Arance Navel le più belle oggi all’Ars produzione “Ganduscio”

di Germano Scargiali
Arance protagoniste oggi all’Ars, ospiti del presidente Micciché e dei componenti della commissione sviluppo. Esposte ed offerte sulla suggestiva balconata del piano nobile erano le Washington Navel di Ribera prodotte dal Cavalier Dott. Paolo Ganduscio. Apprendiamo con l’occasione tante cose in merito a questo frutto così siciliano che più siciliano non si può…

Eppure non siamo in materia gli ultimi arrivati. Segno che, anche su questo tema come in altri, deve farsi più cultura. E proprio su ciò che appartiene alla …realtà vicina.

La Washington Navel, bionda di Ribera a denominazione protetta, vanto della produzione Ganduscio. In alto Paolo Ganduscio.
Veniamo a sapere dai produttori, signori Ganduscio padre e figlio, che le “bionde di Ribera”, spesso in vendita come arance navel (pronuncia nàvel) sono le storiche “brasiliane” migliorate: niente ossa, pelle più liscia,più profumo, più succo. Sono ottime, quindi, anche da spremere e grandi bicchieri di succo sono stati offerti per tutta la mattina ai presenti ed agli studenti delle scuole di passaggio.
“Le bionde navel – ci informa Paolo Ganduscio – stanno ai tarocchi come il vino bianco sta al vino rosso. Niente rivalità, dunque. Tutte e due buone, dipende dai gusti. Piuttosto dovrebbero essere meglio rappresentate, specie in Tv. Personalmente sono stato ospite di due importanti trasmissioni di recente. Ma più si dovrebbe fare per affermare il prodotto siciliano, illustrandone le qualità e la cura nella produzione”.
Quali sono – chiediamo – le novità nella coltura?
“Anzitutto – afferma l’imprenditore agricolo riberese – devo sottolineare che il nostro è un prodotto biologico. Quindi niente concime artificiale. Solo concime animale. Inoltre, oggi siamo più prudenti, direi avari, nella concimazione e nell’innaffiamento per consentire al prodotto di maturare i suoi profumi. In ogni caso un’arancia di oggi non può essere paragonata al prodotto di vent’anni fa. Le migliorie sono evidenti, sia nell’aspetto che nel gusto”.
Brasiliani, Navel, Tarocchi… E i Portogalli di vecchia tradizione?
“Per quel che ci riguarda, quella produzione è stata abbandonata. Il consumatore richiede un prodotto privo di ossa e particolarmente dolce, oltre che bello…”
Ma si dice che le più belle arance siciliane vadano all’estero…
“Devo premettere un ‘purtroppo’, ma è vero. Ogni mercato ha le sue regole. Sul mercato locale non si riescono a ‘spuntare’ prezzi al chilo abbastanza remunerativi. Produrre arance così costa e sono anche frutto di una selezione. Inviamo ai mercati lontani e più ricchi la prima scelta, e soprattutto la pezzatura più grossa. Ma anche sul mercato locale, almeno da parte nostra, arrivano arance”.
Quali canali di vendita adottate?
“Naturalmente vendiamo ai grossisti. Orientativamente sul mercato vicino fino ad un massimo di un euro, non più, sui mercati ricchi ad 1,30. Inoltre curiamo la vendita diretta con l’ e-commerce. Inviamo cassette su ordinazione a chi ne fa richiesta”.
Germano Scargiali

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