“Grande Unione Romena: 1918 – 2018”

di Grazia Gulino
Tante le manifestazioni, in tutta Italia, che nel corso dei nove mesi, appena trascorsi, di questo 2018 sono state realizzate per celebrare il Centenario della Grande Guerra. Impossibile dimenticare i fiumi di sangue versato dai nostri soldati, così come dai Fratelli nemici - per dirla alla maniera ungarettiana -. Doveroso ricordare, celebrare e riflettere. È proprio riflettendo sugli eventi passati, che si è voluto alzare lo sguardo verso un altro paese coinvolto nell’evento bellico, di cui oggi in Sicilia accogliamo circa 57.000 figli: la Romania. Per loro, come anche per i romeni di tutto il mondo, quest’anno ha un significato particolare. Cento anni fa è stata compiuta l’unificazione di tutte le province storiche romene in uno stato unico. Per questo, per la Romania, l’anno 2018 assume una valenza ancora più forte: è l’anno del ”centenario della Grande Unione”. Nel 1916 il Regno della Romania entrava in guerra accanto all’ “Antanta”, ossia la Triplice Intesa, al fine di liberare i romeni della Transilvania dall’occupazione Austro-Ungarica. L’esercito romeno ha dato un apporto molto importante allo sforzo di guerra dell’Antanta, sul fronte orientale, con ingenti sacrifici umani. Animati dall’ideale identitario, i romeni dei territori occupati hanno intensificato l’attività nazionale alla fine della Prima Guerra Mondiale. A siffatta realizzazione hanno contribuito, in maniera rilevante, anche i principi di riorganizzazione del mondo postbellico, lanciati dal presidente americano Wilson. “Per i romeni, -afferma lo storico Antoniu Martin - come anche per le altre nazioni dell’Europa Centrale e Orientale, il più importante di essi è stato quello che stipulava il diritto delle nazioni all’autodeterminazione ed è in virtù di tale principio, che i leader politici e intellettuali dei romeni della Transilvania, Bucovina e Basarabia hanno avviato un processo storico fondamentale attraverso cui, dall’autodeterminazione nazionale, è stata compiuta l’unione delle suddette province con il Regno della Romania”. “Da sottolineare - continua Martin- il carattere rappresentativo e plebiscitario delle decisioni e risoluzioni di unificazione, essendo, queste, l’esito della voglia liberamente espressa dalla maggior parte della popolazione. Tali decisioni fondamentali per la nazione romena hanno ricevuto il riconoscimento internazionale al Congresso di Pace di Parigi degli anni 1919-1920, quando lo stato nazionale unitario romeno è stato convalidato sul piano esterno, attraverso un sistema di trattati”. Certamente gli ingenti sacrifici fatti dalla Romania durante la guerra, nonché la legittimità degli obiettivi nazionali romeni hanno inclinato decisivamente la bilancia a favore del riconoscimento della Grande Romania da parte dei grandi poteri dell’epoca: Stati Uniti, Inghilterra, Francia ed Italia. Oggi la Romania è una repubblica democratica, che è riuscita a mettere in attuazione riforme importanti quale quella agraria e quella elettorale. È stata ed è ferma sostenitrice della diplomazia e del dialogo nei rapporti tra gli stati e, quale membro di grande portata della Società delle Nazioni, ha sempre militato per la stabilità dell’Europa.

Nessun commento:

Posta un commento