"Gentile Eminenza,ci dispiace dover ancora una volta constatare che un vescovo di Santa Romana Chiesa accomuni ipse facto la Massoneria alla stessa stregua di associazioni mafiose o di persone condannate e che, con apposito decreto, neghi a persone oneste e di buoni costumi di far parte di Confraternite per il solo ed esclusivo motivo di essere liberi muratori. Questo suo atto vescovile, per quanto legittimo possa apparire ai suoi occhi nella forma giuridica e nel merito, ci amareggia ed è molto discutibile dal punto di vista morale per la palese discriminazione che innegabilmente investe e colpisce al cuore tanti cittadini e persone specchiate che hanno scelto di compiere anche un cammino religioso all’interno delle Confraternite.
"Chi
è massone quindi non può far più parte di queste associazioni e dovrà
autodenunciarsi e rinunciare ad essere un bravo confratello come ha sempre
fatto, mentre chi non è ancora iscritto non potrà mai presentare domanda
d’ingresso. Non Le sembra che un simile provvedimento sia eccessivo oltre che
discriminatorio e innalzi odiosi muri anziché costruire dei fecondi ponti di
dialogo come ha spesso dichiarato Papa Bergoglio in numerose circostanze
pubbliche?".
Ma la lettera non finisce qui e ripercorre fatti storici richiamando addirittura punti di contatto fra Massoni e Chiesa richiamando alcuni valori che sarebbero comuni.
"Non Le sembra che anche i massoni- continua il Gran Maestro Bisi- abbiano il sacrosanto diritto di
professare come meglio credono la propria Fede e i propri valori cristiani? Nel
2016 anche il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio
della Cultura, in un suo scritto pubblicato su IlSole24ore ha citato il documento dei vescovi tedeschi del 1983, sostenendo
che non possono essere ignorati i punti di contatto fra Massoneria e Chiesa che
trovano valori comuni nella dimensione comunitaria, nella dignità umana, nella
lotta al materialismo, nella beneficenza. In questo senso si può avere un
libero confronto riducendo le distanze. Noi siamo e saremo sempre per la
conciliabilità del dialogo e della Umana Ragione.
Naturalmente
resta a tutt’oggi pendente la questione della scomunica che - pur attenuata
dalla modifica dell’articolo 1374 del Codice Canonico con la scomparsa del
preciso riferimento alla Massoneria e la trasformazione della “scomunica” in
“giusta pena” - pende tutt’ora su milioni di liberi muratori. Una “pena
ingiusta” ci appare sicuramente la sua decisione di escludere i massoni dalle
Confraternite".
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