Punti nascita. Il Ministro della Salute venga a percorrere le strade delle Madonie e responsabilmente ritorni sui suoi passi. Lapunzina: «90 minuti per raggiungere il “Cimino” di Termini Imerese sono troppi. Un rischio troppo alto»

Per meglio inquadrare il problema legato alla chiusura del punto nascita di Petralia Sottana bisogna tenere in considerazione il seguente scenario.
Ad una partoriente di Geraci Siculo, per esempio, alle ore 19 le si “rompono le acque”. Dovrà scegliere, insieme ai familiari di chiamare il 118 oppure un autonoleggio (se non è nelle condizioni di raggiungere il “Madonna SS dell’Alto” con mezzi propri). Se vogliamo considerare che l’ambulanza (3 in tutto il distretto sanitario, 9 comuni) è dotata semplicemente di autista e barelliere che differenza c’è?
La gestante, stabilizzata dai sanitari del nosocomio petralese e classificata con il “codice verde o giallo”, verrà quindi trasferita al “Cimino” di Termini Imerese.
In condizioni di viabilità perfette (manto stradale asciutto, di giorno e senza nebbia) l’ambulanza, con personale sanitario a bordo, raggiungerebbe Termini Imerese in ben 90 minuti, nella migliore delle ipotesi.
Questo tempo di percorrenza aumenterà sensibilmente se le condizioni meteo e del manto stradale diventassero avverse.
«E’ una follia pensare di fare affrontare ad una partoriente qualcosa come 75 chilometri di strada impervia e di autostrada, senza mettere a repentaglio la vita della stessa e quella della creatura che dovrà mettere al mondo», afferma il vice Sindaco di Castellana Sicula, Vincenzo Lapunzina.
«Il Ministro Lorenzin deve assolutamente verificare di persona la precarietà delle condizioni di vita delle nostre genti. Solo così, percorrendo il nostro territorio, - continua Lapunzina - particolarmente disagiato nei mesi invernali, potrà rendersi conto che per garantirci l'inalienabile diritto alla vita e alla salute, al pari degli altri italiani, abbiamo assoluta necessità di mantenere a Petralia Sottana il personale addetto al parto, ma soprattutto di potenziare la struttura in cui insiste questo servizio essenziale per le nostre comunità».
«Per il resto, ai cittadini madoniti interessano poco le lotte interne ai partiti per fare prevalere questa o un altra posizione o lo scambio di accuse. Se la Lorenzin dovesse ritornare sui propri passi il merito non sarebbe certo di nessun esponente politico ne tantomeno al centro del fiocco potrà essere posto il logo di alcun partito. Meno che mai delle varie strategie di sviluppo dei territori quali quella delle aree interne. Al momento - conclude Lapunzina - la sconfitta è di tutti. La “vittoria”, che auspichiamo, sarà solo del buon senso».


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