I componenti dell' organizzazione sono accusati di bancarotta, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, riciclaggio e auto-riciclaggio, also ideologico in atto pubblico e appropriazione indebita. Il provvedimento, nato da un'inchiesta coordinata dalla procura di Messina guidata da procuratore Maurizio de Lucia, è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale Maria Vermigliò.
Nel corso dell'attività investigativa sono state ricostruite numerose operazioni illecite effettuate, nel periodo che va dal 2014 al 2017, dai professionisti messinesi per conto di importanti gruppi imprenditoriali presenti in diverse regioni italiane. Secondo un consolidato schema operativo i professionisti indagati provvedevano a svuotare grosse poste patrimoniali da diverse società in difficoltà trasferendoli in altre di nuova costituzione, lasciando i debiti alle società originarie. Queste, poi, venivano messe in liquidazione dagli amministratori, perlopiù individuati nei prestanome e, successivamente, chiuse nel più breve tempo possibile, all'insaputa dei creditori in modo da evitare che, nel termine di un anno, potessero presentare istanza di fallimento. Gli imprenditori coinvolti, tutti destinatari della misura interdittiva, sono: F.D'A., ex proprietario del Jolly Hotel di Messina, e la moglie P.I I due coniugi sono attualmente proprietari di due alberghi a Chianciano Terme (SI), posti sotto sequestro; R.F. ed il figlio A.F. costruttori della provincia di Reggio Calabria; F. R. F. ed i figli G.F. e O.F. imprenditori di Policoro (MT) operanti in diversi settori economici, unitamente alla loro collaboratrice E.Z. di Milazzo (ME). E ancora B.L. ed il figlio V.L., imprenditori del settore alimentare operanti della provincia di Reggio Calabria e P.V.B. faccendiere di Milano. E' stato sottoposto a sequestro preventivo un patrimonio immobiliare e mobiliare, costituito da alberghi, aziende, terreni, quote societarie e somme di denaro per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.
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