della L.R. 5/2005 ed i soggetti beneficiari sono sempre gli stessi e il finanziamento viene fissato in finanziaria di anno in anno. Ad ogni scadenza queste persone cominciano a protestare, occupano il Comune e le Prefetture e tutti gli anni in Regione si trovano i soldi per rifinanziare i "loro" programmi di lavoro.
Mi chiedo e chiedo a chi ha avuto questa idea brillante: se quelli che ci sono già vengono riconfermati di anno in anno, ormai quasi da dieci anni, perché gli altri (i nuovi) dovrebbero fare solo un periodo di lavoro e poi uscire? Non uscirebbero più e, pertanto, si creerebbe un nuovo bacino di precariato, mentre ancora abbiamo e da decenni da risolvere il dramma di svariate di decine di migliaia dei LSU in tutti gli EE.LL. siciliani.
Attese le magre finanze regionali e volendo chiudere la vergognosa pagina (impresa titanica, invero..) dell'esistente precariato senza fare macelleria sociale, non crede Sig. Presidente che diversamente dallo scrivere, non nuove pagine, ma forse vere e proprie enciclopedie, con i preannunciati cantieri da Reddito Minimo Garantito (a vita), di contro, si opti cogliendo i benefici dei cantieri tradizionali, ovviamente gestiti bene, come in ogni Comune abbiamo fatto nell’ultima edizione.
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Non si crea nuovo precariato! Lavorano tutte le categorie professionali: dagli analfabeti ai tecnici laureati! Lavorano i fornitori dei materiali e dei trasporti! Lavorano gli artigiani (inferriate, infissi, manufatti vari) e le piccole imprese per il tramite dei vari noli e servizi! Lavorano i disoccupati qualificati e gli specializzati del settore che, per ora, sono tutti a casa, vista la crisi dell’edilizia! Si avvantaggiano le famiglie più bisognose perché si redige una graduatoria provinciale degli allievi, per stato di bisogno! Si realizzano piccole ma importanti opere e in tutti i Comuni a beneficio della collettività!
Il finanziamento di tali cantieri di lavoro, si ricorderà, ha anche avuto un effetto moltiplicatore perché al finanziamento regionale debbono aggiungersi le risorse per gli assegni familiari e le indennità di disoccupazione (che ora si chiama ASP) che sono a carico dell’INPS, cioè dello Stato.
Ritengo che, in una nuova e sperimentale versione, magari richiedendo ai Sindaci - liberati dall'opprimente patto di stabilita al titolo II che può mettere a disposizione in ogni Ente ingenti risorse per investimenti ad oggi bloccate - di cofinanziare, anche in maniera premiale detti nuovi cantieri, non solo eviteremmo un errore gravissimo sul piano dell'equilibrio finanziario regionale (ed a cascata, locale) ma responsabilizzeremmo tutto il sistema istituzionale garantendo la realizzazione di opere utili all'intera collettività amministrata oltre ad assicurare una vera e propria valvola di ossigeno al dramma occupazionale che la P.A. non può garantire se non dietro forma di sostegno sociale assai limitato temporalmente ed a una platea necessariamente diversa e plurale di soggetti in difficoltà beneficiari, di contro scuotendo la nefasta cultura parassitaria del sussidio pubblico A VITA!
IL SINDACO - Giacomo Tranchida
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