Tutto nasce dalla denuncia di una madre di Vercelli che, rientrata in casa prima del previsto, scopre il figlio tredicenne nudo nel salotto di casa intento a chiudere frettolosamente una conversazione via Skype con uno sconosciuto.
Dopo i tentativi di spiegazione del figlio, la donna riesce a recuperare l’utenza telefonica da cui è partita la chiamata e decide di recarsi alla Polizia Postale di Vercelli per denunciare l’accaduto.
Gli accertamenti portano i poliziotti fino a Bari a casa di un postino; dalla perquisizione domiciliare gli agenti trovano negli hard disk sequestrati decine e decine di contatti di diversi minori, residenti in altre zone del territorio italiano, a cui l’uomo aveva chiesto di compiere atti sessuali allo scopo di filmarli e registrarli a loro insaputa.
Il 40enne, per indurre i ragazzi ad esibirsi in giochi erotici da soli oppure coinvolgendo amici, fratelli o sorelle, non desistendo neanche qualora fossero stati molto piccoli, assumeva una falsa identità in Rete fingendosi una giovane donna.
Le richieste si spingevano fino a chiedere alle vittime di toccarsi prima di addormentarsi, invitandole ad attivare la webcam in modo da consentire al postino di guardare da casa sua le scene riprese.
Polizia di Stato
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