PD: FARAONE, “NUOVO CAMPO” IN CALABRIA E "MISSIONE SUD" Il senatore del Pd: “A Lamezia Terme parleremo non del nostro 18% alle elezioni, ma di quel 55% di giovani senza lavoro e di come farlo scendere al 18”.

“Domani ci vediamo a Lamezia Terme. ‘Nuovo Campo’ varca lo Stretto e mette radici in Calabria. Lo spazio possibile di un nuovo Pd, che abbiamo cominciato a disegnare due settimane fa a Palermo, la nostra idea di pensare a un nuovo campo, non solo politico ma innanzitutto economico e sociale, si fa strada. E noi corriamo, perché non c’è più tempo da perdere”. Così Davide Faraone, senatore del Pd, con un post su Facebook annuncia la costituzione di “Nuovo Campo” in Calabria.
L’esponente dem parte da tre dati per spiegare la “mission” del progetto: “Calabria 55,6%, Campania 54,7%, Sicilia 52,9%. Non sono le percentuali dei 5 stelle alle elezioni del 4 marzo, anche se - e non è un caso - sono più o meno sovrapponibili. Sono i numeri di Eurostat di ieri che registrano impietosamente il tasso di disoccupazione giovanile nella Ue. Tre regioni di un Sud maglia nera in Europa, e non solo per il lavoro che non c’è. Lo sappiamo, e tutto ciò ha un nome: si chiama da sempre questione meridionale e questa fotografia del Sud ce la ritroviamo sempre davanti agli occhi. Raramente siamo entrati dentro questa foto per cambiarla”.

“Siamo a quasi due mesi dal voto, disastroso per noi, soprattutto al Sud, - aggiunge Faraone - e invece di riavvolgere il nastro e dimostrare di aver appreso la lezione, siamo finiti dentro il tubo catodico della politica. A rispondere non su come riconquistare la fiducia dei cittadini, come rispondere a quella foto di Eurostat, ma se dobbiamo aprire o chiudere forni con chi ha vinto le elezioni. Così non andiamo da nessuna parte”.

“Il Pd - continua - è stato bocciato. Strabocciato al Sud, in particolare, e non perché i meridionali siano fannulloni o votino con la pancia. Semplicemente perché le nostre risposte non hanno incontrato, per esempio, la domanda di quella metà di giovani del Sud. La nostra proposta non ha convinto i meridionali e mezzo stivale si è tinto di giallo. Le riforme che in questi anni abbiamo introdotto con il governo nazionale e che hanno consentito all’Italia di ripartire e al Sud di cominciare a sperare, si sono scontrate con l’emergenza di un mezzogiorno che chiedeva risposte “qui ed ora”, risposte urgenti “subito”. Nulla è perduto, però. O tutto. Dipende da noi e soprattutto dalla nostra capacità di fare un’autocritica impietosa, spietata, vera e di dare nuove coordinate alla nostra missione. Non basta la battuta del regista Paolo Virzì all’assemblea del circolo Pd Ostiense, per dirne una. Fa notizia, ma il tema non è quello dei buttafuori o dei buttadentro. La casa è crollata, caro Paolo. Si è sbriciolata - e il risultato del Molise lo riconferma - perché i pilastri hanno ceduto. E sarebbe un suicidio, in questo terremoto, barricarsi in casa”.

“Il Pd dalle mie parti - credo in generale in tutto il Sud -  è ormai uno spettro. Uno striminzito spettro - sottolinea - che si aggira senza meta nei Palazzi. Il centrosinistra è semplicemente un esercizio di parole vuote che aleggiano dovunque, tranne nei luoghi del conflitto. Così li chiamavamo una volta, luoghi del conflitto. Poi ci stupiamo che in periferia siamo allo zerovirgola. Abbiamo bisogno che ci sia ancora qualcuno che ci dica che gli ultimi, quando ci vedono, cambiano strada? Lo sappiamo e non da ora. Da dove veniamo, lo sappiamo bene, dove vogliamo andare, ancora no. “Nuovo Campo” nasce con questo obiettivo ambizioso, per dare risposte non più rinviabili.
Partendo innanzitutto dal Sud e dicendo, senza peli sulla lingua, che, o si capovolge lo Stivale e il Mezzogiorno sta in alto alle priorità della politica, o non c’è speranza. Non per il Pd, ma per il futuro e la tenuta economica e sociale del Paese”. 


“C’è, quindi, una questione meridionale - dice Faraone - che va affrontata per quella che è, e con nuovi occhi. Direi anche con nuove braccia e gambe. Mi riferisco alle classi dirigenti. C’è bisogno di una leadership che riprenda in mano la bussola per allinearsi in direzione Nord-Sud. Per allinearsi alle due Italie e per rispondere con precisione a bisogni diversi di un Paese che corre a due velocità. C’è bisogno, e questa sarà la sfida di Nuovo Campo, di “più Sud”. C’è bisogno di classi dirigenti che parlino il linguaggio della gente e non la lingua dello Svimez. Che facciano diventare quell’ago della bussola rivolto a Sud, l’ago della bilancia della politica”.

“Il Mezzogiorno - conclude -  non può più attendere, quei giovani senza lavoro, o quelli che scappano altrove, o quelli che restano e, tra mille difficoltà, resistono, hanno bisogno di un nuovo campo di speranza. Dal freezer, dal congelatore il Pd deve uscire, ma per andare lì dove non siamo più stati e non per andare in quei palazzi che conosciamo già. Perdere le elezioni è certamente brutto, perdere la fiducia di chi credeva in noi, di chi pensava che si potessero cambiare con noi le cose, lo è ancora di più. Domani a Lamezia Terme parleremo di questo. Non del nostro 18% alle elezioni, ma di quel 55% di giovani senza lavoro e di come farlo scendere al 18”.

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