Monreale: Un concerto per non far morire la pace


Al duomo di Monreale secondo appuntamento della Settimana di musica sacra nel percorso Unesco arabo-normanno. In scena l’opera di Karl Jenkins “Una messa per la pace” per soli, voce recitante, con ben otto cori riuniti da tutta la Sicilia e l’ensemble dell’Orchestra Giovanile Siciliana diretto da Giovanni Mirabile.
L’idea di comporre l’opera maturò allo scoppio della guerra in Kosovo ed è diventato un successo planetario, un concerto per non far morire la speranza in un tempo di morte. Al duomo di Cefalù alle 21, si replica la Sinfonia n.9 in re minore di Anton Bruckner. Ingresso libero. Mercoledì 13 dicembre alle 21 al duomo di Monreale Una messa per la pace di Karl Jenkins (1944) (The Armed Man a Mass for Peace), per soli, voce recitante, cori riuniti e ensemble con l’ensemble dell’Orchestra Giovanile Siciliana diretta da Giovanni Mirabile, il Coro Voci bianche Foss diretto da Fabio Ciulla e i cori “Anthea Juvenes” di Augusta, diretto da Martina Di Gaetano, “I mirabili” di Messina, diretto da Sonia Mangraviti “I piccoli cantori”, di Barcellona Pozzo di Gotto, diretto da Salvina Miano, “Note colorate” di Messina, diretto da Giovanni Mundo, “Ouverture”, di Barcellona Pozzo di Gotto, diretto da Giovanni Mirabile, "Sikelia" di Termini Imerese, diretto da Loredana Russo, “Stesicoro” di Termini Imerse, diretto da Loredana Russo, “Coro Giovanile Siciliano” (Palermo, diretto da Giovanni Mirabile). Al duomo di Cefalù alle 21 si replica la Sinfonia n.9 di Anton Bruckner con l’Orchestra Sinfonica Siciliana diretta da Lior Shambadal. The Armed man: a Mass for peace. E’ stata composta da Karl Jenkins nel 2000. E’ una composizione per solisti, coro e orchestra, il cui cd, diretto dallo stesso autore, ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. “The armed man” trae il titolo dalla omonima e famosissima chanson medioevale “L’homme armé”. L’idea di comporre l’opera venne a Jenkins allo scoppio della guerra in Kosovo, e vuole essere un’esortazione a non prendere le armi, a evitare i conflitti. Si tratta di un concerto concepito per non far morire la speranza in un tempo di morte. I testi, di grande valenza simbolica e letteraria, si susseguono secondo uno schema narrativo incalzante. E’ la parola cantata a guidare l’ascoltatore in un percorso ideale dalla guerra alla pace: la chanson, la chiamata del muezzin, i testi immortali dei Salmi, l’antichissimo poema indiano “Mahabharata”, i testi liturgici, l’incitamento devastante dei versi di Kipling, le meditazioni dolenti sulla catastrofe di Hiroshima scritte da Togi Sankichi (poetasimbolo morto proprio in seguito alle radiazioni nucleari). Si tratta di musiche molto coinvolgenti che creano un’atmosfera particolare. INGRESSO GRATUITO

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