Dall’analisi del documenti contabili
della società partecipata, e a seguito dell’audizione in commissione consiliare
dei sindacati Cobas e Ugl, emerge un quadro allarmante sulla gestione
amministrativa ed economica dell’azienda, caratterizzata soprattutto da
un’inutile esternalizzazione di servizi e incarichi che determina un aggravio
di costi. In primo luogo ammonta a circa 10 milioni il costo dei servizi
esternalizzati.
E’ in corso, ad esempio, un bando per le manutenzione di soli
28 autobus su 400 ufficiali (di cui solo la metà funzionanti), quando
l’acquisto degli stessi mezzi nuovi costerebbe di meno. Analizzando il
piano industriale si scopre che ben 150 mezzi circa hanno tra i 18 e i 24 anni
(Euro 1 e 2), 12 autobus hanno più di 24 anni (Euro 0). Sostanzialmente la metà
del parco mezzi andrebbe probabilmente rottamata e sarebbe più economico
acquistarne di nuovi piuttosto che appaltare all’esterno per manutenzione (che
tra l’altro potrebbero essere fatta a costo zero dai nostri operai).
Sarebbe anche interessante verificare, ai
fini della stima del patrimonio aziendale e quindi dell’equilibrio di
bilancio, come vengano valutati questi mezzi così obsoleti che, tra
l’altro, sono altamente inquinanti e che, una volta entrate in vigore le
Ztl, non potrebbero più transitare, rischiando di ridurre ulteriormente
le corse cittadine. Diversamente sarebbe quantomeno contraddittorio consentirne
il transito. Ugualmente singolare è la circostanza per cui l’Amat potrebbe
avere delle entrate dall’appalto per la rimozione dei mezzi, dal momento
che talune ditte sono pronte a pagare per avere questo appalto (in quanto poi
la rimozione viene pagata dal cittadino). Invece, inverosimilmente, l’Amat
paga ditte esterne per il servizio con conseguenti mancate entrate.
Singolare anche la circostanza che per vedere biglietti e abbonamenti ci
avvaliamo dell’attività promozionale di un soggetto esterno, con costi
che vanno dai 500 mila ai 700 mila euro annui.
In altri termini l’Amat, più che un’azienda
pubblica, è una fucina di appalti e incarichi esterni (96 in un solo
annuo per importi non ancora stimati) che ne determinano nei fatti una gestione
privata dell’azienda nei suoi diversi settori di intervento, con costi che
vengono fatti ricadere (anche sotto forma di tariffe Ztl) sui cittadini.
Altresì emerge e appare inaccettabile che venga consentito alle linee
extraurbane l’ingresso all’interno della città, con la perdita di circa 3.300
utenti e con conseguente danno all’erario, quando invece sarebbe opportuno,
anche per ridurre l’inquinamento e rendere più funzionali le corsie
preferenziali, che il percorso delle linee extraurbane non attraversi la città.
Dall’abnorme e a mio avviso illegittimo
taglio delle corse avvenuto il 29 dicembre, con la delibera 255 della Giunta su
una materia di stretta competenza del Consiglio comunale e che sarebbe
dovuta essere oggetto di una programmazione dello stesso Consiglio, deriva un
ulteriore danno alla collettività, non solo in riferimento alla sospensione, in
alcuni tratti della città, del servizio connesso con queste corse, ma altresì
un utilizzo "improprio" del personale, costretto a turnazioni
che sembrerebbero sforare le 6,5 ore giornaliere (questa la denuncia dei
sindacati Cobas e Ugl): una prosecuzione a oltranza delle attività lavorative
tale da non garantire né la salute degli autisti né la stessa sicurezza dei
cittadini. Ho proposto in commissione di trasmettere budget, piano industriale
e bilancio dell’Amat alla Procura della Corte dei Conti affinché si
accerti se nei reiterati incarichi esterni e nell’esternalizzazione dei servizi
che potrebbero essere resi all’interno, possa rinvenirsi un danno all’erario.
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