Scarpinato: "Giustizia efficace ma non efficiente. Aumenta lo spaccio, bene settore penale antimafia"

di Ambra Drago
All'inaugurazione dell'anno giudiziario cellula magna di Corte d'appello del Tribunale di Palermo, non poteva mancare, come consuetudine la relazione del Procuratore Generale, Roberto Scarpinato che ha tracciato un'analisi complessiva sullo stato della giustizia.

"Sono stati scritti 89mila i procedimenti penali per quest'anno appena conclusosi e ben  81 per cento  è stato risolto in due anni. Un modo di incidere in modo costante determinando in lungo periodo azioni determinanti. Si profila un andamento costante per la maggior parte dei reati ma si registra la crescita in quelli di materia di stupefacenti. Un sistema efficiente ma non efficace, può sembrare un ossimoro ma che non riesce a andare oltre le azioni di contenimento".

E successivamente il Procuratore Scarpinato ha preso in esame sia l'introduzione di nuove figure di reato ma ha altresì evidenziato come per alcune già esistenti la certezza dell'applicazione della pena rimane alquanto bassa.
"Basti pensare che con il Decreto Sicurezza sono stati introdotte nove figure di reato, sono diventati punibili l’accattonaggio e suscettibili di pena anche i parcheggiatori abusivi  tutto ciò rende inevitabile  un aumento delle cause nelle azioni penali. I giudizi in particolare che prevedono l’applicazione delle pene pecuniarie si risolvono in un nulla di fatto. L’unico effetto penale che si teme, e si riscontra per i reati in materia edilizia  è l’ordine penale di demolizione del manufatto abusivo. Ma bisogna registrare come spesso evidenziato dalle procure di Termini che spesso in alcune zone non solo non avviene la demolizione ma se ne lascia la disponibilità a chi delinque. Emblematico è il caso di Casteldaccia dove il proprietario nel 2008 non aveva dato all'ordine di esecuzione alla demolizione dell'abitazione costruita a pochi metri da un letto di un fiume e poi affittata ed è li che si è consumata la tragedia con nove morti.
Perché il sistema penale funzioni- continua Scarpinato-  occorre che giudici operino insieme a un sistema di cooperazione affinché ci si assuma la consapevolezza che l’applicazione del diritto deve essere un’impresa collettiva e non può essere delegata solo alla magistratura. Un altro caso è la sproporzione tra i reati effettuati e i mezzi atti a individuarli come può essere nel  caso del  contrasto al caporalato, qui i controlli in materia di lavoro e da parte degli ispettori dell'Inps è quasi assente. Il settore penale dell’antimafia è dotato di strumenti normativo che fanno la differenza ed è per questo che sono avvenuti ingenti arresti e confische dei patrimoni. L’organizzazione nonostante ciò ha dimostrato la capacità di riorganizzarsi, questo deriva anche da fattori esogeni.  Se nella “ Prima Repubblica” c’erano più fenomeni di estorsioni oggi invece al vecchio si affianca la nuova tecnologia e cresce il numero di reati in materia di stupefacenti. Le indagini svolte hanno messo in evidenza un pantano sociale, professionisti consumatori di droga abituali. Senza tralasciare un altro fenomeno quello del gioco d'azzardo  e monopoli di Stato nel 2017 sono stati spesi 4miliardi nel settore,  anche questo sotto controllo spesso della mafia. Oggi più che mai - conclude Scarpinato-è tempo che i giuristi e i cittadini assumano la consapevolezza che è fondamentale lavorare tutti insieme e che le istituzioni siano credibili".

Nessun commento:

Posta un commento