Donne, un'altra politica. Domattina alla Casa Mediterranea delle Donne incontro con Alessandra Bocchetti e altre amiche e compagne di Roma

Donne, un'altra politica. Domattina alla Casa Mediterranea delle Donne incontro con Alessandra Bocchetti e altre amiche e compagne di Roma. (Palermo, 08/09/2019) - Si parlerà della "altra politica delle donne", domani sabato 9 febbraio alle 10.00 alla Casa delle Donne ( via Lincoln 121, Palermo) con Alessandra Bocchetti - femminista storica e saggista, fondatrice negli anni '80 del Centro Studi di analisi politica Virginia Woolf - e altre amiche e compagne di Roma. Si metterà al centro l'ipotesi di provare a trasformare la “potenza” femminile in potere inteso e vissuto come capacità di assumersi la responsabilità e poter essere e fare in relazione alle altre e agli altri. La maggior parte delle donne si dà da fare in tutto il mondo giorno dopo giorno per rendere possibile e migliore la vita e rimediare ai danni delle cattive politiche. Ma questa sapiente opera, donata alla comunità, viene sminuita perchè considerata scontata e naturale: non diventa, come dovrebbe, principio ordinatore delle azioni umane. Anzi assistiamo a vergognosi tentativi, fino ad arrivare alla violenza, di limitazione - se non cancellazione - della libertà femminile. Oggi ci troviamo anche in Italia in una situazione di notevole difficoltà economico-politico-sociale. Aumentano povertà e disoccupazione, diventa sempre più urgente la questione ambientale, l’immigrazione rinvia di continuo ad immagini/notizie di disperazione e di morte. La politica, quella maschile, appare del tutto inadeguata a dare risposte. Crescono smarrimento, inquietudine e preoccupazioniper la mancanza di prospettive future.
Molte hanno avuto in questi anni come riferimento, sia pure conflittuale, i partiti della sinistra.Ma non è stato possibile modificarne pratiche e politiche per renderle più rispondenti ai bisogni di uomini e donne di una società sempre più complessa. La crisi dei partiti, divenuti sempre più autoreferenziali e verticistici, sembra irreversibile.
Che fare allora?
Continuare a insistere su questa strada, che sembra non avere sbocchi, e rischiare di essere inutilmente strumentalizzate per operazioni di superficiale verniciatura presentate come operazioni di rinnovamento e apertura?
Continuare nella nostra tradizionale “opera di civiltà” o trasformarla in attività di governo del paese?
La discussione affronterà interrogativi come questi per provare a pensare una politica 'altra', declinata al femminile.

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