La lotta per il soldato Stallman, dopo oltre trent’anni di battaglie, continua. Era il 1983 quando partendo dal sistema Unix creò GNU, la base del sistema operativo che i più conoscono sotto il nome di Linux, e da allora non ha più smesso di combattere contro il software proprietario. Anche
nella conferenza tenuta dal vulcanico informatico all’Istituto Tecnico Industriale “Leonardo Da Vinci” di Trapani il focus è stato mantenuto sulla necessità per chiunque voglia definirsi libero di abbandonare gli applicativi con licenza proprietaria in favore del software libero, vale a dire quello che concede agli utenti di visualizzare il codice sorgente in cui è scritto e verificarne il funzionamento, modificandolo a piacimento. E sin dall’inizio del suo intervento Stallman è subito un fiume in piena, lanciando strali contro i programmi e i dispositivi più conosciuti nel mondo, avendone praticamente per tutti. Facebook, Kindle, Google Play, tutti i telefoni cellulari e persino Angry Birs (il popolare videogioco), non si salva nessuno. «Sono tutti sistemi che mirano – ha detto Stallman – a controllare dove vi trovate e cosa state facendo. Ogni volta che li aprite essi inviano ai loro autori e proprietari dati su di voi. O siete voi a controllare il programma che state usando o è lui a controllare voi, non esistono mezze misure. E se non avete accesso al codice sorgente allora, mi dispiace, ma è lui che vi sta controllando. Quand’anche non lo facesse, non siete in grado di poterlo affermare, perché non potete verificare come funziona». Il carisma di Stallman sta tutto nella sua capacità di porre la questione non tanto sul versante tecnico, quanto su quello etico. La sua opposizione a creare un programma che impedisca piena libertà di utilizzo l’ha portato a rifiutare tutti proventi che avrebbe ottenuto dalla registrazione sotto copyright del suo GNU/Linux e ad entrare in conflitto persino con Linus Torvalds, il creatore del kernel Linux. «Lui pone la questione del software proprietario – incalza Stallman – in termini di comodità. Se è comodo gli va bene. Per me invece è inaccettabile, è una questione di libertà. Nelle scuole andrebbe utilizzato solamente software libero e non solo perché fa risparmiare un sacco di soldi, ma perché è giusto che i ragazzi imparino a usare il computer conoscendo realmente come funziona». La conferenza si chiude con Stallman in versione Messia (gli basta porsi un disco a mo’ di aureola sulla testa, barba e capelli sono quelli dell’iconografia tradizionale) che diffonde i suoi precetti. Il liberatore ha parlato.
Nessun commento:
Posta un commento